"Tutto è fatto per il futuro, andate avanti con coraggio".

Pietro Barilla

Elogio della follia, o meglio, dell’istinto

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“Se i mortali si guardassero da qualsiasi relazione con la saggezza, la vecchiaia neppure ci sarebbe. Se solo fossero più fatui, allegri e dissennati godrebbero felici di un’eterna giovinezza. La vita umana non è nient’altro che un gioco della follia”. Dall’“Elogio della Follia” (“Lof der Zotheid”) di Erasmo da Rotterdam.

La Follia

Dopo l’Amore non potevo che affrontare il tema della Follia. Indubbiamente altra faccia della stessa medaglia! Non mi addentro nei meandri delle questioni patologiche di cui, tra l’altro, siamo letteralmente circondati dopo la chiusura dei manicomi in Italia con la Legge Basaglia. Tutti fuori. Sembrava questo, il 13 maggio del 1978, il destino delle migliaia di ricoverati degli ospedali psichiatrici. Per quei matti da slegare, quei corpi incatenati ai letti di contenzione, quelle facce attonite e stravolte che rimbalzavano da anni sulle pagine dei giornali, si era mobilitato mezzo Paese. Gli stessi psichiatri, di ogni estrazione professionale o politica, chiedevano a gran voce di essere dei medici veri, con il compito di curare e non di vigilare su malati segregati. Ma questo argomento meriterebbe un articolo a parte, anche per capire se, in fondo, sia stato un bene o un male.

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La sana forza istintuale

In questa rubrica, invece, voglio riferirmi a quella sana irrazionalità, alla voce dei desideri più profondi, a quella forza istintuale cui, troppo spesso, non diamo voce per paura, per quieto vivere o per convenienza. Meglio decidere “di testa” o “di pancia”? Se ci facessimo guidare maggiormente dal nostro istinto ogni possibile (e inevitabile) errore, sarebbe vissuto con una consapevolezza diversa. Recenti studi dimostrano che, in realtà, la razionalità attenta andrebbe lasciata agli scienziati, alle questioni di studio e ricerca, mentre della nostra vita dovremmo fare un capolavoro di creatività e sentimento. Sui vissuti non si deve “ragionare”, bensì “meditare consapevolmente”, che è un livello superiore di intervento su di sé.

Noi “esseri sociali”

Purtroppo come esseri umani “sociali” siamo fondamentalmente inquinati: invasi da copioni, cliché, schemi, convinzioni, ruoli che interpretiamo. Ma incidono anche l’educazione, le credenze religiose, il sentire comune, la morale, che a loro volta derivano da timori, vissuti irrisolti. Perché spesso è più importante preoccuparsi di quel che pensano gli altri, di far quadrare i conti, di non turbare i propri equilibri esistenziali, piuttosto che vivere davvero. Peggio ancora, quando pretendiamo di incasellare nella ratio le spinte interiori, che per loro natura fluiscono come un fiume che scorre, imbavagliandole nei ragionamenti costruiamo dighe e canali artificiali che non ci permetteranno mai di capire davvero il senso di quello che stiamo vivendo.

Le energie antiche

Dentro di noi esistono energie antiche, che fanno parte della nostra natura più profonda: solo l’istinto sa veramente cosa ci serve per superare i disagi e vivere felici. Esso è come le fondamenta della casa, le radici della pianta, la sorgente del fiume, la base su cui poggia l’esistenza degli uomini. L’istinto è la voce della Natura in noi, dotata di un potere immenso sul nostro benessere. Negli animali questo impulso fa compiere imprese incredibili: le api “sentono” i fiori a chilometri di distanza e un cane può ritrovare il padrone anche dopo anni. Invece, accade spesso che gli uomini ne siano spaventati e lo temano, cercando di controllarlo. Se blocchiamo le acque di questa nostra essenza che scorre e che saprebbe darci le vere soluzioni adatte alla nostra vita, rischiamo di arenarci in limiti angusti che ci costruiamo da soli.

Il Cuore ha sempre ragione

Ritenendo che l’istinto – e un pizzico di sana follia – non debbano disturbare la nostra vita e vadano domati, quando non repressi, innescheremo un conflitto interiore cronico che finirà per farci prendere decisioni che non ci appartengono e ci spingono a vivere una vita fasulla. Con questo non voglio invitarvi ad agire totalmente “di pancia” (io sono la prima a “peccare” di raziocinio eccessivo, spesso sono stata la “Torquemanda” di me stessa). Intendo dire che, per essere autentica, l’esistenza deve comunque rispettare i desideri che abbiamo. Non contano quindi i ragionamenti farraginosi che portano solo dentro contorti labirinti senza uscita. Come scrisse Erasmo da Rotterdam, nel 1511, solo “il Cuore ha sempre ragione”!

Carla Cace

L'Autore

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