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Gianni Rodari

Equilibrio finanziario: banche Fed o Bce?

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bancheDobbiamo dire che la regolamentazione bancaria oggi in vigore nella maggior parte dei paesi industrializzati è stata plasmata a partire dalle crisi degli anni Trenta, per dare una risposta organica al “fallimento del mercato” più grave e pervasivo della storia economica moderna, con l’obiettivo della stabilità, della equità nella distribuzione delle risorse, dell’ efficienza nell’impiego delle medesime e della vigilanza. Ma la crisi finanziaria del 2007 ha dimostrato che la regolamentazione finanziaria in vigore presenta ancora vistose lacune e non è stata in grado di assicurare né la stabilità complessiva, né quella dei singoli intermediari. Quando crolla la fiducia in un determinato Istituto Bancario ne risente tutto il  sistema bancario.(1) Se un gruppo di banche ha dubbi sulla solvibilità di uno o più istituti di un altro Paese, si cade nel rischio “Paese”, le banche” sospettose” richiedono il rimborso dei loro prestiti o non rinnovano quelli a scadenza e le banche “sospettate” si trovano in difficoltà. Oppure la sfiducia può riguardare il mercato di una certa categoria di titoli, se si accerta improvvisamente che quei titoli hanno una rischiosità alta, qualcuno comincia a vendere, il prezzo dei titoli scende, altri investitori si accorgono del problema e a loro volta vendono e la difficoltà diviene generale. Queste condizioni di particolare stress provocano fenomeni di carattere sistemico. Questo è quanto è successo a partire dall’estate del 2007,  le banche hanno assistito a lunghe code fuori degli sportelli, per la perdita di fiducia da parte dei cittadini e degli investitori .

Quale è allora la funzione delle banche nella società Occidentale?

La funzione fondamentale delle Banche dovrebbe essere quella di intermediare le risorse finanziarie: raccogliere da un lato e impiegare dall’altro, conseguendo un profitto dalla differenza fra il tasso attivo e quello passivo e di garantire la capacità di far fronte a questo impegno. Ma oggi non è più così. Le banche emettono strumenti finanziari negoziabili e trasferibili. Questo vuol dire che operano con tecniche di trasferimento del rischio delle operazioni finanziarie sottostanti o di quelle reali attraverso i derivati. La conseguenza è che questi scambi che si muovono nel mercato primario e secondario non sono sottoposti a controlli e a regolamentazione specifica. I prestiti non vengono erogati allo scopo di sopportarne il rischio per tutta la durata, ma per essere ceduti. I ricavi della banca non derivano più dalla differenza sugli interessi ma sulle commissioni per la cessione del portafoglio prestiti. Quanto più breve è il tempo necessario per completare l’operazione, tanto maggiore è il turnover dei ricavi.

Cosa sono i derivati?

I derivati sono strumenti finanziari che subiscono il rischio dell’andamento del mercato, e gli utili o le perdite variano a seconda dell’andamento del tasso di interesse, del prezzo della merce, del tasso di cambio in valuta estera, hanno una forte incidenza anche le guerre, le carestie ,i forti cambiamenti climatici I derivati non richiedono un investimento netto iniziale perché l’esazione viene completata al termine dell’operazione in base ai cambiamenti dei fattori di mercato.

È un vero e proprio gioco d’azzardo che può andare bene o male, provocando profitti o perdite.

Ma chi decide veramente l’andamento di questo gioco è la Fed. Che cosa è la Fed? La Fed è una corporazione di bancheBanche Centrali con il monopolio di credito privato che emette moneta e presta i soldi al Governo degli Stati Uniti contro interessi. E’ l’organismo che decide di alzare o abbassare il tasso di interesse del denaro emesso chiamando in causa il controllo dell’inflazione, che decide di stimolare l’economia immettendo sul mercato denaro oppure ne restringe l’emissione con la premessa di diminuire il debito pubblico e quando lo fa il mercato collassa. La valuta che emette non è coperta dall’esistenza di giacenze di oro o di argento. È una corporazione di banche private che appartengono (2) ai Rothschild di Londra e Berlino, ai Lazard Brothers di Parigi, ad Israel Moses Seif in Italia, Loeb e Warburg della Germania e i Lehman Brothers, Goldman, Sachs e le famiglie Rockefeller di New York.  La Fed è l’organismo che comunque vada il mercato è in grado di guadagnare trilioni di dollari perché solo il 4% di tutto il denaro che esiste è in forma di valuta. Il resto è solo una scritta in un computer.

