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Alan Kay

L’ area archeologica romana presto nelle mani di un misterioso consorzio

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Tutta l’area archeologica di Roma finirà nelle mani di un oscuro consorzio. Lo denunciano le tre sigle della pubblica amministrazione, Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Paper, rivelando che sarebbe stato già firmato un accordo tra ministero dei Beni Culturali e amministrazione capitolina, lasciando all’oscuro lavoratori e cittadini. C’è in gioco la gestione del sito più importante del mondo ed è scandaloso che nessuno ne sappia niente. I sindacati hanno già chiesto al ministro un incontro immediato per fare chiarezza su quella, sottolineano, “che ha tutti i contorni di un’operazione segreta che incombe sul pezzo più rilevante del nostro patrimonio”. L’economia dell’Italia si fonda sul turismo e la cultura, ma noi cediamo ad altri il nostro tesoro più prezioso.  Le federazioni nazionali dei servizi pubblici chiedono trasparenza sull’accordo per la costituzione del “Consorzio per i Fori di Roma”, per ora senza volto. Si tratta di un’area da 6,5 milioni di visitatori l’anno e da oltre 42 milioni di euro di incasso con le sole biglietterie.Senza contare mostre, convegni, spettacoli e manifestazioni, attività didattiche e divulgative, percorsi turistici ed itinerari di visita.

“E’ preoccupante che si affidino i gioielli di famiglia del Paese a un soggetto avvolto nel più fitto mistero. Chi ne farà parte? Chi lo controllerà? Con quali risorse e con quali competenze professionali il Consorzio si occuperà della gestione diretta e indiretta di monumenti come il Colosseo, i Fori imperiali, la Domus Aurea o il Palatino?”, chiedono i sindacati. E noi di FUTURO QUOTIDIANO facciamo nostri e rilanciamo questi inquietanti interrogativi.

“Sono anni che chiediamo – scrivono Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Paper – di riorganizzare la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, a Roma come nel resto del Paese. Anni che chiediamo progetti anche sperimentali per la conservazione e la fruizione delle nostre eccellenze. E anni che chiediamo di investire nelle competenze e nelle professionalità che servono per farne una leva di sviluppo socio-economico del territorio. E’ sconcertante che si arrivi a soluzioni come questa senza coinvolgere nessuno e lasciando tutti nell’incertezza, a partire dai cittadini e dai lavoratori che ogni giorno, fra tante difficoltà e carenze, lavorano per migliorare il servizio a migliaia di utenti”.

“Per questo pretendiamo che il ministro ci convochi subito”, concludono le tre sigle, “e che apra il confronto su un progetto che riguarda tutti, in primo luogo chi mette le proprie competenze al servizio di un patrimonio che appartiene all’intera umanità”.

 

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