Che ognuno avrà il futuro che si conquisterà.

Gianni Rodari

Il low profile di Tsipras, il sopra le righe di Renzi

0

Anche nell’incontro di ieri con il neo primo Ministro greco, Alexis Tsipras, Matteo Renzi non ha perso l’occasione per accarezzare il proprio ego. Il greco, da ospite e venuto a chiedere l’appoggio italiano nella propria crociata contro il rigore e le bacchettate dell’Ue, naturalmente l’ha lasciato fare. La sua missione primaria era quella di incassare l’aiuto dell’Italia in vista del possibile incontro dei Ministri finanziari dell’Eurozona alla vigilia del vertice informale dei leader europei, presumibilmente l’11 febbraio. Una data utile, visto che la scadenza della prima rata-giraffa per Atene incombe, come una spada di Damocle, per il prossimo 28 febbraio. Prudentemente, sorrisi e simpatia, da parte di Tsipras, che tace, quando Renzi rivendica la ‘coetaneità’ come vincolo politico.

I gemelli diversi

Alex Tsipras

Alex Tsipras

Eppure non potrebbero esserci gemelli più diversi, visto che non emergono, nelle dichiarazioni, convergenze politiche e discorsi sostanziali. Il nostro Premier si è affidato, more solito, a frasi ed a gesti ad effetto: come quella sull’antitesi della propria immagine in Europa come uomo di sinistra e in Italia come vetero-destrorso. Oppure come il dono della cravatta: non una Boggi o Marinella, bensì un ‘fondo di magazzino’ del trascorso semestre europeo. Non si butta via nulla.  Spending review? Ma ci vuol ben altro. In contemporanea, il Ministro dell’Economia greco, il mastino Yanis Varoufakis, era in conversari con l’omologo italiano, Pier Carlo Padoan, a via XX Settembre. Di ciò che si son detti nulla è trapelato, a differenza di quanto è avvenuto nelle altre tappe del tour europeo del greco. Anzi, per il tradizionale ‘giro di tavolo’, sono stati ammessi soltanto i fotografi e i cineoperatori, senza che fosse prevista una conferenza stampa dei due interlocutori, alla fine dell’incontro. I giornalisti sono stati tenuti alla larga, come i cani in chiesa, e ciò ha causato più di una protesta. In definitiva, sono stati messi a cuccia con un asettico comunicato stampa, in cui ogni parola è stata calcolata col bilancino del farmacista, manco fosse un documento del defunto Cominform.

Gli investimenti esteri in Grecia

Eppure, l’annuncio, dato da Varoufakis in altra sede, di voler attrarre investimenti esteri in Grecia, grazie a provvedimenti che renderebbero assai conveniente e concorrenziale insediare start up nella penisola ellenica (isole comprese…) ha proiettato un rimbalzo positivo sulla Borsa di Atene – ma quando mai, nella storia economica, finora, ha contato la Borsa di Atene? Adesso tutti a tenerla d’occhio! – ma anche su quella di Milano, segno di una rinnovata fiducia dei mercati verso l’exit strategy di quest’esperto economista dal curriculum di tutto rispetto. Iniziative simili, ad una settimana o giù di lì dalla vittoria di Syriza e dall’insediamento del nuovo Governo greco sarebbero (e sarebbero state da quel dì) auspicabili anche in Italia, dove il Governo è in sella da un periodo ben più lungo… Ma qui si pensa all’Italicum o altri orpelli che, a un Paese morto per asfissia economica, servono a ben poco. E si tiene presente che, se avessero successo tali calamite d’investimento, sottrarrebbero all’Italia potenziali investitori…

La mossa di ‘Tsipras’

Accorta la mossa di Tsipras che, dopo aver fatto il suo esordio internazionale a Cipro, annosa ‘spina nel fianco’ per la questione della coesistenza dei greci coi turchi, si è lanciato in un tour fra i Paesi europei, in particolare fra quelli più convinti di essere taglieggiati dalle politiche rigoriste del ‘Ce lo chiede l’Europa’. Meno accorta, invece, la simbolicità del dono di Renzi (“Timeo italianos, et dona ferentes”, si potrebbe ribaltare il detto latino), quella cravatta riciclata che solo superficialmente appare di buon auspicio rispetto all’intenzione, espressa pubblicamente da Tsipras, di indossare una cravatta solo in occasione di una cerimonia che sancisca l’allentamento delle politiche occhiute nei confronti della Grecia. Meglio che non sappia, il povero Alexis che, nel gergo romanesco, ‘er cravattaro’ corrisponde all’usuraio, ovvero a chi strangola i suoi debitori. Che cattivo gusto!

Anche in una doppia consapevolezza: che l’Italia non è che non sia anch’essa dalle parti delle soglie di strozzamento, malgrado l’ilare approvazione, da parte dei leader europei, di riforme strutturali nel nostro Paese, finora ancora allo stato dell’annunciazione, annunciazione, e che il Premier, attualmente, è impegnato in un’opaca riforma bancaria, che lascia molto perplessi gli osservatori economici e politici indipendenti.

Annamaria Barbato Ricci

L'Autore

Lascia un commento