La mutilazione per cui la vita perdette quello che non ebbe mai,
il futuro, rende la vita più semplice,
ma anche tanto priva di senso.

Italo Svevo

A Napoli le opere d’arte prendono la parola

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Un viaggio culturale tra il reale e il digitale per immergersi nella scultura napoletana del secondo Ottocento e primo Novecento. È con questa idea che nasce la prima mostra con opere ‘parlanti’ in Italia. La città prescelta è Napoli dove nel Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore, fino al prossimo 31 gennaio, è stata allestita la mostra “Il Bello o il Vero”, a cura di Isabella Valente.

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Un’occasione unica nel suo genere, dove le protagoniste della scena sono le opere d’arte che questa volta possono interagire direttamente con il pubblico. Le sculture infatti prendono letteralmente la parola spiegando, in più lingue e anche con un linguaggio diverso a seconda della persona che si trova di fronte, ad esempio un bambino o un esperto del settore, la loro storia.

napoli_mostra_sculturaA metterci lo zampino è stata ovviamente la tecnologia, precisamente quella del progetto Opere parlanti Show (Ops) del Distretto ad Alta Tecnologia dei Beni Culturali (Databenc). La ‘magia culturale’ è resa possibile infatti grazie a un dispositivo chiamato ‘grillo intelligente’, cioè un sensore installato nelle sculture e a un’app per tablet e smartphone.

In questo modo il pubblico, avvicinandosi alle 250 opere protagoniste della mostra e provenienti da musei e collezioni di tutto il Paese, potrà in pochi istanti interagire con queste, provando un’esperienza del tutto nuova. Un’esperienza resa possibile coniugando insieme la cultura e la tradizione, regine indiscusse del nostro patrimonio artistico, con l’alta tecnologia, sempre targata “made in Italy”.

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