L’economia USA rallenta?

Durante la riunione dello scorso aprile alla Fed, verificata la brusca frenata dell’economia americana il Presidente della Fed,(3) Yanet Yellen lascia fermo il costo del denaro, i tassi saliranno ci dice, quando ci sarà una “ragionevole fiducia”, quando  l’inflazione si muoverà decisa verso l’obiettivo del 2% e quando il mercato del lavoro continuerà a migliorare. La crescita economica è l’obiettivo primario, sottolinea la Yellen, il rallentamento riflette fattori temporanei, come la corsa del dollaro e il calo degli investimenti da parte delle aziende, soprattutto quelle energetiche rallentate dal calo dei prezzi del petrolio.

L’economia Europea in deflazione

In Europa la situazione economica è diversa. Ci troviamo in deflazione e  (4) Mario Draghi Presidente della Bce ha appena iniziato una politica monetaria espansiva, la condizione fondamentale di successo è essere credibili, e qui entra in gioco la trappola politica che blocca la Bce, che a differenza delle altre maggiori Banche Centrali, non ha un solo Paese come interlocutore. Più Paesi, tra loro eterogenei,  più alto è il rischio che una determinata politica monetaria non sia condivisa e se non è credibile alte sono le sue probabilità di fallimento. La politica del Qe (Quantitative easing) deve essere ancora confermata ma mira ad allontanare la deflazione. In Europa le regole monetarie debbono essere flessibili. La Bce si dichiara ottimista, ma le stime odierne della disoccupazione giovanile in Italia hanno raggiunto il 43.1%.

E in Europa: la democrazia esiste se si permette ai migliori di governare

L’euro perde sul dollaro? Arriva il Qe (quantitative easing) di Mario Draghi che spinge sui minimi storici i bancherendimenti dei titoli di Stato dell’Eurozona, ma la retromarcia nell’ Eurozona è  iniziata con il crollo dei rendimenti dei Bund tedeschi diventati negativi. La Bce stampa più soldi comprando titoli di Stato e convincendo gli investitori a comprare azioni che offrono rendimenti più interessanti. Questo ha fatto risalire le aspettative inflazionistiche, ma il super dollaro contemporaneamente contribuisce a tener basse le quotazioni del petrolio che a sua volta alimenta pressioni deflazionistiche. Intanto la Fed annuncia per fine maggio o a breve un possibile aumento dei tassi d’interesse, e questo potrebbe provocare gravi turbolenze sui mercati. Una Domanda: Perché la Fed è tanto importante? Perché fissa il costo del capitale per coloro che investono, facendone la base di prezzo di qualsiasi operazione finanziaria, un aumento del tasso di interesse potrebbe far salire i rendimenti a lungo termine e far rimanere piatte le transazioni azionarie e soffocare gli investimenti. E’  la Fed quindi  il guardiano del mercato la cui direzione, in ultima analisi, sarà fissata dagli Stati Uniti. In Europa non è un Programma di Qe o di riduzione di liquidità a determinarne il benessere finanziario, ma la coscienza dei potenti e come ha detto Robert Kennedy : “ Pochi sono grandi abbastanza da poter cambiare  il corso della storia. Ma ciascuno di noi può cambiare una piccola parte delle cose, e con la somma di tutte quelle azioni verrà scritta la storia di questa generazione.”

 

(1)Economia e regolazione del sistema finanziario di Marco Onado ed. il Mulino

(2)J.F. Kennedy contro la fed pag. 5

(3)Redazione Ansa economia N.Y. 01.05.2015

(4)Il Sole 24 Ore: il surf di Draghi tra deflazione e ripresa

 

Simona Agostini     

L'Autore

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