Il guaio del nostro tempo è che il futuro non è più quello di una volta.

Paul Valéry

SANGUE E MORTE, IL SOGNO DEL CALIFFATO

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Non si arresta l’avanzata dello Stato Islamico, nato ufficialmente nel giugno dello scorso anno nei territori di Iraq e Siria. Il leader supremo Abu Bakr al Baghdadi sogna di restaurare l’antico califfato e di sottomettere al suo potere tutta quanta la grande nazione islamica, dalla penisola arabica al Nord Africa e oltre ancora. La campagna di reconquista è partita ufficialmente da novembre con la tecnica collaudata del franchising jihadista che funziona così: l’Is ci mette il brand, ma dà in gestione il terrore ai miliziani già operativi nelle sue nuove province o wilayat. Un risiko di bandierine nere, diventate icone di morte, di atroci massacri e di devastazioni. L’ultima è stata piantata tra l’Afghanistan e il Pakistan con tanto di proclama ufficiale lo scorso 26 gennaio. Terreno fertile Abu Bakr lo ha trovato in Egitto grazie al gruppo Ansar Bayat al Maqdis, in Algeria dove ha reclutato gli uomini del Jund al Khilafah e in Libia, dove i miliziani locali gestiscono i mezzi di informazione e sono riusciti a dare grande clamore alle azioni che hanno messo a segno contro il governo. Resta in ombra invece l’Is nello Yemen e nelle regioni saudite, dove si sta conquistando le simpatie di molti ex qaedisti.

La Bbc ha tracciato una mappa delle ramificazioni del Califfato paese per paese

Egitto

Abu Bakr

Abu Bakr al Baghdadi

Lo Stato Islamico ha inglobato al suo interno il gruppo Ansar Beit al-Maqdis, nato durante la rivoluzione del 2011, e sta prendendo il pieno controllo del Sinai. I miliziani locali hanno un proprio logo Is, che utilizzano per la propaganda e attraverso i propri media, simile a quello adottato dal Califfato in Siria e Iraq. Non agiscono più soltanto nella provincia, ma hanno esteso la loro zona d’azione, hanno rivendicato attacchi al Cairo e nel deserto occidentale e stanno potenziando i loro rapporti con i terroristi attivi in Libia.

Libia

Lo Stato Islamico nelle ultime settimane si è attivato in maniera impressionante nel Paese. Si è impossessato del controllo dell’informazione e il gruppo operativo sul territorio è quello più di ogni altro legato all’Is-madre che è di base in Siria e Iraq. La sua influenza si estende soprattutto ai centri orientali urbani, come Darnah e Begasi nella provincia di Barqah, dove i miliziani di al Bhagdadi sono riusciti ad allearsi con gruppo Majlis Shura Shabab al Islam e a crescere autonomamente. Lo Stato Islamico ha anche proclamato sue province Fazzan e Tripoli, dove ha firmato l’attentato del 27 gennaio al Corinthia Hotel nel quale sono morte nove persone.

Algeria

Non è ancora chiaro se la dichiarazione di fedeltà all’Is, arrivata da Jund al-Khilaf, sia stata accettata da Baghdadi. La formazione, che l’anno scorso si separò dall’Aquim, il ramo nordafricano di al Qaida, si è autoproclamata provincia algerina dello Stato Islamico. Il gruppo è finito sotto i riflettori quando, in settembre, ha annunciato la decapitazione del turista francese Herve Gourdel.

Yemen e Arabia Saudita

Lo Stato Islamico ha provocato l’ira dell’Aqab, il braccio yemenita di al Qaida, quando al Bhaghdadi lo scorso novembre ha annunciato unilateralmente la nascita di nuove province nello Yemen e in Arabia Saudita. Sebbene non siano seguite azioni clamorose attribuibili al Califfato, l’iniziativa ha avuto una straordinaria carica simbolica: da un punto di vista dell’immagine, l’Is ha segnato molti punti a suo favore a tutto svantaggio per la rete creata da Osama Bin Laden, impegnata a mantenere la leadership del terrore nel mondo.

Afghanistan-Pakistan

L’Isis ha messo piede anche in Afhghanista e Pakistan, dove ha ottenuto un riconoscimento formale speciale, con il leader Hafiz Sa’id Khan, ex comandante talebano. Il gruppo ha preso il nome di Provincia del Khorasan, termine storico usato dai jihadisti in riferimento alla regione.

Altre regioni

Mentre dall’Is non sono arrivati nuovi annunci relativi alla nascita di altre province sotto il controllo del Califfato, molte fonti riferiscono che ogni giorno c’è un gruppo jihadista che giura fedeltà allo Stato Islamico, dal Caucaso all’Indonesia, dalle Filippine alla Nigeria, dove operano i Boko Haram, che in questi mesi hanno moltiplicato le loro azioni di sangue.

Ildegarda Seaman

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