Che ognuno avrà il futuro che si conquisterà.

Gianni Rodari

Il Grande Oriente d’Italia denuncia i membri della Commissione Antimafia

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Detto, fatto. L’ultimatum di dieci giorni è scaduto. La Commission Antimafia non ha risposto all’istanza presentata contro il sequestro degli elenchi dei massoni di Sicilia e Calabria e così il Grande Oriente d’Italia ha denunciato tutti i membri che fanno parte dell’organo parlamentare d’inchiesta sui fenomeni delle mafie e delle associazioni criminali, presieduto da Rosy Bindi. Si legge in una nota diffusa dalla più importante Obbedienza massonica italiana che il Grande Oriente, non essendo arrivata alcuna risposta da parte della Commissione “alla formale istanza di revisione in autotutela finalizzata alla richiesta di annullamento e/o di revoca del provvedimento di perquisizione e di sequestro” delle liste, che ha avuto luogo il primo marzo scorso, “ha ritenuto di dover rappresentare alla competente Magistratura i fatti con una richiesta di verifica delle liceità dei comportamenti e degli atti adottati dalla Commissione e dai suoi componenti”.
L’iniziativa messa in atto dalla Antimafia, come già abbiamo scritto su Futuro Quotidiano, calpesta gli stessi fondamenti su cui poggia lo stato di diritto: la responsabilità penale è sempre e solo personale e per essere indagati, e poi eventualmente processati, e quindi condannati, bisogna essere almeno sospettati di aver commesso un reato. E qual è il reato contestato a ciascuno delle migliaia di iscritti al Grande Oriente in Sicilia e Calabria?

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