Dopo la distruttiva esperienza delle crisi finanziarie del 1930 del 1998 , del 2007 negli Stati Uniti d’America e nel 2008 (ancora in atto ai giorni nostri) in Europa, nel mercato globale della finanza è apparsa la Finanza Islamica.(1) Sayeeda Warsi, ministro del primo gabinetto Cameron, ci spiega: ”In gran Bretagna la finanza Islamica è una realtà da trenta anni e un’alternativa, dopo la crisi, per chi cerca una banca con valori etici”.
La finanza islamica e i dettami Coranici
La finanza islamica si basa su alcune interpretazioni del Corano, pertanto i suoi prodotti debbono essere adatti ai dettami della Sharia: non si possono ottenere interessi sui prestiti o quanto non meno regolati, i rischi e i profitti debbono essere equamente condivisi tra creditore e debitore. L’Islam non consente di investire in settori considerati immorali, come il commercio di alcolici, il gioco d’azzardo, la pornografia, tabacco, inoltre vi sono norme molto rigide sui guadagni conseguiti con gli interessi ”. La finanza islamica, per i suoi principi e le sue regole, si allontana dalla speculazione, in parte causa della crisi economica mondiale.(2) A Londra sono già sei le banche islamiche e Cameron vuole fare della capitale britannica un hub degli investimenti sharia compliant. Il mercato globale degli asset della finanza islamica vale circa 1.7 trilioni di dollari e in quattro anni è cresciuto del 18%. Alla fine del 2014 ha raggiunto quota 2 trilioni di dollari e nel 2020 gli asset potrebbero valere 6.5 trilioni. Da quando hanno iniziato ad essere aperte, le banche islamiche sono cresciute del 10-15% all’anno, circa il doppio del tasso di crescita delle attività convenzionali. Purtroppo anche in questo ambito si è assistito negli anni a veri e propri scandali finanziari che hanno scosso il mondo dell’Islam. Direttori delle Banche Centrali, Presidenti di piazze azionistiche. Studiosi della sharia del Golfo e dal Maghreb, dall’Iran e dall’Indonesia si ritrovano certo, per lodare Allah, ma anche e soprattutto per celebrare il dio denaro.
Il fantasma indicibile: il terrorismo
Ma un fantasma indicibile, aleggia su tutto: il terrorismo. Nelle scorse settimane, Newsweek ha rivelato come i Jihadisti vengano finanziati dal contrabbando di petrolio e di reperti archeologici rubati dai musei, senza parlare dei miliardi di dollari prelevati dalle banche dei territori dal Califfato. Per mantenere l’esercito del Califfo servono dai 70 agli 80mila barili di petrolio al giorno, 1.5 miliardi di dollari presi dalle banche, senza contare i riscatti chiesti per gli ostaggi. Naturalmente, davanti alle telecamere Sayeeda Warsi non parla di Isis o di terrorismo, ma spiega che” purtroppo c’è chi commette atti terribili in nome dell’Islam e questo ci dà una cattiva fama”.
Orgoglio e pregiudizio
Contro questi pregiudizi bisogna enfatizzare i principi su cui si fonda la finanza etica e che essa mira, almeno in teoria alla giustizia sociale e all’abolizione dello sfruttamento. La globalizzazione finanziaria non fa sconti a nessuno e la UaB, l’Unione delle Banche Arabe che rappresenta la maggiore organizzazione degli Istituti di Credito di Diritto Islamico ha dimostrato di saper fronteggiare la crisi molto meglio rispetto alle cosiddette banche convenzionali. Khalid Hamad, executive director della Banca centrale del Bahrein dice” la crisi spinge sempre più persone verso di noi. Siamo pronti ad esportare il nostro modello, stiamo intensificando gli sforzi in Europa, America, Estremo Oriente ed ora anche verso l’Italia.
Visco ci ha provato
La Germania e la Francia hanno iniziato ad aprirsi a questo mercato con risultati positivi. Qualche mese fa Ignazio Visco, Governatore della Banca d’Italia, ha invitato gli istituti nostrani ad attrarre capitali stranieri interagendo con quei principi che obbediscono alla finanza islamica. Ma questa opportunità di investimento non prende piede in Italia, manca un quadro legislativo che consenta la nascita di banche di diritto islamico. Eppure, anche l’Italia prima o poi sarà costretta a tenerne conto.
Pregi e difetti della finanza occidentale
La finanza Occidentale, nonostante i gravi incidenti di percorso, dovuti alla mala gestione dell’uomo, si è evoluta in modo sempre più sofisticato, e gli interventi di sviluppo economico e sociale sono stati incisivi per il benessere delle popolazioni. Questo sistema finanziario ed economico ha creato ricchezza. Il capitalismo occidentale ha creato la globalizzazione, lo sviluppo industriale indipendentemente dalla finanza etica . Si può essere economisti, politogi, finanzieri, banchieri, industriali, agricoltori, ma la Governance Politica rappresenta il terreno di incontro tra economia e politica, tra finanza e ricchezza di un popolo. La stasi e il decadimento che caratterizzano l’attuale momento economico dipendono dall’incapacità dell’uomo di guardare dentro se stesso , di dare spazio a quei valori morali che danno la capacità di affrontare il futuro. La globalizzazione inghiotte Stati e Nazioni, i sistemi economici e finanziari, ma è sempre l’Uomo al centro delle scelte.
1/2 : Da il “giornale.it “ mondo” del 10.12.2014 ed” economia” del 27.06.2014
Simona Agostini