La gente ha sempre dichiarato di voler creare un futuro migliore.
Non è vero. Il futuro è un vuoto che non interessa nessuno.
L'unico motivo per cui la gente vuole essere padrona del futuro
è per cambiare il passato.

Milan Kundera

Happy Birthday terza età

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La terza età dicono inizi a 65 anni e poi, se si vive abbastanza si diventa vecchi. Se volgi il tuo sguardo all’indietro il cammino è stato lungo, pieno di ostacoli, di conquiste, di soddisfazioni, di scelte ed è volato, ma se guardi davanti il tempo che resta è corto, a 80 anni sono vecchio, se ci arrivo. E come sarò se ci arrivo? Sarò solo, o sarò ancora insieme a te compagna della mia vita, sarò autosufficiente o avrò bisogno di una badante che si prenda cura di me, avrò ancora la capacità di pensare, di dire la mia, o una di queste malattie degenerative si impadronirà della mia intelligenza e allora… sarà meglio tacere!

Il tempo scorre veloce e non lo puoi fermare. Quelli che oggi hanno 65 anni sono quelli che hanno un passato tumultuoso, sono quelli che hanno fatto la nuova storia scappando di casa, buttando giù i professori dalle cattedre, sono quelli che hanno avuto una vita emozionante senza tempi morti, hanno vissuto una vita da guerrieri, sono quelli del 68. Oggi sono quelli non più giovani ne vecchi, non si è vecchi se si hanno progetti. I 65enni usano il computer, sono quelli che hanno mandato in soffitta i vecchi costumi, coppie aperte senza matrimonio, vestono come i propri figli, sono i loro figli che ascoltano la loro musica, sono persone che hanno lottato e chi se ne frega del declino allo specchio, se hai avuto una vita emozionante, stimolante, se hai avuto questa fortuna anagrafica, che cosa te ne importa del lifting, la paura della vecchiaia rovina la vita.

La terza età avanza e tra ieri e oggi ci sono grandi differenze, ieri pensavi al futuro, oggi pensi giorno per giorno, questo è il vero cambiamento. Si deve imparare a vivere nel presente. La nostalgia è un sentimento distruttivo. Il futuro è corto e bisogna viverlo.

Lidia Ravera parla del “Terzo Tempo”

Il problema della terza età è stato dibattuto il 15 marzo scorso nella sede del Rettorato dell’Università Pegaso a Roma, dove il Rettore Alessandro Bianchi insieme ad altri autorevoli relatori ha dato voce ad un dibattito di grande attualità. Tra gli ospiti Lidia Ravera, nota scrittrice che nel 1976 esordì con il famoso “Porci con le Ali”. La scrittrice nel suo ultimo best seller “Il Terzo Tempo” racconta quanto sia importante vivere pienamente ogni attimo della propria vita.  Nella terza età dice “si soffre, importante vivere una Malinconia Positiva. Soffrire da vecchi è la regola, ad un certo punto la vita diventa povera, di eventi, di rapporti, di illusioni, soltanto i vecchi speciali ce la fanno!”

“Quando si è giovani si è giovani, più o meno, tutti nello stesso modo. Vecchi, se si resta in vita abbastanza, lo si diventa ognuno a modo suo. La giovinezza viene contraffatta, corteggiata, rimpianta. È una diffusa vanteria, in certi casi una giustificazione. Quasi sempre la condizione necessaria, anche se insufficiente, per essere invidiati. La vecchiaia è la resa a un finale scontato. Ha la morfologia della tragedia. Come la maggior parte delle tragedie acclarate, genera innanzitutto i negazionisti, quelli che la vecchiaia non esiste, e se esiste solo agli sfigati. Poi ci sono i nostalgici del passato, nelle due varianti: lirici e acidi. I primi sono inoffensivi, i secondi rosi dall’invidia (da evitare). Più articolati i martiri della dissociazione positiva: quelli che si dichiarano vecchi fuori e giovani dentro, come se arrivati a un certo punto, non avesse più il diritto a essere interi. Ultima categoria, i partigiani del rimpianto (quelli che avrei potuto fare e non ho fatto). In genere si tratta di vecchi ferocemente incazzati con se stessi e perciò costretti prima o poi a ricorrere ai farmaci, antidepressivi, ansiolitici, sonniferi (Dal libro di Lidia Ravera “Il Terzo Tempo”)”.

