Ecco qual è il problema del futuro:
quando lo guardi cambia perché lo hai guardato.

Lee Tamahori

Non solo per le bombe. Ma l’Europa sta morendo per mancanza di identità

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La verità è che se il tempo e la storia ci hanno dato degli insegnamenti è che quando si vuole colpire, qualcuno o qualcosa, se lo si vuole veramente, i pazzi e i criminali ce la fanno. Che non esiste luogo o nazione dove la sicurezza sia reale e ognuno di noi del tutto al sicuro, nemmeno in quelle che giocano sulla neutralità. Che non è dai barconi che arrivano queste bombe, ma che nascono e crescono a casa nostra, nei ghetti dove abbiamo chiuso le nuove generazione di immigrati. Che non possiamo appaltare la sicurezza delle frontiere europee alla Turchia, così come in passato facemmo con la Libia di Gheddafi. Che per quanto intelligenti, i servizi di mezzo mondo non lo sono poi così tanto da riuscire a impedire, se non prevenire, eventi come quello di ieri a Bruxelles, o quelli di novembre a Parigi, salvo poi sapere – sempre il giorno dopo – che gli attentatori erano noti alle forze dell’ordine. E che ci sarà sempre chi tenterà di guadagnare visibilità e voti a fronte di morti e feriti.

Purtroppo non è con le verità che sconfiggeremo questo terrore, e meno che mai con le guerre. Anche perché dovremmo farle a casa nostra, bussando a quelle porte che nascondono chi sta uccidendo passo dopo passo la speranza di una qualsiasi integrazione. Ammesso che ve ne fosse rimasto almeno uno spiraglio. Ciò che possiamo fare è non sprofondare nella paura, nella sconfitta morale di chi vuole assoggettarci a lei, all’allarmismo, al puntare il dito contro il diverso. Perché questo sarebbe il vero successo di qualsiasi criminale.

E mentre guardiamo alla televisione le immagini trionfanti del presidente americano Obama stringere la mano a quello cubano Castro, segnando in tal modo il successo indiscutibile della sua politica estera, la nostra Europa vive l’insuccesso, il fallimento della sua politica, e ragiona su come contrastare questa nuova strategia della tensione senza perdere troppo la propria identità. Ammesso che l’Europa di identità ne abbia mai avuta una. In ogni caso è arrivato il momento di ristabilirla, di levigarla con le mani della forza politica, militare e sociale. Perché se così non fosse non saranno le bombe a distruggerci, ma le divisioni tra i nostri paesi.

Giampiero Marrazzo

 

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