«Lei sogna di ..far tredici? » Ma lo farà sicuro!

Gianni Rodari

Quello che le donne non dicono

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donneCosa c’è di più scontato del luogo comune sulle donne e sui vestiti? Sto parlando di quando gli uomini, a tavola, o attorno a un tavolino mentre si sorseggia l’amaro o il caffè, commentano: «Ah, ma state di nuovo parlando di scarpe? Ma non vi stancate mai?». Che poi la prima cosa che viene in mente è di rispondere: «Invece le vostre cicliche conversazioni di come scaricare un porno, cosa faresti a quella modella o a quell’altra attrice, e perché il giocatore di calcio Tal De’ Tali se n’è andato dalla vostra squadra del cuore, sono paragonabili ai massimi sistemi, giusto?”. Ma la questione è annosa, radicata in antichi retaggi culturali, chiusa in aspettative secolari che probabilmente non si scardineranno mai. Pertanto, le donne resteranno per sempre, nell’immaginario comune, dei gruppetti di galline appollaiate intente a discutere di rossetti e vestiti. Mentre gli uomini saranno lì, con le sigarette tra le dita, a sorseggiare l’amaro ghiacciato in una sera d’estate mentre si scaldano sull’esito del campionato. Ma c’è una verità che forse si conosce solo per sentito dire. Ed è che nelle nostre chiacchiere di vestiti, scarpe, prodotti beauty, etc. molto spesso non stiamo parlando di noi. Ma dei nostri uomini, fratelli, amici, colleghi. Parliamo di quella volta che noi, pronte, taccate, orecchini, borsetta in mano, stiamo ore a guardare Brad Pitt (magari!) che si liscia i capelli da un lato, si toglie la giacca, la butta sulla spalla, fa le facce e le espressioni più cool, poi risvolta i pantaloni, poi li rimette giù, ma alla fine li rigira di nuovo, perché fa più “hipster”. Ma a quel punto si accorge che la t-shirt a righe ci starebbe meglio della camicia, e allora si sbottona lentamente, senza smettere di fissare lo specchio, col quale a questo punto tu cominci seriamente a credere abbia una relazione non più tanto segreta. Inizia a infilarsi la maglietta come la vecchia pubblicità della coca-cola, e tu riesci addirittura a sentire la colonna sonora cantata da Etta James “I Just Want To Make Love To You”. Ve la ricordate? Ed è solo alla fine di tutto il brano che lui torna in bagno, si mette due gocce di Chanel Allure Uomo, esce e ti chiede: “Sei pronta?”. Tu lo guardi tra il sorpreso e l’esasperato, seduta sul puof dell’ingresso, con il gatto sulle ginocchia, i ferri in mano mentre completi i corredini per tutti i nipoti che potresti avere nei prossimi cinque anni.

E non è niente. Perché se stiamo parlando di armadi e guardaroba è solo perché, contrariamente a quanto si crede, possediamo l’armadio più piccolo, in cui strizziamo vestiti, cappotti, scarpe e di cui ci sentiamo accusare, quando compriamo qualcosa di nuovo: «Ma hai così tante cose che non ti stanno più dentro!». Solo perché il nostro armadio ha due ante e il vostro quattro. Si chiama Fisica. Mentre si chiama Mistero il fatto che un uomo abbia 32 camicie, per lo più tutte uguali, pantaloni e pullover dello stesso colore e della stessa foggia, sedicimila paia di scarpe puntualmente lasciate parcheggiate nella cesta accanto alla porta, probabilmente perché soffrono di claustrofobia e hanno paura di tornare nelle scatole. E così a noi piace raccontarci queste cose, perché ci sentiamo meno sciocche, meno superficiali, meno sole. Perché le donne non lo dicono, ma se si spalmano le creme più costose sul viso è solo perché vogliono che il proprio uomo, le proprie amiche, i propri padri, fratelli, amici, colleghi, vedano in loro ancora quel viso sorridente e allegro e spensierato di sempre. Per ricordarsi di tutte le cose di cui devono farsi carico – come le bollette, le revisioni della macchina, la spesa, le pulizie, gli appuntamenti, i dolori nascosti, le cose non dette e che si aspettavano sentirsi dire, le manie loro e degli altri – per superare tutto comprano un rossetto, e sembra che il mondo sia di nuovo un Eden perfetto. Aprono l’armadio e vi infilano con gioia mista a eccitazione un nuovo top di seta, di cui non avevano assolutamente bisogno, ma che le rende felici come non mai. E poi, insieme a questo, piegano la biancheria nuova appena acquistata per il marito, buttando quella lisa. Appendono la camicia nuova di lino che lui lamentava di non avere, e che quando infilerà prendendola dall’armadio, commenterà: «Ah, lo vedi? Sapevo che c’era!». Ed è proprio in quel momento, io lo so, ognuna di noi si chiede se tutto questo abbia un senso. Manzoni scrisse: «Fu vera gloria?». Non lo so, non mi resta che chiosare ancora con lui: «Ai posteri l’ardua sentenza».

Samantha Catini

L'Autore

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