La mutilazione per cui la vita perdette quello che non ebbe mai,
il futuro, rende la vita più semplice,
ma anche tanto priva di senso.

Italo Svevo

A quale mamma della Disney somigli di più?

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mammaL’altro pomeriggio mi sono trovata in mezzo ad una rissa fino all’ultimo colpo. Eravamo in giardino ad un compleanno di un bimbo e i nostri figli si rincorrevano in gioco. Sembrava un’arena. Bisognava lottare e superare differenti livelli. Innanzitutto proteggersi e al tempo stesso attaccare. La posta in gioco al primo round era un motociclo un po’ sgangherato. Ero stata invitata da una mia amica pure lei neomamma. Stavamo tra donne: noi in divano e i bambini di poco distanti. C’era arietta – almeno io avevo freddo- così sono stata la prima ad alzarmi per coprire mio figlio. <<Guarda che è caldo>>, m’ha detto una mamma facendomi sentire un po’ troppo antica. Così gli ho agganciato soltanto l’asola del primo bottone. A quel punto e’ arrivato il caffè. Me ne stavo seduta in panchina quando vedo Paolino che vuole il camion pompieri che sta nelle mani del mio cuccioletto.

E’ vero Paolino?, ha detto sua madre. Poi anche Carletto ha preteso lo stesso giocattolo. Vero Carletto? Ha replicato l’altra signora del gruppo. E’ li’ che mio figlio ha urlato : << e’mmio>>, mandando al tappeto il primo avversario. Sembrava un esperto di kung fu, eppure ha solo due anni. Io ho un po’ sorriso, ma non mi è sembrato carino così mi sono finta assai dispiaciuta. Nel frattempo i caffè sono rimasti a freddarsi sul tavolo mentre noi mamme eravamo tutte intorno ai bambini come gli allenatori di un ring. Una signora ha sussurrato qualcosa all’orecchio del suo – tipo frasi di ispirazione vudù – perché da quel momento il ragazzino ha cominciato a reagire. Poi e’ arrivata l’ora della merendina. Ho visto con i miei occhi una mamma conquistarsi una fetta di torta con l’intera faccia di Peppa colorata di zucchero rosa. Il bambino di un’altra piangeva: voleva quella stessa porzione. Eppure la donna, cellulare all’orecchio, ha fatto finta di nulla e continuato ad imboccare la propria creatura. Poi, finito il time out, quando i lottatori più abili erano all’apice della battaglia  (e le madri sorvolavano intorno come elicotteri Apache) e’ arrivata una raffica di aria caldissima. Era una mia amica col phon: asciugava il sudore un po’ dietro il collo del figlio. A suo dire grondava di acqua. A quel punto sembrava che c’erano pericoli ovunque. Le piante grasse per via delle spine, la pompa dell’acqua, il gradino di mezzo centimetro alto e persino i sassolini, l’erba e le zollette di terra.

Così la più lesta di tutte e’ corsa a disinfettare le mani del proprio bambino. <<Adesso basta>>, ho sentito. E poi un lunghissimo pianto. Una mamma mi ha chiesto a che ora di solito io facevo il bagno al pupetto così -forse per associazione di idee- ho tirato via dalla borsa una canotta di lana e l’ho infilata a mio figlio. Ero distratta, lo ammetto. Così all’arrivo dei palloncini non sono riuscita a prendere quello colorato di azzurro da dare ai maschietti. Gli ultimi due se li e’ accaparrati la mamma di Carlo. <<Dai, amore, aspetta. Ora il bimbo te ne da’ uno, vedrai..>>. Ho aspettato un po’ di secondi. Ma poiché Carletto durante la lotta di prima le aveva prese dal mio, allora la mamma dapprima ha fatto finta di nulla. Poi però ci ha pensato perché ha detto: <<ecco>>. Aveva sulla faccia un sorrisetto cattivo: sembrava Mirage, la perfida strega di Aladdin. Così ci ha regalato il palloncino rosa con la stampa di Barbie.

Fiorella Corrado

L'Autore

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