Il guaio del nostro tempo è che il futuro non è più quello di una volta.

Paul Valéry

Ikea e tensione coniugale

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ikeaAnche le unioni più collaudate possono naufragare miseramente di fronte alla ‘prova Ikea’. Lo ha sostenuto la psicologa statunitense (con studio, nientemeno che a Beverly Hill) Ravani Durvasula, docente di psicologia alla California State University, in uno studio pubblicato sul Wall Street Journal. Secondo la dottoressa, che, a sostegno del suo assunto ha raccolto una serie di racconti di coppie di clienti in crisi, il tour nei reparti di Ikea è in grado di scatenare tutte le tensioni sotterranee e far sbocciare litigi furibondi. “Il supermercato – ha detto l’esperta – costituisce un vero e proprio tour de force fra i dissidi sopiti e gli attriti potenziali.” Ciò a causa del fatto che, come luogo in cui è possibile acquistare articoli a basso costo, rappresenta la scelta d’elezione delle coppie più giovani e squattrinate. Il confronto sugli acquisti di mobili e accessori di arredamento, però, secondo la psicologa, fa presto a degenerare in litigio vero e proprio, facendo venire al pettine molti nodi. In più, l’estremo ordine e precesione osservato nei grandi magazzini Ikea, specchio degli schemi mentali scandinavi, insinua dubbi nelle coppie più acerbe, sulla capacità di portare avanti un menage di convivenza. Insomma, se vuoi sapere se la tua unione ha i numeri per andare avanti, nulla di meglio (o di peggio) di una ‘passeggiata’ fra i reparti dell’Ikea.

Alla prova psicologica, poi, va ad aggiungersi quella pratica: non solo sobbollono litigi su come trasportare i pezzi da montare, ma la fase successiva, proprio quella del montaggio, insomma, è davvero una camminata sull’orlo dell’abisso. Se uno dei partner si assume il compito di mettere insieme il puzzle dei pezzi che si trasformerà in un armadio o in una libreria, allora, ecco l’altro diventare un giudice inflessibile e saccente; se, invece, i due decidono di fare squadra, le occasioni di scontro e diverbio sono sempre in agguato. Insomma, due le possibilità: o spendere un po’ di più e comprare in qualche posto che assicura consegna e montaggio dei mobili, salvaguardando così la pace del rapporto; oppure, se si hanno dei dubbi sulla tenuta della propria relazione, andare appositamente all’Ikea e usarla come casus belli per un addio senza noiosi strascichi. Il sospetto è che la professoressa Darvasula sia al soldo dei concorrenti dell’Ikea. A pensar male, diceva qualcuno, si fa peccato, ma…

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