La gente ha sempre dichiarato di voler creare un futuro migliore.
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Milan Kundera

La Valle del Liri riscopre re Gioacchino Murat e il “decennio francese”

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Gioacchino-MuratLa Valle del Liri riscopre e si interroga sul suo “decennio francese” e su Gioacchino Murat, che ne fu protagonista nella sua veste di re di Napoli dal 1808 al 1815, dopo che Napoleone nel 1806 aveva scacciato i Borboni dal regno. Questo infatti il tema dell’evento organizzato il 6 giugno a Isola del Liri (Frosinone), con il patrocino del Comune e dell’Istituto culturale francese dell’Ambasciata di Francia a Roma. Ma chi fu e che cosa fece per il territorio nei pochi anni che fu sul trono questo anomalo sovrano ? Gioacchino (Joachim) Murat (Labastide-Fortunière, oggi Labastide Murat il 25 marzo 1767- Pizzo di Calabria 1815) destinato dal padre Pietro, albergatore, alla carriera ecclesiastica, frequentò il collegio di Cahos e il Seminario di Tolosa. Mal’amore per una fanciulla lo trasse ben presto fuori dalla strada che gli era stata prescelta.Dagli studi, tuttavia, aveva ricavato sufficiente erudizione e una certa facilità di parola e di scrittura, che gli permisero di diventare un uomo di azione. Nel1791 diventò Ufficiale dell’esercito francese ed entrò nella guardia costituzionale di Luigi XVI, dalla quale però uscì ben presto, su posizioni decisamente rivoluzionarie. Dopo diverse campagne militari si schierò a favore di Bonaparte e nel febbraio del 1796 fu nominato generale di brigata e poi aiutante di campo di Napoleone. Il legame con Napoleone fu rafforzato, nel 1800, con il matrimonio con la sorella Carolina. Ricevette nuovi meriti in seguito alle varie battaglie militari che portarono alla conquista di diversi paesi.Il1°Agosto 1808 divenne, per concessione di Napoleone, re di Napoli (trono occupato precedentemente da Giuseppe Bonaparte, che aveva lasciato tale corona per il regno di Spagna). Gioacchino Murat si diede immediatamente a operare per la riorganizzazione politica ed economica, già iniziata da Giuseppe, e in particolare a far si che fossero applicate tutte le norme legislative per trasformare completamente la vita del Mezzogiorno d’Italia, in tutti i suoi aspetti.

Nel campo amministrativo apportò innovazione di notevole importanza e ricca di benefici risultati.Promulgò il Codice Napoleone, per merito del quale la giustizia cominciò ad essere impartita con saggi criteri di equanime moderazione. Diede grande impulso ai lavori pubblici, promuovendo la costruzione di strade e di opere di notevole utilità. Con la severa applicazione della legge sulla feudalità permise che avvenisse lo sfruttamento di vaste estensioni di terreni sino allora incolti, dando maggiore sviluppo all’agricoltura.Rinnovò il sistema tributario, migliorando l’amministrazione del tesoro e diede una nuova organizzazione alle opere di pubblica beneficenza. Ordinò che fossero riservate molte cure all’istruzione, specialmente media ed elementare. In pochi anni la vita economica e morale del Mezzogiorno fu profondamente rinnovata. Di grande rilevanza furono i miglioramenti apportati in tutti i campi dalla politica murattiana, specialmente nella Media Valle del Liri, con ampi benefici economici, sociali e culturali. Gioacchino Murat aprì la stradaaiLambert, ai Beranger, ai Courrier, ai Lefebvre, ai Boimond, che si fecero promotori di diverse industrie (cartiere, lanifici, pastifici ecc.)nella Valle del Liri, oltre a rinnovarne alcune già esistenti nel XV secolo e gestite daiduchi Boncompagni ( una cartiera, un opificio per la lavorazione del rame, una fabbrica per la lavorazione di panni di lana e una per la produzione della seta). Le industrie si incrementarono a tal punto di numero, che nel 1856 ad Isola del Liri, quelle di maggiore importanza ammontavano già a quattro cartiere e a undici lanifici.

In campo socio-culturale Murat intervenne con l’istituzione di numerose scuole. Rilevante fu, nella Media Valle del Liri, il Collegio “Tulliano” (Convitto e Liceo Classico) fondato direttamente da Gioacchino Murat ad Arpino, il 2 giugno 1814. Purtroppo con la caduta di Napoleone, le forze militari di Gioacchino si rivelarono vane. Il re combatté strenuamente contro i vari nemici, ma le sue forze risultarono impari ad affrontare specialmente gli Austriaci. Sperò che la spedizione armata condotta nelle Calabrie, dopo che era stato costretto ad abbandonare il suo regno e a cercare asilo in Francia e in Corsica, gli avesse ridato la possibilità di governare ancora. Purtroppo la sua vita si concluse tristemente a Pizzo, il 13 ottobre 1815, con la fucilazione. Il convegno “La presenza di Gioacchino Murat nella Media Valle del Liri -Decennio Francese” si terrà il 6 gugno alle 10 nell’Auditorium “New Orleans” (piazza San Francesco a Isola del Liri). Interverranno Saverio Zarrelli, presidente dell'”Istituto Vincenzo Zarrelli”, Flavia Luise, docente di Storia Moderna all’Università “Federico II” di Napoli e l’economista Domenico Bartolomucci.

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