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Pietro Barilla

Catalogna. Sognando l’indipendenza. Al voto, senza speranza

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Artur Ma governatore della Catalognas, il

Artur Ma governatore della Catalognas, il

L’indipendenza della Catalogna è un sogno destinato a rimanere tale.  Oggi la regione autonoma di Spagna è andata al voto, ma senza speranze. Il governo di Madrid ha definito illegale la consultazione. La Corte costituzionale infatti martedì della scorsa settimana ha annunciato di aver accolto il ricorso contro il referendum e ne ha ordinato a sospensione.

Che vincano dunque i sì o no alla secessione, sarà assolutamente irrilevante da un punto di vista istituzionale, anche se da un punto di vista politico il risultato non potrà essere ignorato. Il divorzio da Madrid è un’aspirazione antica e molto sentita dalla popolazione catalana. Lo dimostrano le lunghe file ai seggi . Intanto ieri il procuratore di stato spagnolo ha reso nota l’apertura di un’inchiesta per accertare se il voto informale che si è tenuto oggi, nonostante il no dell’Alta Corte, si prefiguri come una violazione di legge da parte del governo locale catalano.

La vicepresidente Joana Ortega ha intanto reso noto che a Barcellona hanno votato 1.228.940 aventi diritto; ad Alto Pirine 21.768; nella Catalogna Centrale 186.991; a Girona 232.458; a Lleida 112.685: a Tarragona  139.374 e nell’Ebro 55.315.La Catalogna è una regione ricca, con una popolazione di 7,5 milioni di abitanti e contribuisce all’economia spagnola più di quanto ne riceva in cambio attraverso i fondi del governo centrale.I suoi cittadini producono un pil che pesa per un quinto sulla bilancia nazionale

Ma cosa dicono i sondaggi? Alcuni danno per certa la vittoria ai sostenitori dell’indipendenza con oltre il 58%, altri invece sostengono che la situazione è simile a quella scozzese e cioè sul filo del rasoio per i due schieramenti.

 

 

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