"Tutto è fatto per il futuro, andate avanti con coraggio".

Pietro Barilla

Google e over the top non innocui, attenti a privacy e fiscalità

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Le prefiche in gramaglie hanno dato da tempo l’editoria come agonizzante, in via di estinzione, per l’avanzare invasivo del web e del citizen journalism, dei social network usati come strumenti di informazione. Secondo il presidente della Federazione Italiana Editori Giornali, Maurizio Costa, nulla di più sbagliato: “Siamo in una fase evolutiva – ha affermato nel corso del convegno: “L’Editoria nell’era digitale, tutela dei diritti e nuove opportunità di mercato”- Lo testimonia la crescita dei lettori registrata, dopo molto tempo dove i dati erano negativi, da Audipress; un’inversione di tendenza che premia l’editoria che s’indirizza a produrre contenuti di qualità, autorevoli, approfonditi, dotati di polifonicità. Inoltre, sono trenta milioni di persone che ogni giorno leggono un giornale; sommando chi lo consulta sul web, si arriva a quota 40 milioni: tutte queste persone considerano l’informazione un a fonte di orientamento.

L’editoria nell’era digitale

Costa-Maurizio

Maurizio Costa – Presidente Fieg

Chi decreta che la Rete spazzerà via l’editoria – rimarca Costa – confonde i contenuti con il contenente, ovvero il supporto cartaceo; i contenuti prodotti da persone che rispettano un codice deontologico e una formazione specifica, che lo esercitano sia sul cartaceo che sul digitale con quell’80% di contenuti del web prodotti da persone estemporanee, non sottoposte a nessun vincolo di professionalità e di controllo dell’informazione fornita. “Insomma, potrebbe incombere la giungla. Su questo tema – spina dorsale del dibattito sui cambiamenti mediatici, non meno pericolosi di quelli climatici si sono confrontati oltre a Costa, anche altri decision makers in proposito di diritti e di mercato editoriale come il presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Giovanni Pitruzzella; il presidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro e quello dell’Upa – Utenti Pubblicità Associati – Lorenzo Sassoli de Bianchi. L’occasione era la presentazione del libro di Ruben Razzante: “Informazione: istruzioni per l’uso – Notizie, Rete e tutela della persona”, un’opera che punta al cuore delle più scottanti problematiche che oggi attraversano il settore.

Il mercato

Gli interventi, moderati dal giornalista Sky Emilio Carelli, hanno affrontato le varie problematiche di un mercato cambiato come per uno tsunami – la definizione è di Pitruzzella, nella prefazione dell’opera presentata – e, comunque, sottoposto ad uno schiacciante monopolio da parte di coloro che, sul web imperano, i cosiddetti ‘over the top’, Google in testa. Questi ultimi, essendo creatori del mercato e anche timonieri della rivoluzione copernicana del web, abusano di tale posizione dominante, spesso saccheggiando i contenuti prodotti dai giornalisti per gli editori e intrecciandoli con altri contenuti provenienti dai ‘naviganti’ e dagli utenti, d’incontrollabile impatto e veridicità. Una situazione che rende difficile la vita anche a chi consulta il web come semplice utente, in quanto non è in grado di discernere l’affidabilità delle fonti. E agli stessi giornalisti, non coperti dal diritto d’autore, in quanto la legge in materia – come ha sottolineato Pitruzzella – risale al 1941, dunque il web era ancora in mente Dei. E allora, perché non allargarla, con una normativa adeguata, anche all’on line? E questo è un altro punto qualificante dei risultati dell’incontro in Fieg.

I cambiamenti

logo-fiegQualcosa, però, si sta muovendo. La nuova Commissione europea pare più sensibile, a detta di Costa, riguardo al tema, rispetto alla sua ‘predecessora’; il Parlamento europeo, a sua volta, ha proposto – essendo privo di potere legislativo può limitarsi solo a quello – una divaricazione fra le attività di motore di ricerca e i servizi commerciali che hanno come baricentro la sempre più invasiva profilazione, atta ad una esasperata personalizzazione degli stessi. Un vero attentato alla privacy – e la palla dunque, passa a Soro -. Mentre la separazione proposta porterebbe ad una vera rivoluzione, tale da democratizzare non già la Rete (i cui naviganti si illudono solo che lo sia), ma svellere l’oligarchia degli Over the top Che sono piuttosto ‘birichini’, per così dire: per confrontarsi con loro occorre una alleanza europea, perché andare ognuno per sé depotenzia l’azione di contrasto anche in altri settori, come l’opacità dei fatturati pubblicitari e l’elusione fiscale marcata, che sottrae ricchiezze ai singoli Stati europei. Pitruzzella ha messo in guardia contro la cannibalizzazione dei contenuti, sventabile solo con la riforma del diritto d’autore alla luce delle evoluzioni dell’autorialità, non solo sul cartaceo, ma anche sul web. Esempi normativi in materia sono già vigenti in Francia, Germania, Spagna. Ma forse sarebbe utile creare interventi regolatori fra le parti, con accordi ad hoc (editori/autori) mentre lo Stato dovrebbe agire soltanto sussidiariamente, se l’intesa non arriva. Sul versante della privacy, poi, Soro ha richiamato il potere abnorme e asimmetrico che i motori di ricerca e FB (nonché Twitter, rimasto in ombra solo perché il tema centrale erano contenuti editoriali, dunque non riducibili in tweets, ma comunque accumulatore di dati sensibili) posseggono, diventando intermediari fra produzione e consumo. In tal modo, essi gestisconomo i personal data infischiandosene delle regole della concorrenza. Dunque, si starebbe creando una galassia di Grandi Fratelli non a scopo di potere politico, ma di potere commerciale che si fa politico. Un bel busillis per chi spensieratamente è consumatore di web e non si accorge di esserne ‘consumato’.

 

Annamaria Barbato Ricci

 

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