“Invecchi giorno per giorno con la tua faccia davanti agli occhi, ma rivedere una faccia che hai visto l’ultima volta quaranta anni fa ti da la misura del….non dico… disastro, degrado, usura…ma…Cambiamento, si ecco, ti da la misura di quanto si cambia, di quanto sei cambiato anche tu. La vecchiaia Deve essere triste, è la sua funzione. La vecchiaia serve per disaffezionarci alla vita. Se no l’idea di morire ci sarebbe intollerabile (Dal libro di Lidia Ravera “Il Terzo Tempo”)”.

Cecilia Bertozzi recita per noi

Questi versi tratti da “il Terzo Tempo “ di Lidia Ravera sono stati raccontati, recitati, e fatti vivere dalla voce della giovane attrice Cecilia Bertozzi. Un incontro, dove l’aspetto tenero e sbarazzino di Cecilia ha reso possibile il confronto tra due mondi: l’Arte dello Scrivere e l’Arte della Parola. L’arte è libera da stereotipi, e nell’Arte l’età non ha confini; non esiste paura, perché si cambia continuamente e il cambiamento se è lotta non porta all’invisibilità.  Nell’Arte “Il vecchio e il nuovo” si incontrano, l’indomabile irrequietezza della gioventù trova eco in quella della terza età, entrambe fanno i conti con i cambiamenti del corpo,con una sola differenza:  gli anziani sono  più consapevoli dell’infinito e gli adolescenti pensano di essere infiniti, ma entrambi sentono un infinito bisogno di Vivere.

Cosa significa terza età oggi.

Abbiamo parlato di arte, di sentimenti, del vecchio che aumenta e del nuovo che avanza. Ma dobbiamo fare i conti anche con le cose pratiche da fare per sostenere il processo di invecchiamento della popolazione e il conseguente cambiamento demografico. Alcuni dati: Gli ultra 65enni in Italia sono 13.4milioni il 22,7% del totale della popolazione, una quota importante. Soltanto uno su tre si occupa dei nipotini quando i genitori lavorano. La percentuale aumenta di pari passo all’abbassarsi del livello di istruzione. I nonni colti si occupano dei nipoti solo occasionalmente e in caso di emergenza. In generale il 70,8% degli italiani sono nonni ed in media hanno 4 nipoti. L’80% degli anziani è composto da persone attive che contribuiscono al 15% delle spese sostenute dalle loro famiglie, ma oltre al piano economico si prendono carico dell’aspetto culturale e psicologico della famiglia. Il 22,7% della popolazione, è una maggioranza silenziosa che dovrà dipendere sempre di più dai progetti che la politica dovrà mettere in campo.

Anzianità e Politica

Fino ad oggi non ci sono progetti convincenti per sostenere il cambiamento. I ricchi restano ricchi e la classe media impoverisce, i poveri diventano poverissimi. Oggi si vive così a lungo che ci sorprendiamo da noi stessi e la paura della non autosufficienza, della perdita della capacità di intendere e di volere e della dipendenza di assistenza altri è purtroppo una realtà. Nel 2050 in Italia stime fatte dall’Istat  dicono che un italiano su tre sarà ultra 65enne e che ci saranno 5milioni di pensionati poveri, 7/8 milioni avranno più di 80 anni e 2milioni più di 90. Questa marcata trasformazione della età della popolazione comporta un marcato effetto sui rapporti generazionali. Alla politica promuovere alternative convincenti che possano rendere migliore la vita a milioni di cittadini.

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