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Paul Valéry

Bye Bye Ornette. La grande musica perde Coleman, icona assoluta del jazz mondiale

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colemanOrnette Coleman, il sassofonista e compositore che fu uno dei più potenti e controversi innovatori nella storia del jazz, è morto a Manhattan, all’età di 85 anni, per un arresto cardiaco. Per merito suo, tra la fine degli anni ’50 ed i primi anni ’60, il jazz fece pace con le regole dell’armonia e del ritmo guadagnando più distanza dal repertorio americano. La sua musica incarna un nuovo tipo di canzone popolare. Nel 2007 ha vinto il Premio Pulitzer per il suo album “Sound Grammar”.

I suoi primi lavori facevano riferimento alla tradizione jazzista classica, e sono stati ispirazione per musicisti jazz dell’ultimo mezzo secolo. Ma poi ha sfidato nuove ipotesi riscrivendo il jazz da cima a fondo, portando le proprie idee circa la strumentazione e le competenze tecniche. Era più volubile del suo collega John Coltrane. Era un altro tipo di musicista-filosofo, i cui interessi sono andati ben al di là del jazz. E’ stato visto come un avanguardista, ha creato il genere indipendente americano. Con il suo stile lieve, meridionale e pacato, Ornette Coleman è diventato una parte visibile della vita culturale di New York. Le sue parole sono state a volte scomode, ma la sua musica non lo era. Chi ha seguito soltanto la sua musica degli ultimi anni difficilmente riuscirebbe a capire il fascino delle sue prime canzoni come “Una Muy Bonita” e “Lonely Woman”. “The Shape of Jazz to Come” e “This is Our Music” sono stati riconosciuti come alcuni dei più grandi album nella storia del jazz. Con l’aiuto fondamentale del trombettista Don Cherry, ha organizzato la sua band come un unico organismo con più cuori.

Jazz come “idea di vita”

Ornette Coleman era nato a Fort Worth il 9 marzo 1930, e viveva in una casa vicino alla ferrovia. Secondo varie fonti, suo padre, Randolph, che morì quando lui aveva solo 7 anni, era operaio edile e cuoco; sua madre, Rosa, era impiegata in un’impresa di pompe funebri. Ornette frequentò la IM Terrell Hish School, un vero e proprio vivaio del moderno jazz americano. Le sue melodie possono essere facili da apprezzare, ma il suo senso di armonia era complicato. Aveva imparato a suonare il sax dall’età di 14 anni, con uno strumento che gli regalò sua madreda sua madre. Imparò ad orecchio, suonando ritmi blues e musiche popolari texane, ma rimase incantato da un nuovo tipo di jazz conosciuto come bebop. Fu licenziato da un’orchestra itinerante per aver tentato di insegnare bebop ad un altro sassofonista del gruppo. Nel 1953 si trasferì a Los Angeles e nel 1954 sposò la poetassa Jayne Cortez, con la quale ha avuto un figlio, Denardo, che ha suonato spesso la batteria con lui durante le sue esibizioni. Nel periodo di Los Angeles molti non volevano avere nulla a che fare con lui, perché “sembrava una figura di un Cristo nero”. Con Cherry, Haden e Higgins mise in piedi l’ Ornette Coleman Quartet e risale proprio agli inizi del gruppo  “The Shape of Jazz to Come”. Nel disco si ritrovano uno swing ed una libertà di armonie, rafforzate dalla grande intesa tra Coleman e Cherry e dalla loro facilità di suonare pezzi jazz come classici. Nello stesso anno Coleman venne invitato alla Scuola di Jazz di Lenox, nel Massachussets, in un centro estivo gestito da John Lewis. Nel 1959 si esibisce con il suo primo concerto a New York, presso il Five Spot Café di Manhattan, ed un impegno di due settimane viene prorogato per due mesi e mezzo. Arriva la notorietà! Nel 1961 il quartetto inizia a sfaldarsi, Coleman diventa più pretenzioso per gli ingaggi del gruppo e quindi viene chiamato di meno a suonare, Haden viene ricoverato in ospedale per una dipendenza da eroina, e Cherry, che ha bisogno di lavorare, si unisce a Sonny Rollins.

Produttivo e osannato

Nel 1962 Coleman affitta uno spazio a New York per esibirsi con un nuovo trio, con David Izenson al basso e Charles Moffett alla batteria. E’ stato l’inizio della carriera pubblica con la musica classica, ma ricevette critiche non troppo positive, così si ritirò e si separò dalla scena del free jazz newyorkese. Nel 1966 ha prodotto l’album “The Empty Foxhole” con Haden al basso e suo figlio Denardo, di soli 10 anni, alla batteria. Alla fine degli anni ’60 compra un edificio industriale a SoHo per cominciare la sua vita di autodidatta e fare sul serio. Ha chiamato l’edificio “Casa degli Artisti” e prodotto concerti, ed ha formato una nuova band. Ha cominciato a progettare un grande concerto dal titolo “Skies of America”, che ha registrato con la London Symphony Orchestra nel 1972. Dopo alcuni anni trasferisce la sua base operativa in un edificio del Lower East Side, suo figlio nel frattempo è diventato il manager del gruppo. Nel 1985 ha collaborato con il grande chitarrista Pat Metheny, nel 1988 ha pubblicato “Vergine Beauty”, un album con Jerry Garcia dei Grateful Dead. Il Lincoln Center divenne la sua arena, nell’estate del 1997, quando suonò in quattro serate per presentare il suo grande successo “Skies of America”, insieme ad uno spettacolo con ballerini, video, circensi che camminavano su chiodi e vetri rotti. In questo periodo Ornette Coleman raggiunge lo status di maestro del circuito jazz. Nel 2004 forma un nuovo quartetto con due bassisti e Denardo Coleman alla batteria, e fonda la sua casa discografica. Nel 2007 vince il Premio Pulitzer. Nel giugno 2014 suo figlio organizza per lui come omaggio uno spettacolo al Prospect Park di Brooklin. Durante il suo discorso per l’accettazione del Grammy Award, nel 2007, ebbe a dire : “Non dovete morire per uccidere, e non c’è bisogno di uccidere per morire. E soprattutto non esiste nulla che non sia in forma di vita, perché la vita è eterna, con o senza la gente, quindi siamo grati per la vita che ci fa essere qui in questo momento”.

Mara Noveni

L'Autore

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