La miglior cosa del futuro è che arriva un giorno alla volta.

Abraham Lincoln

Stop degli animali del pallone. Fuori il calcio da Roma

0

++ Calcio: danni a Barcaccia dopo passaggio tifosi ++Fuori il calcio dalle porte di Roma. Gli animali del pallone –indigeni o stranieri- non meritano la grande bellezza. Lo scempio della Barcaccia del Bernini, il gioiello barocco ai piedi della scalinata di Piazza di Spagna, danneggiato e trasformato dalla furia barbarica degli hooligan olandesi in una discarica, è una ferita profonda inferta alla città, a chi ci vive, alla cultura, all’arte. Una ferita sulla quale non si può e non si deve passare su.

Dobbiamo farcene una ragione: il calcio è malato, affetto da una forma di tifo endemico e bestiale, da una violenza estrema che va estirpata con coraggio e che nessun altro sport conosce. Non sono solo gli olandesi supporter del Feyenoord i barbari. Non dimentichiamo cosa accadde a maggio di un anno fa all’Olimpico, quando, durante la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, la furia degli ultras delle due squadre lasciò sul campo anche un ferito a morte, l’ultimo di una lunghissima scia di sangue.

Si impoga alle squadre un deposito cautelativo e si gioche a stadio chiuso
E poi, diciamo basta, una volta per tutte, alla retorica ipocrita di chi, come il presidente della Figc Carlo Tavecchio, si dichiara “sconcertato per quello che è accaduto a Roma” e o di chi invita il mondo del calcio a rispondere unito “con fermezza a episodi del genere”. Del disappunto di Tavecchio, di Malagò e degli altri possiamo fare benissimo a meno. Vuote parole come vuoti a rendere. La macchina del pallone, che produce tanti, troppi soldi non si può fermare? Allora perlomeno si imponga alle squadre di effettuare per ogni gara che si disputa un deposito cautelativo a scopo risarcitorio in caso di danneggiamenti.

calcio

Oppure si sospendano le trasferte delle tifoserie e si giochi a stadio chiuso. Che se le guardassero in tv le partite! Ma stop alle dichiarazioni ipocrite, al gioco allo scarica barile delle responsabilità e degli inutili scambi incrociati di accuse ai quali assistiamo in queste ore. Si prendano decisioni drastiche, una volta tanto. Con coraggio. E intanto l’Europa League e le altre coppe si spostino altrove, lontane dalle città. Ma non dobbiamo mettere a rischio nostri gioielli d’arte, né tenere per ore in ostaggio cittadini e turisti. Oggi oltre 1300 uomini delle forze dell’ordine sono stati costretti a intervenire per cercare di contenere l’onda d’urto di seimila hooligans. E domani si farà la conta dei danni. Intanto? Oltre ai processi per direttissima già celebrati e a qualche fermo, chi pagherà?

Velia Iacovino

L'Autore

Lascia un commento