La gente ha sempre dichiarato di voler creare un futuro migliore.
Non è vero. Il futuro è un vuoto che non interessa nessuno.
L'unico motivo per cui la gente vuole essere padrona del futuro
è per cambiare il passato.

Milan Kundera

Paolo Madron a FQ: “Anche questa volta raccontiamo con Bisignani retroscena di prima mano”

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madronCentomila copie vendute de ‘L’uomo che sussurrava ai potenti‘, Chiarelettere, nel 2013, opera di esordio della coppia regina del retroscena politico, formata da Luigi Bisignani e Paolo Madron, pare proprio un bel bottino, soprattutto in tempi in cui l’editoria lamenta un calo verticale. Un risultato molto incoraggiante che rimbalza sulla nuova ‘fatica letteraria’ dei due autori, Madron direttore di ‘Lettera 43‘, e Bisignani. Entrambi sanno fare due più due e non si fanno gabbare da chi vuol mostrare loro che ne fa di più: nasce così, ancora per Chiarelettere, ‘I potenti ai tempi di Renzi – da Bergoglio a Mattarella‘. ” Siamo usciti da dieci giorni o poco più – racconta Madron a Futuro Quotidiano – e domenica scorsa, le classifiche delle vendite del ‘Corsera’ e di ‘Repubblica’ ci posizionavano già al quarto posto; la prima tiratura è stata piuttosto alta, con 25mila copie ed è pronta una seconda edizione”. Record editoriali polverizzati; in più una lettura gradevole, veloce, densa di fatti inediti. Ingredienti per replicare il successo.

Come nasce la collaborazione fra lei e Luigi Bisignani?

Ci conosciamo da quando lui era direttore delle Relazioni Esterne della Ferruzzi, a metà degli anni ’90. E’ stato spesso una mia fonte, e la nostra amicizia non è mai venuta meno in questi vent’anni.

Come mai il libro si è evoluto dal titolo ‘I due Mattei’, annunciato iniziamente, in ‘I potenti ai tempi di Renzi’?

Abbiamo voluto raccontare un orizzonte più allargato di quello che avevamo preso inizialmente in considerazione. Il fulcro dell’iniziale progetto era Renzi piuttosto che Salvini: entrambi erano madronpressocché assenti dal libro del 2013, giacché Renzi era nominato in quanto sindaco di Firenze e di Salvini non v’era traccia, nessuno lo conosceva. Via via, seguendo gli intrecci che li coinvolgevano, come i cerchi nell’acqua, l’orizzonte del manoscritto s’è ampliato e dunque abbiamo declinato i diversi scenari.

Attraverso il vostro libro arrivano al grande pubblico tanti particolari inediti che spiegano l’evoluzione di certe situazioni. E’ la vostra un’operazione di democratizzazione dell’informazione?

Abbiamo semplicemente fatto il nostro mestiere. Un giornalista deve raccontare e dare il maggior numero di particolari possibili per descrivere esaustivamente un fatto, una situazione, nonché per raffigurare i personaggi e i loro addentellati, i rapporti diretti e trasversali. E’ quello che facciamo noi, narrando tutto ciò che è inedito; il nostro è un lavoro che comporta una ricerca certosina e non ci accontentiamo mai di approfondire ulteriormente.

Oggi è il giorno in cui il gioco sull’Italicum si fa duro. Secondo lei, Matteo Renzi darà un’ulteriore prova di tirare dritto, senza farsi strattonare per la giacchetta?

Sì, ha chiesto la fiducia e questo dimostra che intende andare dritto per la sua strada, senza scendere a compromessi. Se gli andasse male, son certo che non cercherebbe di tergiversare, ma andrebbe dritto al Quirinale per le nuove elezioni. In fondo questa soluzione non gli dispiacerebbe, i numeri dicono che ancora ha un’alta popolarità.

Perché la gente ama i retroscena di palazzo, per puro voyeurismo o perché vuole conoscere davvero chi ci governa e orientarsi?

