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Gianni Rodari

“Breve trattato sul lecchino” di Antimo Cesaro

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Adulare è sicuramente il mestiere più faticoso del mondo. Lo sostiene il professor Antimo Cesaro, docente di Scienza e filosofia politica e Teoria del linguaggio politico presso l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, già membro del Consiglio Nazionale dei Beni Culturali, deputato e sottosegretario di Stato al Ministero dei Beni e delle Attività cultura,  nel suo ultimo saggio, dal titolo “Breve trattato sul lecchino” (La Nave di Teseo), un viaggio  attraverso la storia e la letteratura , da Aristotele a Dante, da Machiavelli a Musil, dedicato appunto a quell’immortale  creatura che dalla notte dei tempi popola il  sottobosco del potere. Un essere straordinario, che possiede e coltiva una virtù fondamentale, la pazienza, che sa di dover leccare oggi per incassare domani.  Sintesi sublime di natura e cultura, di attitudine e abilità, di genio e capacità organizzativa, personaggio indispensabile ai leader,  predisposto a ingoiare rospi, a sorridere a comando,  con modestia, senza fiatare, pur di arrivare alla meta, di conquistare posizioni via via di sempre maggiore rilievo nell’ambito di un ministero, di un’università, di un movimento politico, di un ordine professionale, salvo poi,  al raggiungimento del culmine della carriera, rendersi conto di non avere più a disposizione scarpe o natiche per le quali valga veramente la pena adoperarsi.

Antimo Cesaro, napoletano, classe 1968, è autore di numerosi saggi sul pensiero politico e la filosofia delle scienze sociali, tra le sue ultime pubblicazioni i lavori monografici Lingua gladio et pecunia (2011), La politica come scienza (2013), Arcana tabula (2016) e Il sovrano demiurgo (2018), nonché le edizioni critiche del cinquecentesco Discorso sul liocorno di Ambroise Paré (2014) e della Città del Sole di Tommaso Campanella (2018).

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