Chi di voi non ha mai pensato di passare una bella serata in solitudine leggendo un buon libro. Ma siete proprio sicuri di essere soli? Con l’avvento (o l’intrusione) della tecnologia anche nel campo editoriale, il mercato della (fu) carta stampata è costantemente monitorato attraverso gli e-book readers. Il dispositivo elettronico, infatti, non solo registra quale libro tu stia leggendo, ma annota anche i tuoi orari: quando e quanto leggi e anche quanto ti dilunghi su una pagina o su un libro. Tutto ciò per poter immagazzinare più dati possibili e consigliarti non solo altri libri che potrebbero essere di tuo gradimento, ma anche per monitorare lo stato del mercato, della distribuzione e dell’apprezzamento di un dato prodotto.
Il Kindle è forse l’esempio più rappresentativo. La Amazon, infatti, si riserva il diritto di conservare nei suoi server tutte le informazioni raccolte tramite i propri dispositivi. Un comportamento un tantino indiscreto, non trovate? Ma anche il Kobo non scherza: il tuo segnalibro è sempre monitorato e le informazioni su cosa leggi sono raccolte in maniera certosina. Il tutto per proporti, poi, nuovi libri che potrebbero interessarti e incrementare, quindi, le vendite. Non una grande pubblicità per questi pronipoti del libro. Mafgari qualcuno potrebbe anche irritarsi. Sarebbero potuti essere una grande invenzione, utile sia a chi ha difficoltà di lettura a causa della vista (è possibile ingrandire il font e leggere meglio) che a chi ama leggere dovunque, eliminando così problemi di spazio e trasporto. Chissà cosa direbbe il bisnonno Gutenberg.