Ritengo che entrambi le componenti intervengano a spingere il pubblico verso il libro. Ai lettori piace capire, sapere, usare il particolare in più come chiave di lettura. E i nostri libri ne danno certamente tanti, di questi fatti inediti.

Uno dei baricentri della Massoneria, al momento della sua massima diffusione è stata la Toscana. E’ un caso che oggi così tanti toscani (e non solo renziani) siano contemporaneamente al potere?

E’ vero che c’è una forte colonia toscana in Massoneria. Non so, però, se sia possibile fare delle correlazioni. Quanto ai Renzi, lo escluderei, trattandosi di una famiglia molto cattolica e, dunque, in teoria, non dovrebbero esserci contiguità massoniche. Forse potrebbe ipotizzarsi una vicinanza alle Comunioni a qualcuno dell’entourage del ‘giglio magico’.

Nel libro emerge che Renzi, nell’alveo democristiano, posiziona le sue pedine in luoghi strategici e nevralgici.
Quali ruoli/cariche assegnerà nel prossimo futuro e a chi? E per quali manager pubblici è stato già riempito il contratto di rottamazione?Senato - Fiducia governo Renzi

Partiamo da questi ultimi: è certo in odore di licenziamento il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi. E pare non passarsela bene neanche il Presidente della Cassa Depositi e Prestiti, Franco Bassanini. La nomina di Andrea Guerra, l’ex manager di Luxottica, a consigliere speciale di Matteo Renzi, probabilmente, potrebbe stare ad indicare grandi incarichi in vista per lui. Sulla questione Rai, poi, girano i nomi di Vincenzo Novari e Franco Bernabé.

E’ vero, secondo lei, che, se ‘scoppiassero’ le elezioni, Salvini farebbe il cosiddetto ‘botto’?

No, non credo. La ragione è presto detta: la Lega resta un Movimento territoriale e, per quanto si adoperi, non sfonderà a Sud. Ha, pertanto, un bacino di elettori limitato.

Qualche commentatore politico ha insinuato che vi sia una gelata nei rapporti tra Renzi e Mattarella.

Chi conosce Mattarella sa che ha un carattere molto intransigente; non sarà certo un Presidente accondiscendente. Se l’idea, quando lo si indicò, era quella di portare al Quirinale una testa di legno accondiscendente che firmasse qualsiasi cosa, allora si sono sbagliati i conti.

madronIl vostro libro può essere considerato la ‘stele di Rosetta’ per aiutare gli italiani a decrittare i misteri della politica?

Mi pare una definizione un po’ presuntuosa e peccherei di vanagloria se lo affermassi. Penso, semplicemente, che si tratti di un libro per leggere cosa si cela dietro le quinte. Se dovessi dare una definizione di noi due, parlerei di ‘retroscenisti’. Siamo in possesso di parecchie informazioni di prima mano che sveliamo nelle pagine di ‘I potenti al tempo di Renzi‘. E sono talmente fondate che né sul primo e, finora, sul secondo libro ci sono arrivate smentite e neanche querele.

Sabato sera, su ‘Mille e un libro’ di Marzullo non è andata in onda l’intervista Bisignani. E questa la cifra del potente Renzi?

Trovo l’iniziativa delle due parlamentari Pd, Lorenza Bonaccorsi e Laura Cantini, in Commissione di Vigilanza Rai quantomeno un infortunio. Loro chiedevano perché si dovesse dare tanto spazio a Luigi Bisignani, che ha subìto dei processi ed è stato condannato. Mi sembra, peraltro, una situazione paradossale: Bisignani, per le sue condanne non può andare a promuovere il suo libro in Tv e il Pd ha firmato il Patto del Nazareno con un pregiudicato? Se, a loro avviso, non andava bene Bisignani da Marzullo, allora, a maggiore ragione, avrebbero dovuto anche dissociarsi dal Patto del Nazareno, vi pare?

Annamaria Barbato Ricci

L'Autore

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