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Abraham Lincoln

Il tuo fidanzato sragiona durante le vacanze estive? Scopri il perchè

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fidanzatoSognavo da molto tempo di poter scrivere uno di quegli articoli con nel titolo un “ecco come” o uno “scopri perché”, riuscire a darvi il vostro “scopri perché” quotidiano mi fa sentire meglio, quasi come se fossi un incrocio tra Alfonso Signorini e l’oracolo di Delfi. Il momento non è dei migliori, perché se da una parte sono in vacanza dall’altra sono obbligata, come ogni abitante dell’upperclass di Casal Velino Marina, a sorbirmi tre spettacolini di burattini a sera, con rap di Pulcinella finale con all’interno la parola “imbeciulle”, e, come se non bastasse, scrivo appollaiata su una fantastica terrazza sul mare in un profondo stato di terrore perché piove, e ieri una signora mi ha raccomandato di non usare il telefono quando piove (ah già, piove) perché i fulmini potrebbero colpirmi. Per il resto passo le mie giornate arenata su una spiaggia la cui fauna è composta principalmente da uomini coi peli sulla schiena (e la tragedia è che non sono tutti single), bambini a cui sequestrano palloni e donne che, per non pensare, si destreggiano tra letture improbabili e cruciverba aggressivi fantasticando su cavalcate in riva al mare e corsi di sub che non faranno mai.

Che hanno quelle donne? Quelle donne sono le principali vittime della sindrome da fine campionato. Mi sembra assurdo che sia stato necessario il mio contributo per riuscire a identificarne la sintomatologia completa che permettesse di giungere a una diagnosi precisa: la fine del campionato genera negli uomini confusione, attacchi di panico, sindrome da abbandono o, nei migliori casi, da abbandonante, crisi d’identità, depressione, acquisto compulsivo (a seconda del genere) di racchettoni e boccagli, perdita della parola e dell’udito, potenziamento della vista, soprattutto in presenza di tedesche in bikini o di lattine da sparare nel tentativo di guadagnarsi un’enorme tigre da chiamare Hamsik, bisogno irrefrenabile di organizzare partite di calcetto e la tendenza suicida che talvolta manifestano richiedendo ad amici e parenti di essere seppelliti sotto la sabbia, cercando poi di convincere i bagnanti a riprodurre sodissimi seni di sabbia sul loro corpo, cosa che è riconducibile al loro spasmodico bisogno di circondarsi di palloni, anche sotto mentite spoglie.

L’estate è infatti il momento in cui intensificano anche il loro rapporto con i cocomeri, i cocchi, le signore con le fidanzatotette rifatte, i tornei di bocce, i macrocefali e le boe. Questo genera chiaramente delle profonde crisi nelle coppie: si sa, gli uomini non dovrebbero passare più di dieci minuti ogni ventiquattro ore (chiaramente dilazionati) a pensare a cose che non siano il calcio. La fine del calcio è la rottura di un equilibrio, il trionfo del male sul bene, il libero accesso al loro intelletto anche conosciuto come il luogo in cui collassano le speranze. È statisticamente provato dal Mattino o da qualche suo parente lontano, me lo ha detto la signora sottuttoio del fulmine, che agosto è il mese dell’anno in cui si registra il maggior numero di coppie sfasciate, anche conosciute come “fossi scansati”. Da cosa pensate che dipenda? Non è vero quello che vogliono farvi credere, e cioè che l’estate è un’esplosione di ormoni: d’estate fa caldo e nessuno quando fa caldo vorrebbe avere un peso morto e sudato sul proprio corpo, tranne se sei a Casal Velino con un’escursione termica di circa dieci gradi tra il giorno e la notte, ma state tranquilli neanche qui ce la passiamo alla grande! La colpa è del calcio, della dannata fine del sempre amato campionato che ci lascia soli e smarriti in questa accaldata valle di lacrime. Dunque rivolgo il mio appello alla FIFA, a Maradona e al dio del calcio, che sicuramente esiste: in nome dell’amore, di Laura Pausini, di Eros Ramazzotti e dei Baci Perugina, create un campionato infinito e datemi la gioia di poter stare insieme a Mertens 365 giorni l’anno!

Martina Di Matteo

L'Autore

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