Il futuro entra in noi, per trasformarsi in noi,
molto prima che accada.

Rainer Maria Rilke

15 anni fa Israele si ritirò dal Libano. Intervista a Kandil (II parte)

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kandilL’effetto farfalla. Ovvero di come il blocco del prezzo del petrolio in Arabia Saudita abbia causato la guerra in Ucraina e Crimea. Come abbiamo già accennato nella prima parte dell’intervista a Ghaleb Kandil, la situazione geopolitica mediorientale non si riassume nella lotta dell’Isis contro il resto del Mondo. Il Califfato non è nato dal nulla, ma ha approfittato di condizioni favorevoli al proprio attecchimento. Secondo Ghandil è sorto grazie all’esperienza del laboratorio Afghanistan in cui Zbigniew Brezinski, ex consulente per gli esteri statunitense, insieme con i servizi segreti sauditi, hanno dato i natali ad Al Qaeda. In Siria si è deciso di replicare questo sistema attraverso lo Stato Islamico, grazie a finanziamenti sauditi, qatarioti e turchi. Quando si è parlato di Primavera Araba Kandil ne ha preso le distanze: «Non è stato un passo verso la libertà, ma un modo per creare le condizioni di uno Stato debole e facile da controllare». Il sistema è stato quello di dividere le nazioni e portarle a una rivoluzione civile, lasciando il compito della ricostruzione, sociale e civica, a un non precisato controllo locale. In Egitto, il dopo Mubarak è stato periglioso, prima con i Fratelli Musulmani e poi con Morsi. In Siria, 4 anni di guerra civile hanno logorato la popolazione. In Iraq la lotta fra sunniti e sciiti (ora al potere da maggioranza, dopo essere stati sudditi sotto il sunnita Saddam Hussein) rende praticamente ingovernabile il paese, con le forze regolari in piena confusione, male attrezzate e peggio addestrate. Il Libano potrebbe essere il prossimo obiettivo, insieme alla Palestina, la prima senza un capo dello stato da circa un anno, con i due fronti (3 marzo e 14 marzo) in aperta lotta. La seconda sotto mira israeliana. Per ultima la Libia, in cui esistono ben due governi di cui non è chiara l’effettiva legittimità. Se si va a guardare con attenzione le zone conquistate dagli integralisti islamici – con la conquista di Palmira e del valico di Al-Tanf (o Al-Waleed a seconda di dove lo si guarda, se dalla Siria o dall’Iraq) lo Stato Islamico ha in mano più del 50% del territorio siriano – si nota come abbiano preso piede in Nazioni già divise in due e dove hanno potuto operare con ampio spazio di manovra: Iraq, Siria e Libia.

«In Iraq, purtroppo e lo dico con molto dispiacere, le forze politiche che sono venute dopo l’occupazione americana non hanno saputo trattare il tema unità nazionale. Le forze politiche sciite si sono comportate in modo confessionale contro i sunniti con vendette nei confronti dei baathisti. Ci sono forze serie nella comunità sunnita e nella comunità del partito Baath che hanno partecipato con attivismo alla resistenza contro gli americani, ed erano partner essenziali in qualsiasi progetto nazionale iraqeno. Purtroppo i nostri fratelli iraqeni ci hanno fatto perdere questa opportunità per motivi di vendetta e fanatismo. Questo complica situazione attuale e pone il pericolo della spartizione dell’Iraq».

Bashar al Assad prima era visto come un nemico da sconfiggere, ora invece sembra essere diventato un alleato nella lotta al terrorismo?

È vero, loro dicono che lo Stato Islamico è terrorista, ma sotto il tavolo chiudono gli occhi riguardo l’appoggio di Erdogan ai fondamentalisti, tramite il Qatar e l’Arabia Saudita, i quali sostengono al-Nusra. E ci sono altre organizzazioni terroristiche legate ai fratelli musulmani che vengono sostenute. I Fratelli musulmani sono il fulcro di queste organizzazioni terroristiche, dapprima legati ai servizi segreti britannici e ora insieme agli americani.

