La gente ha sempre dichiarato di voler creare un futuro migliore.
Non è vero. Il futuro è un vuoto che non interessa nessuno.
L'unico motivo per cui la gente vuole essere padrona del futuro
è per cambiare il passato.

Milan Kundera

A Malta un tesoro beffardo

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tesoroSe vi capitasse di ritrovare, dimenticato in una cassaforte, un ‘tesoretto’ in banconote del valore di 500mila euro o giù di lì, certamente vi riterreste estremamente fortunati. Ma la sorte beffarda può pure farvi intravedere una simile lotteria esistenziale e poi sfilarvela da sotto il naso.E’ quanto è accaduto a due coniugi vicentini, Santina e Bruno Antoniazzi che, avendo ricevuto in eredità da uno zio e sua moglie, morti senza figli, una casa di vacanze a Malta, rimasta chiusa per molti anni, hanno avuto, lo scorso Natale – allorquando un loro cugino si era recato sull’isola per verificare lo stato di conservazione dell’immobile ereditato – la strabiliante sorpresa di ritrovare, celata in una cassaforte a muro, una ingente somma di denaro in cartamoneta ormai superata: in lire e non in euro. In tutto, si trattava di quasi un miliardo di lire, una cifra non disprezzabile neanche oggi.

L’eredità con tesoro annesso, però, si è rivelata fonte di amarezze: dopo l’esultanza della scoperta, Santina e Bruno si sono ritrovati nella difficoltà di convertire in euro quella montagna di biglietti di banca, ormai fuori corso in Italia (e a Malta, anch’essa membro della Ue, anche se non in area Euro). Le banche maltesi, a oltre 10 anni dall’avvento dell’euro, non possono, infatti, cambiare le lire nella moneta attualmente corrente in Italia; e probabilmente ciò non può farlo neanche Bankitalia, perché dovrebbe essere ormai scaduto il termine per la conversione. Oltretutto, le banconote non possono lasciare l’isola di Malta, perché si tratterebbe di contrabbando di valuta (per quanto fuori corso). Unica soluzione, mettere la somma in una cassetta di sicurezza d’una banca maltese, in attesa di trovare un cavillo normativo. La buttiamo lì, come provocazione: e se i coniugi Antoniazzi affidassero il malloppo all’ambasciata italiana a Malta (area extraterritoriale), sarebbe facilitato il trasferimento della somma, giacché l’Ambasciata stessa potrebbe essere delegata da Bankitalia a fare da ponte per il cambio? Forse, però, la notizia, per quanto corredata di nomi, cognomi e circostanze, è un ballon d’essai: qualcuno sostiene, infatti, che a Malta il cambio è possibile farlo fino al 31 gennaio 2018. Quale sarà la verità? E quale l’imposizione fiscale che alleggerirà il malloppo?

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