Ecco qual è il problema del futuro:
quando lo guardi cambia perché lo hai guardato.

Lee Tamahori

Bamboccione cinese condannato a lavorare

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La politica del figlio unico, per anni attuata in Cina, come artificiosa regolamentazione delle nascite, ha una paradossale conseguenza in una coppia che ha portato in giudizio il proprio ‘erede’ ventinovenne, che, da ‘bamboccione’, s’era accollato ai genitori senza dare segno di volersi trovare un lavoro. L’alibi adottato dal giovane ‘lavativo’ è che lavorare non lo stimola, in quanto è una ‘cosa noiosa’.

Genitori in tribunale contro un figlio che non vuole lavorare

bamboccioneIl rivolgersi al Tribunale è stato l’ultimo passo tentato dagli esasperati genitori contro Xu Quing, dopo una serie di ultimatum andati a vuoto. Il giudice ha dato loro ragione e i coniugi sono stati esentati dal mantenere il figlio. E, in più, anche la sua fidanzata, che, nel frattempo, si era anche lei insediata in casa loro. Neanche questa sentenza, però, è servita a costringere l’ormai non più giovane Xu Quing a levare le tende e a trovarsi un’occupazione – non si sa quale titolo di studi o professionalità possedesse per esordire sul mercato del lavoro -. Per cui, nuovo passaggio dal giudice, affinché la coppia composta dal figlio e dalla fidanzata fosse sfrattata dal tetto della famiglia originaria.

Non si sa l’esito di questa seconda causa, mentre sui media si è aperto un dibattito che, sotto certi aspetti, si è rivelato un vero boomerang per i genitori: c’è infatti chi li accusa di essere stati troppo accondiscendenti, crescendo un ‘piccolo mostro’ egoista e viziato. Insomma, come direbbe il professor Monti, un ‘bamboccione’ del Celeste Impero.

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