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Gianni Rodari

Yemen: peggiora salute giornalista in carcere Houthi

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L’appello della sua famiglia

La salute di un giornalista yemenita, detenuto nelle carceri dei ribelli Houthi, è peggiorata. La famiglia del giornalista yemenita rapito nelle carceri del gruppo filo iraniano a Sana’a, sul cui capo pende una condanna a morte, Tawfiq Al-Mansoori, ha chiesto all’Inviato delle Nazioni Unite, alla Croce Rossa e al Sindacato dei giornalisti yemeniti di fare pressioni sulla milizia per il suo trasferimento in ospedale in modo da fornirgli assistenza sanitaria completa, a causa del deterioramento delle sue condizioni fisiche.

E’ quanto si legge in una comunicazione urgente inviata dalla famiglia del cronista, mercoledì sera 27 luglio, dopo aver ricevuto informazioni circa il fatto che Al-Mansoori si trova in condizioni di salute molto critiche.

“Le informazioni confermate indicano che la vita di nostro figlio Tawfiq è in pericolo e ha bisogno di un trasporto urgente in ospedale, cosa che gli Houthi hanno rifiutato per mesi”.

La famiglia in lutto ha anche indicato che le condizioni di salute di Al-Mansoori sono peggiorate negli ultimi anni e che ha mostrato sintomi di malattie croniche mortali a seguito delle torture fisiche e psicologiche a cui è stato sottoposto con i suoi colleghi, oltre a privarli di cibo, salute cura ed esposizione al sole.

E ha ritenuto che l’insistenza della milizia Houthi a non concedere a Tawfiq l’assistenza sanitaria è solo in attuazione della minaccia del supervisore diretto della prigione, Abu Shehab Al-Murtada, il quale in precedenza aveva promesso che avrebbe ucciso Al-Mansouri e i suoi colleghi con una morte lenta.

La famiglia del giornalista ha invitato la comunità internazionale e tutti coloro che sono interessati ai diritti umani e alla libertà di opinione e di espressione ad agire con urgenza per fare pressione sugli Houthi affinché lo trasferiscano in ospedale e gli forniscano piena assistenza sanitaria.

La milizia ha rapito il giornalista Al-Mansouri il 9 giugno 2015 e lo ha condannato a morte con altri 3 giornalisti.

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