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Vino rosso, l’elisir per una lunga memoria

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L’elisir per una lunga e buona memoria sarebbe nascosto nel vino rosso. Il merito è del resveratrolo, un antiossidante in grado di contrastare le difficoltà di apprendimento e memoria. Due bicchieri di vino rosso aiuterebbero inoltre anche la circolazione sanguigna e a migliorare il peggioramento dell’umore.

vino-rossoGli effetti benefici del vino rosso

A rivelarlo è l’ennesimo studio fatto sulle proprietà benefiche dell’uva; uno studio preliminare, che per ora si è svolto solo sugli animali, presso il Texas A&M Health Science Center College of Medicine da Ashok Shetty e pubblicato sulla rivista Scientific Reports, edita da Nature. Una ricerca che è stata promossa dal Centro Nazionale Usa per la Medicina Complementare e Alternativa (NCCAM) afferente ai prestigiosi National Institutes of Health statunitensi.

Studi questi che mettono in evidenza gli effetti positivi che alcuni alimenti, quali l’uva o il vino, possono avere sulla nostra longevità. Se allora è in genere sconsigliato un uso eccessivo di questa bevanda alcolica, due bicchieri al giorno invece potrebbero apportare degli evidenti benefici sia per la nostra salute mentale che per quella fisica.

Un calice di rosso per brindare alla nostra memoria

La ricerca americana è stata per ora effettuata su roditori di un’età equivalente a quella di individui anziani. Somministrando a questi del resveratrolo si sono infatti evidenziati miglioramenti di memoria e nel loro cervello c’è stato anche un raddoppio della formazione di neuroni nuovi (la neurogenesi) nell’ippocampo, ovvero nei centri di memoria e apprendimento. Cosa invece che non è accaduta a quei topolini coetanei dei precedenti ai quali invece è stata somministrata una sostanza placebo. Il risultato emerso da questi studi porterebbe a ben sperare anche per il genere umano. Secondo il ricercatore Ashok Shetty che se ne è occupato roditori e umani sono molto simili per quanto riguarda i processi fisiologici dell’invecchiamento. Che allora un bicchiere di rosso possa funzionare meglio di altri rimedi ‘anti-aging’?

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