Aumentano le aggressioni nei confronti di medici e infermieri. L’allarme è arrivato dal convegno No alla violenza agli operatori della sanità , organizzato dall’Ordine dei Medici di Roma. Le aggressioni attualmente sono un fenomeno in aumento dovuto a vari motivi, molto spesso legati alla crisi economica, sociale e di identità che è in atto nel Paese. Ma a volte anche provocati dalla mancanza di organizzazione e funzionale di alcune strutture pubbliche e private, che a volte esaspera gli utenti. Al convegno è intervenuto anche Foad Aodi, medico fisiatra, fondatore di Amsi (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia ) e dell’Umem (Unione Medica Euromediterranea), che ha portato la solidarietà di queste associazioni e sua personale a tutti i medici e ai professionisti della sanità che subiscono aggressioni d’ ogni genere. Ma ha illustrato i dati forniti dallo sportello Amsi e dal movimento internazionale transculturale interprofessionale ” Uniti per Unire” riguardo a tutti gli episodi di discriminazioni nei confronti di medici e professionisti della sanità d’ origine straniera negli ultimi 3 anni ( 2015-2017), che risultano essere in aumento del 40 per cento
Sono stati segnalati, ha riferito, ben 600 episodi di discriminazione, di cui 400 compiuti nei confronti di medici e odontoiatri stranieri: cui bisogna aggiungerne altri 200, inerenti ad altri professionisti della sanità stranieri (infermieri, fisioterapisti, farmacisti ,psicologi…)
Il 70 per cento dei casi si è verificato al nord e il 30 per cento al sud .Il 50 per cento del totale degli episodi è stato provocato solo da motivi legati al colore della pelle o ai Paesi di origine. Il 25 da motivi economici , riguardanti personale sottopagato, pagato spesso in ritardo dopo 3 mesi di prova gratuita e non confermato, come promesso nei colloqui iniziali, Il 15 per cento per problemi inerenti alla lingua italiana. Il 10 per cento per problemi religiosi (aspetti vari , abbigliamento e velo …).
Aodi ha anche ribadito l’ importanza dell’unità della categoria medica per affrontare tutte le problematiche in modo collegiale, in modo da avere più ascoltò dalle istituzioni e dalle forze politiche .
“L’ Italia non é ne’ sarà mai un Paese razzista”, ha sottolineato: “nonostante alcune proposte di legge che profumano di razzismo , populismo e strumentalizzazione politica”.