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Gianni Rodari

Manicomio Kazakhstan, il regime che manda ai pazzi

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Cosa succede ad Astana? Negli ultimi anni, a causa della sua attività professionale, la cittadina kazaka Zinaida Mukhortova, attivista impegnata sul fronte dei diritti civili, è stata forzatamente ricoverata in diversi ospedali psichiatrici.

Nel 2012, a seguito di una reazione internazionale su larga scala, Zinaida Mukhortova era stata rilasciata dal trattamento coatto. Spenti i fari dell’attenzione internazionale, ultimamente, Zinaida Mukhortova è stata di nuovo detenuta e forzatamente sottomessa ai trattamenti in un ospedale psichiatrico. Il 24 giugno 2014, i medici hanno cominciato a effettuare a Zinaida delle iniezioni con una sostanza sconosciuta, dopo le quali il suo stato di salute è notevolmente peggiorato.

L’incidente ha provocato un’immediata reazione mediatica, a seguito della quale, secondo quanto riportato da Radio Azattyk, i medici hanno smesso di somministrare a Zinaida la sostanza non identificata. Il suo stato di salute è lievemente migliorato.

In un reportage, l’emittente della dissidenza kazaka Radio Azattyk riferisce: “L’assurdità delle accuse contro Mukhortova é evidente, e mette le autorità in una posizione strana, facendo si che esse temano qualsiasi copertura mediatica. Il caso di Zinaida Mukhortova è molto “scomodo” per le autorità del Kazakistan perché costituisce ancora un esempio chiaro delle violazioni degli obblighi internazionali dalla parte del Kazakistan. I sempre più ricorrenti casi di trattamento psichiatrico coatto come metodo di lotta contro il dissenso sociale nel paese è un’ulteriore conferma del fatto che le dichiarazioni delle autorità del Kazakistan sull’intrapresa direzione democratica rimangono pure dichiarazioni”.

Il caso di Zinaida Mukhortova rimane grave e urgente, siccome il 7 agosto 2014, secondo quanto riportato da Radio Azattyk, la commissione medica ha decisione di prolungare l’ospedalizzazione forzata di Zinaida Mukhortova al reparto di psico-neurologia dell’ospedale di Balqas per un periodo indefinito. La commissione medica in questione era composta dai medici dell’ospedale di Balqas che avevano già precedentemente forzatamente sottomesso Mukhortova al trattamento psichiatrico.

Il caso di Zinaida Mukhortova è un ulteriore esempio di come le autorità kazake si servano di strumenti estremi per lottare contro il dissenso nel paese e che lo fanno, spesso, in violazione dei propri obblighi internazionali, degli standard internazionali nell’ambito del rispetto dei diritti umani e delle leggi e norme internazionali e interne.

Ciò rimane particolarmente preoccupante visto che il Kazakhstan sta seguendo la procedura per entrare nella WTO e sta negoziando con l’UE il nuovo, avanzato accordo di partenariato e cooperazione. Tali azioni delle autorità del Kazakhstan non possono rimanere senza reazione.

Lanciamo attraverso Futuro Quotidiano un appello ai rappresentanti dell’OSCE, delle Nazioni Unite e dell’UE presenti nella Repubblica del Kazakistan, chiedendo a loro di visitare Zinaida Mukhortova nell’ospedale di Balqas per monitorare gli sviluppi nel suo caso e le condizioni in cui viene ospedalizzata. All’Italia, che ha la Presidenza di turno dell’Unione Europea, il compito di levare la sua voce nell’ambito della tutela dei diritti umani e civili e del rispetto della dignità della persona.

Inoltre, chiediamo alla comunità internazionale politica e sociale di mandare le lettere alle relative autorità kazake (menzionate nel nostro articolo in allegato), chiedendo l’immediato rilascio di Zinaida Mukhortova, il riesame del suo stato mentale, se necessario in collaborazione con esperti internazionali, portare alla giustizia tutti quelli responsabili per la sua illegale ospedalizzazione, la revisione della motivazione legale dei risultati delle analisi svolte dai periti legali del tribunale e dell’ospedale, secondo le quali Zinaida Mukhortova è stata dichiarata mentalmente instabile, che i risultati delle analisi dei medici e dei periti internazionali, secondo le quali invece, Zinaida Mukhortova non soffre di nessun disturbo mentale, vengano presi in considerazione.

Anna Koj
Fondazione Open Dialog

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