Sogni, promesse volano... Ma poi cosa accadrà?

Gianni Rodari

Io mamma dalla lacrima facile!

0

mammaQuando ero più o meno al primo liceo ho odiato profondamente il più codardo, ipocrita, perfido, vigliacco, sleale e per giunta ingrato degli amanti esistenti. Piansi lacrime amare. Che uomo è uno che fugge dalla sua donna quasi di nascosto, alla chetichella, uno che se lei non lo avesse affrontato di petto lui – meschino – avrebbe fatto a meno anche di un confronto finale? I miei sogni di fanciulla svanirono lì, sul lido dal quale stava per salpare la flotta di Enea. Avevo quindici anni quando lessi per la prima volta l’Eneide. Mi commosse ogni riga di quella terribile fuga: l’ira della regina tradita; le preghiere per trattenere l’amante; le promesse non mantenute e il rimpianto per non aver avuto da lui nemmeno un figliolo. Quando la professoressa Cillo del liceo De Carlo finì di leggerne l’ultimo verso, mi asciugai i lucciconi ed ebbi paura per la Didone che si nasconde in ognuna di noi.

Se dovessi fare una graduatoria delle cose che da adolescente mi hanno fatto piangere di più in assoluto, metterei in cima a tutto l’ultimo saluto ai miei amati nonni, la perdita del mio barboncino e la fine della prima storia d’amore. Intendiamoci: sono stata sempre una dalla lacrima facile. Quando ho finito il liceo, ad esempio, ho singhiozzato per un intero giorno dopo aver detto ciao ai miei compagni di viaggio. Era un pianto di commozione, quasi normale, legato alla fine di una tappa importante. La laurea, il primo lavoro, l’amore della mia vita. Ci può stare, direbbe Benitez. Ma che adesso – oramai mamma – singhiozzi per qualsiasi stupidissima cosa capiti al giorno questo mi preoccupa un po’. In principio pensavo fosse l’ormone, quella concentrazione di estrogeni che in gravidanza ci rende un po’ matte, sicuramente agitate, talvolta insicure e impaurite. Immaginare mio figlio nelle situazioni più assurde ad esempio mi provoca un pianto violento, anche se sono consapevolmente preda di un’allucinazione. Ho provato di tutto per bloccare le lacrime. Ho battuto le palpebre ripetutamente. Ho cercato di stringere insieme tutte e due le narici del naso, mi sono morsa la lingua e persino strappata i peletti dal braccio. Per quel che posso, sto anche cercando di passare del tempo con mamme mentalmente più stabili. Certe volte il pianto è davvero eccessivo.

Naturalmente quando leggo di atrocità commesse sui bimbi non solo piango, ma sto proprio male. Così ho bandito la lettura delle notizie tristi dalla mia vita. Al tiggi della sera, ad esempio, mi tappo le orecchie per non ascoltare. Ieri mi sono commossa perché all’uscita dal nido un ragazzino di nemmeno due anni si aspettava la mamma e invece al suo posto c’era un’altra persona. Per dirla tutta, da quando sono mamma piango per tutti i cuccioli in generale. Stamattina per strada ho trovato un passerotto caduto dopo la tempesta di ieri, e giù lacrime. E’ imbarazzante. Ho una crisi di pianto persino quando vedo alla tele la mammina di Dumbo rinchiusa in gabbia; piango quando uccidono la mamma di Bambi e piango sul finale del cartone Ribelle. Che cavolo. Ultimamente sono anche un po’ peggiorata. L’ho capito quando mi è uscita una lacrima guardando lo spot di Calzedonia, con Julia Roberts che viaggia tra le montagne scozzesi e i bouquinistes sulla Senna. Il mio strameraviglioso marito l’altra mattina ha buttato il sacchetto dei pannolini nei giorni della raccolta del vetro: sapete che ho fatto? Ho pianto. Ogni volta che leggo certe intimissime confessioni pubblicate su quella bibbia delle neomamme che è diventata per me (ed altre centomila signore) i “Consigli delle Mamme”, piango, piango e ancora piango. E se c’è ancora qualcuno che mi dipinge come una donna cinica e senza cuore sappiate che l’altro giorno ho pianto in preda a vivo dolore persino di fronte alla scelta di Amedeo, il tronista inquieto di ‘Uomini e donne’: dopo svariati flirt ha rifiutato tutte le corteggiatrici presenti e preso dalla nostalgia ha deciso di tornare dalla sua amata Alessia. Emozionante, una sorta di Ulisse. Che tra i personaggi dell’epopea troiana, a mio parere, è pur sempre molto meglio di Enea.

Fiorella Corrado

L'Autore

Lascia un commento