Il guaio del nostro tempo è che il futuro non è più quello di una volta.

Paul Valéry

Corpo anoressico e sessualità

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corpo anoressico e sessualitàAlimentazione, corporeità, sessualità: tre aspetti che si intrecciano intorno ai disturbi del comportamento alimentare che esprimono, attraverso il corpo, un profondo disagio, che coinvolge il senso stesso dell’essere femmina. Lo scopo della persona ammalata di anoressia non è diventare più bella, per quanto sia questo ciò che la società le attribuisce. Il suo corpo è assolutamente rinnegato, ciò che non vuole è essere riconosciuta come una donna bella e desiderabile, eccitante. Le donne così rinunciano inconsapevolmente ad un aspetto della sessualità: il rifiuto della posizione femminile, della sessualità, della passività e rifiuto ad essere oggetto dell’attenzione maschile. E’ su questo punto, sul senso del corpo anoressico, che si gioca il legame con la sessualità che attraverso questo corpo magro e senza desideri e la scomparsa del ciclo mestruale rimanda ad una rinnegata maturità sessuale. Considerando poi che il periodo di insorgenza dei disturbi del comportamento alimentare è quello adolescenziale, non può non farsi strada in noi l’alto valore simbolico che essi acquistano nella costituzione dell’identità. Il corpo dell’adolescente è in balia delle trasformazioni e rispetto ad esse adotta strategie per regredire, ovvero tornare a quando il corpo non aveva forme, era “asessuato” e rifiutare una sessualità più matura per evitare di confrontarsi con il proprio desiderio e con quello dell’altro. Nel rifiuto, nel disconoscimento e nella sofferenza corporea si esprime dunque tale conflitto interiore.

Un corpo controllato, vuoto, asciutto, che non ha bisogni o i cui bisogni vengono messi a tacere, è un corpo che non può contenere, e non può evocare nessuna funzione femminile. Non si piega al desiderio, va aldilà del desiderio. Esiste dunque un nesso tra alimentazione e sessualità? La risposta è sicuramente si. Come il digiuno è un desiderio controllato, allo stesso modo l’eliminazione della sessualità e l’annullamento del desiderio è un sottrarsi al controllo altrui, per imporre il proprio. È il non permettere a un altro di invadere il proprio corpo, sentendosi così vulnerabili e dipendenti. I disturbi sessuali presentati dalle ragazze con disturbo del comportamento alimentare vanno dalla completa chiusura del desiderio, al rifiuto per tutti gli aspetti della sessualità, compreso il bacio o la semplice frequentazione con l’altro sesso, alla promiscuità, alla confusione del ruolo sessuale: l’anoressica rifiuta categoricamente il contatto, e l’astinenza da cibo si trasforma anche in astinenza sessuale. La bulimica si caratterizza, invece, per il controllo che cerca di esercitare durante il rapporto sessuale e, allo stesso modo di quanto accade per il cibo, può esserci una perdita di controllo che porta a un’attività sessuale compulsiva, con conseguente senso di colpa e di vergogna.

La femminilità diviene un qualcosa di ingombrante, come ingombrante è il corpo, qualcosa che non si sa come affrontare, pertanto il tentativo è quello di ridurre il corpo a essere una cosa, soffocarne i bisogni e desideri per non confrontarsi con la possibilità che qualcuno lo invada, sia esso un partner, o una gravidanza. In quest’ottica anche il menarca è simbolicamente una ferita di un corpo, i cui confini sono stati violati: se la gravidanza è l’invasione del corpo, la mestruazione è la possibilità di lasciarsi invadere. L’amenorrea, quindi, si presenta come una barriera difensiva, rispetto ad un’identità che non sa crescere e di una femminilità che non sa e non può mostrarsi. La difficoltà, sta non solo nel gestire l’immagine corporea nei confronti del sé, ma anche nei confronti dell’altro, andando cioè a confrontarsi con il potere seduttivo e sessuale che il corpo possiede e che rimanda all’altro. Nella perdita di appetito sessuale-alimentare possiamo quindi individuare il rifiuto della sessualità femminile e l’instaurarsi di un ideale corporeo indifferenziato, una sorta di ritorno alle origini. Come spesso accade quando si trattano certi argomenti, gli elementi si confondono, sfumano l’uno nell’altro proprio per rimandare alla complessità insita nell’essere umano. Complessità che rimanda all’inscindibile unità mente-corpo che fa di quest’ultimo il portavoce di disagi ben più profondi che si insinuano nella profondità dell’”essere”, inteso come interiorità e identità di ciascuno.

Valentina De Maio

L'Autore

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