La mutilazione per cui la vita perdette quello che non ebbe mai,
il futuro, rende la vita più semplice,
ma anche tanto priva di senso.

Italo Svevo

Ordine di Malta, più dame che cavalieri e sempre più on the road accanto ai poveri

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Dalle mense all’assistenza agli anziani e alla famiglie, l’impegno di solidarietà delle donne del Gran Priorato di Roma. “Non insegniamo niente, stiamo accanto ai poveri. Spezziamo il pane con loro, nelle tante sere della nostra Emmaus”

I loro sguardi discreti accolgono sulla soglia delle mense, dove ogni giorno centinaia di persone, anche in giacca e cravatta, chiedono un pasto caldo. Le vedi servire a tavola, sgranando attenzioni e rosari di misericordia per i nuovi poveri. Senza far pesare nulla, con quel sorriso che conosce gli strani venti della vita. Nella storia alcune solitudini si scelgono, altre ce le troviamo addosso. E chiedono risposte. Le Dame del Gran Priorato di Roma dell’Ordine di Malta hanno una parola per tutti. Da tempo hanno lasciato i salotti, per vivere il Vangelo della strada, accanto ai nuovi poveri, quegli ‘ultimi’ che ci precederanno in Cielo. Nelle mense e sulla strada, dove si cerca Dio e l’altro con parole asciutte e si mastica il sale di tante attese, le donne dell’Ordine sono Salmi recitati fra strade e ospedali, si fanno compagne di viaggio di poveri e viandanti di senso che cercano risposte. Raccontano la sequela, come le madri di Gerusalemme, e chiamano a un’istanza sul largo della Speranza. Sulle labbra, litanie di antiche sapienze e pensieri lunghi che scavalcano molte ombre di indifferenza. Conoscono il segreto dell’alterità, pietra angolare di ogni vero impegno evangelico, perché i poveri sono la carne di Cristo sofferente.

L’impegno sul campo

La forza del Gran Priorato di Roma è l’impegno sul campo. Rapporto sulle attività caritative del Gran Priorato di Roma nel ordine di maltasolo 2013 parla di 101.385 ore di volontariato; 607 i volontari e 980 i membri, per un totale di 1.587 risorse che portano in strade, stazioni, ospedali e mense il Vangelo della carità. Circa 3 mila le persone assistite: si va dai pranzi per i poveri a progetti di assistenza sociale e medica, distribuzione di vestiario e alimenti. Sempre nel 2013 sono state 30.538 le ore di assistenza sociale, dono di 484 risorse dell’Ordine, e 873 le ore di assistenza medica assicurate da 24 risorse. Ma non solo: sono infatti circa 55 mila i capi d’abbigliamento distribuiti, 2.836 i pacchi-viveri donati ai bisognosi, per 10.602 quintali in 27.772 ore di impegno in prima linea sul fronte delle nuove povertà; 600 i pasti per i poveri, 720 le ore impegnate in Progetti Speciali a favore dei giovani, mentre nel servizio su strada i pasti distribuiti sono stati 30 mila, con 25.600 ore di impegno di 40 risorse. Ammontano invece a 172.879 euro le donazioni. Una parola usata nel Nuovo Testamento, e soprattutto in Giovanni, è kathòs, come: Amatevi come io vi ho amati. Il kathòs è il fondamento biblico che cuce l’avvento della Trinità e l’esodo dell’uomo che porta i propri passi verso i sentieri della differenza del Dio che viene. Per le discepole dell’Amore, questa è la bellezza di un Volto riconosciuto e amato tra altre storie. Una minestra calda e una parola detta al tempo opportuno, sono una preghiera che esce dalla carne di vissuti, e racconta lotte per arrivare a sera. “La Carità – spiegano le Dame e Donate del Gran Priorato di Roma – è la strada per conoscere a amare Dio nella storia. Con i fatti. Noi non insegniamo niente, stiamo accanto ai poveri. Spezziamo il pane con loro, nelle tante sere della nostra Emmaus. Vogliamo bene ai semplici, perché di essi è il Regno”. Il Dio della Vita non abbandona chi lo cerca e lo perde, con tutto il cuore. Tra l’esodo dell’uomo e l’avvento dell’Altro, insegnano le donne del Gran Priorato di Roma, “c’è la Porta della Bellezza dove abitano i fratelli e le sorelle bisognose. Stanno sotto il portico, aspettando misericordia. Perciò le nostre porte sono sempre aperte, e abbiamo in cantiere altri progetti di assistenza”. Ascoltano storie di naufragi familiari, raccolgono mani che hanno la riga delle corde di porti mancati.

La formazione delle Dame

ordine di maltaLa formazione delle Dame e delle Volontarie del Gran Priorato di Roma è un messaggio univoco che vede nel povero il fratello da aiutare, attraverso la personalizzazione della carità, con modelli di assistenza diversificati, dai malati ai bambini. Mani che si tendono, quelle delle Dame, più numerose dei Cavalieri nel portare aiuto al prossimo. Hanno fatto la loro scelta: dal focolare della propria sicurezza alla ‘prima linea’ dei sanpietrini romani, per fare esperienze di umanità. “Il volontariato – spiega con un sorriso fraterno il Gran Priore di Roma, Balì fra Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto – non è fare le cose nel tempo libero ma donare del tempo vero a chi ha bisogno. Fare un tratto di strada insieme, sui sentieri del Dio incarnato, perché nulla di ciò che viene costruito con profonda umanità può essere contrario alla fede. Aver cura dell’altro significa scrivere in questa storia la legge della Misericordia, rendendo la solidarietà un viaggio fraterno”. Fra Giacomo ha dato fiducia a queste donne di cuore, e da questo percorso non si torna indietro. Spiega una Dama: “I poveri sono segno e strada per conoscere il volto del Verbum abbreviatum che ha amato l’uomo alla follia. Nella risposta credente, si riflette la scintilla di quella Gloria venuta a mettere le sue tende tra le nostre periferie esistenziali”. Per la grande ‘Parrocchia’ del Priorato che abbraccia Lazio, Toscana, Umbria e Marche, sono come il nardo di Maria Maddalena e le mani che tolgono bende a Lazzaro. Segno di un Amore non straniero, ma vero. E prossimo. Che fa rotolare pietre dal sepolcro. Insieme ai Cavalieri e ai Donati, le Dame e le Volontarie del Gran Priorato di Roma assistono anziani e i ‘signori malati’, e ora lavorano al progetto di una grande Casa di accoglienza a Roma per padri separati. Un’altra porta di speranza che si apre, perché nessuno resti solo.

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1 commento

  1. E’ la cavalleria che non esiste più. Ovviamente non quella alla lettera, ma quale modo di vita e di valori condivisi e da condividere. Impera l’altruismo e l’arrivismo per sete di denaro attraverso il quale si ottiene il potere del comprare tutto anche la dignità di esseri umani. Viviamo tempi oscuri sotto tutti i punti di vista. Regna l’arroganza del privilegio da comprare.

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