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Gianni Rodari

La cultura italiana messa sotto la lente dei quiz

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Quiz si o quiz no? È davvero necessario, come accade invece in Italia, sottoporre la cultura personale a un test? La domanda nasce dopo il caos dei quiz universitari di medicina, che ha riempito le pagine della cronaca italiana degli ultimi giorni. Aperta polemica per gli oltre 8 mila candidati che hanno temuto in queste ore di dover ripetere il test d’accesso alla Scuola di Specializzazione di Medicina dopo che i quesiti dell’Area medica, eseguiti lo scorso 29 ottobre, sono stati confusi con quelli del 31, dedicati ai Servizi clinici. Una situazione che riaccende le luci sulla cultura dei quiz di sbarramento, o test d’ingresso, a seconda del visione positiva o negativa che gli voglia dare, che spopola nel nostro Paese. Ma cosa accade al di fuori dell’Italia?

ammissione universitariaL’università straniera

A quanto pare diverse nazioni straniere, come Inghilterra e America, non reputano spesso necessario un quiz per definirci idonei o meno ad entrare nel mondo accademico e di conseguenza in quello lavorativo. Le competenze personali non vengono qui valutate da qualche domanda a risposta multipla ma sono il frutto di diversi fattori, media scolastica in primis. È importante quindi come ci si presenta ai vari istituti universitari e la carriera scolastica rappresenta il biglietto da visita principale. Anche in questi paesi il numero chiuso per entrare nelle varie scuole rappresenta la maggioranza dei casi, ma i test di ammissione lasciano spesso il posto alle application, saggi, o tesine, strumenti attraverso i quali le varie università possono valutare meglio i requisiti delle future matricole.

La selezione universitaria oltre i nostri confini

Non mancano casi di test d’ingresso anche all’estero, come nel caso della facoltà di Medicina o Matematica, ma in generale possiamo dire che oltrepassando i nostri confini la carriera universitaria passa attraverso un iter di selezione diverso rispetto a quello italiano, più diretto a valutare i candidati sulla base del loro percorso scolastico e culturale e meno ancorato ai dettami dei quiz istituzionali.

L’errore italiano

E qui si ritorna in Italia, a un errore che ha gettato nel panico gli oltre otto mila candidati che si erano presentati al test di accesso per la Scuola di Specializzazione di Medicina nei giorni scorsi. Una situazione che dall’iniziale decisione di annullare i test si è da poco trasformata nel suo contrario. Stando infatti alle ultime disposizioni del ministero dell’Istruzione, i quiz incriminati non dovranno essere ripetuti. La decisione è stata quella di annullare solo le due domande non ritenute pertinenti per l’area in cui erano inserite. Un vero caos insomma che si ripete per l’ennesima volta e che accende nuovamente i riflettori sulla complessa situazione della cultura italiana.

Anita Zeipi

L'Autore

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