Sono gli americani a tessere le fila del terrorismo, quindi?

In Libano celebriamo l’anniversario della liberazione dall’occupazione israeliana: 25 maggio 2000, quando la resistenza libanese ha costretto l’occupazione israeliana a uscire senza porre condizioni dal territorio occupato del Sud.

Quanto è durata l’occupazione?

Dal marzo 1978 fino al maggio 2000.

Che cosa significa per i libanesi questa liberazione?

Vuol dire che la forza potentissima che l’occidente ha appoggiato e sostenuto (Israele) è crollata e ha perso la sua credibilità. Questa cosa si è riconfermata nella guerra del luglio 2006 e nelle due guerre contro Gaza. Nel frattempo, gli Usa hanno ritenuto che l’indebolimento di Israele fosse sintomatico della perdita del dominio occidentale in Medio Oriente. È per questo che bisognava colpire duro la Siria, perché è l’unico Stato che ha appoggiato sia la resistenza libanese che quella palestinese e che ha causato la sconfitta di Israele. Noi diamo a questa schiera il nome dell’Asse della Resistenza (Siria, Libano, Palestina, Iran). Nei confronti di questo Asse della Resistenza, Israele non ha la capacità militare per una possibile aggressione. Gli Usa non possono farlo, vista la loro crisi sia in Iraq che in Afghanistan e non ci provano nemmeno. Allora si deve fare guerra per procura. Chi sono le forze candidate a fare la guerra per procura? Nel laboratorio Afghanistan, Zbigniew Brezinsky insieme all’ex capo dei servizi sauditi hanno prodotto Al Qaeda. Istituti religiosi wahabiti sauditi, finanziamenti sauditi, supervisione Cia. Questo prodotto l’hanno scatenato di nuovo in Medio Oriente, per distruggere il tessuto sociale che ha prodotto la resistenza in Libano e Palestina. Quindi, in Iraq, in Siria, in Libano, nello Yemen, Al Qaeda e Stato Islamico sono gemelli e lavorano insieme e ora anche in Libia, per giunta. Questo è un progetto di distruzione delle società e degli Stati Nazionali.

Se l’America ha prodotto Al Qaeda, come mai sono accaduti i fatti dell’11 settembre 2001?

Può darsi che sia stata colpa di un gruppetto di loro che è uscito fuori controllo. Nelle organizzazioni integraliste taqfiri (integralisti che scomunicano tutti quelli non fedeli alla loro interpretazione della sharia, ovvero che accusano tutti gli altri di essere kuffar, cioè coloro che rifiutano qualsiasi differenza dalle loro idee. Nota del traduttore) i grandi capi sono legati alla Cia americana. Gli elementi intermedi e delle varie cellule sono fortemente indottrinati per cui danno la vita nel vero senso della parola. Può darsi che un gruppo di loro esca all’improvviso fuori controllo e agisca come vuole. Oggi gli Stati Uniti si stanno preparando per riconoscere pienamente l’Iran, esattamente come è successo con la Cina negli anni ’70, dopo 36 anni di embargo, accerchiamento, punizioni, sanzioni, minacce di guerra. L’Iran è riuscito a diventare una grande potenza indipendente, economicamente e tecnologicamente e gli Usa, oggi, devono riconoscere questo Iran perché non possono fare altrimenti. Io penso che firmeranno gli accordi, esattamente come è successo con la Cina, per poi iniziare una specie di guerra soft contro di loro. Ci sono decine di società americane che vogliono lavorare in Iran, è un nuovo mercato molto interessante e la crisi economica è in tutto il Mondo. Quindi il futuro dei rapporti americani e iraniani sarà una guerra fredda all’inizio, com’è adesso con la Cina. Anni ’70 riconosciuto la Cina, dal ’71 fino all’anno scorso la strategia del Pentagono dà alla Cina la definizione di nemico numero uno, nonostante la Cina sia il primo finanziatore dei bond americani.

