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quando lo guardi cambia perché lo hai guardato.

Lee Tamahori

Depressione e social network: uno studio rivela il collegamento

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depressioneI giovani che trascorrono più di due ore sui social networks sono più propensi ad avere problemi mentali. A rivelarlo è uno studio canadese svolto dall’Ottawa Public Health, che sostiene che i problemi possono andare dalla depressione fino alle tendenze suicide. Non è chiaro se questi siti alimentino i problemi psichici o se siano i giovani a lottare per cercare di superare la solitudine attraverso internet. Qualunque sia la ragione o l’origine, questo campanello d’allarme deve suonare forte. Lo studio ha rivolto la sua attenzione a più di 700 alunni delle scuole medie e superiori ai quali è stato chiesto quante ore al giorno trascorressero su social network quali Facebook, Twitter, MySpace e Instagram; inoltre, è stato loro domandato se avessero problemi o disagi mentali e se sentissero di ricevere il supporto di cui avevano bisogno.

I risultati sono stati i seguenti: un ragazzo su sei ritiene che la sua salute mentale sia carente e uno su quattro ha chiari sintomi di depressione e ansia; quelli che appartengono al primo gruppo sono tre volte più propensi ad usare i social network per più di due ore al giorno rispetto a chi non ha problemi; i giovani che hanno pensato al suicidio sono propensi a trascorrere più tempo sui social network sei volte più degli altri; i ragazzi che hanno affermato di non sapere a chi rivolgersi per affrontare i loro problemi psicologici sono quattro volte più propensi a trascorrere il loro tempo su questi siti. Inoltre va aggiunto che uno studio americano ha rivelato che le persone dipendenti dai propri smartphone sono più predisposte alla depressione. Una combinazione quantomeno preoccupante, visto quanto le persone oggi siano legate alla tecnologia, ai telefoni cellulari e ai social network. I genitori, pertanto, dovrebbero cominciare a tenere maggiormente d’occhio i loro figli e spingere di più verso il contatto con gli altri. In futuro programmi e app potranno forse trovare e portare alla luce i rischi di depressione e assicurarsi che vengano presi provvedimenti adeguati. Per ora, il controllo e il sostegno umano restano l’unica possibilità di aiuto.

Clara Giannini

L'Autore

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