L’anno prossimo in America ci saranno le elezioni presidenziali. Secondo la regola dell’alternanza (mai smentita da Reagan in avanti) dovrebbe toccare a un repubblicano.

Senza dubbio l’arrivo eventuale del partito repubblicano alla Casa Bianca riporterà i neo conservatori nelle posizioni chiave negli Usa. Elliott Abrams ha scritto nel 1999, nella rivista Weekly Standard, che era fondamentale di assicurare la sicurezza di Israele nei prossimi 10 anni e che, a tal scopo, bisognava che le truppe americane occupassero l’Iraq per aprire la strada al controllo dell’espansione della forza iraniana, accerchiare la Siria e avanzare per colpire Hezbollah e Hamas. Nel 1999, data della pubblicazione di questo articolo, sono avvenute le elezioni israeliane che hanno dato la vittoria a Barak come primo ministro solo perché ha anticipato la data dell’uscita dal Libano da quella prefissata. In due anni Elliott Abrams era diventato responsabile del dipartimento medio oriente nel consiglio di sicurezza americano.
Io seguo alcuni rapporti americani e prevedo una grande escalation nella politica di ostilità contro la Russia e la Cina e una escalation della guerra fredda contro l’Iran, senza arrivare però ad annullare la firma dell’accordo nucleare. Il motivo è il collegamento che c’è fra i repubblicani con le società e il mondo del business americano, ovvero gli interessi economici.

Società come la Halliburton?

Esattamente. Svelo un segreto: tutti i brevetti tecnologici che riguardano estrazione e lavorazione del petrolio si concluderanno entro dieci anni. Restano dieci anni per vendere all’Iran questi brevetti. Dopo dieci anni saranno gratis per tutti.
Gli americani prima di fare la guerra fanno soldi, quando finisce la guerra fanno soldi. In Siria sono arrivati degli inviati di un servizio segreto occidentale che ha consegnato una lettera alla leadership siriana che dice testualmente: “Se ci prenotate una parte del vostro petrolio, del vostro gas, scoperti recentemente nelle vostre acque, abbiamo la possibilità di collaborare con voi in tutti i settori che volete”. La risposta siriana è stata: “questa è una questione di sovranità nazionale, ne discutiamo solo con gli amici. Voi vi continuate a comportare come nemici”.

A proposito di gas, la Russia sta soffrendo molto della scelta dell’Arabia Saudita di non alzare il prezzo del petrolio, decisione che ha fatto crollare il mercato del gas naturale.

È una decisione presa insieme agli americani. La dottrina del consiglio di sicurezza americano, fin dal 1989, si concentra sulla necessità di impedire la nascita di qualsiasi potenza internazionale che possa fare concorrenza agli Usa. Ragion per cui tutti gli avvenimenti della nostra regione fanno parte di questo quadro, di un piano internazionale. Io prevedo che riuseranno sia Al Qaeda che lo Stato Islamico in Russia e in Cina. Cioè riprodurranno Qaeda e Isis per le repubbliche asiatiche. I ceceni, per esempio. Sono tantissimi i ceceni che combattono al fianco dello Stato Islamico in Siria.
Ecco che l’Ucraina, che voleva delle altissime accise per il passaggio del gasdotto South Stream, diventa terra di conquista, ecco che Alexis Tsipras, il quale deve assolutamente rimediare al debito pubblico greco, va a parlare con Putin e offre il proprio territorio al passaggio del gasdotto, tagliando fuori Erdogan e il suo Turkish Stream. I rapporti fra Turchia e Russia sono molto deboli in questo momento, anche per l’appoggio dato ai Fratelli Musulmani.

Alessandro Di Liegro

 

 

 

 

 

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