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Milan Kundera

I nostri visi possono mentire a tutti ma non al nostro cane

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Possiamo mentire a tutti, ma non al nostro cane. Infatti alcuni ricercatori della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Vienna sono riusciti per la prima volta a dimostrare che i cani sono in grado di distinguere tra le espressioni di felicità e di tristezza che possono apparire sul nostro volto. La razza canina avrebbe sviluppato questa capacità grazie alla stretta relazione che da sempre c’è stata con l’homo sapiens. Una relazione che avrebbe consentito ai nostri amici a quattro zampe di imparare a capire quali tratti del nostro volto possono essere ricondotti a questi due stati d’animo. Le evidenze di questa scoperta sono state pubblicate sulla nuova edizione della rivista Current Biology.

Come i cani riconoscono il nostro stato d’animo

uomo-animale rapportoCorsin Müller e Ludwig Huber, i due ricercatori coinvolti nel progetto, sono riusciti a verificare come i cani, venti in tutto, quelli sottoposti al test, siano in grado di distinguere tra facce allegre e quelle facce tristi mostrate loro fianco a fianco su un touchscreen. Nel corso di una prima fase di addestramento un primo gruppo di animali è stato esercitato nel riconoscere le immagini di volti felici, mentre un altro si è concentrato sui volti corrucciati. Per essere sicuri che i cani non stessero basando le loro decisioni su alcune differenze fondamentali tra i volti, le espressioni della bocca o la linea delle sopracciglia, le foto sono state mostrate loro in posizione orizzontale in modo da mostrare ai cani solo la regione degli occhi o quella della bocca. Quasi tutti sono riusciti nel compito loro affidato nonostante avessero di fronte solo metà dei volti delle persone fotografate e poi hanno saputo riconoscere queste espressioni anche in altri volti nuovi che sono stati sottoposti loro.

I nostri amici a quattro zampe amano la felicità

La felicità è stata più facile da riconoscere. I cani allenati nel riconoscere le facce di gente allegra hanno portato a termine il loro compito molto più velocemente degli altri. “Sembra quasi che i cani non vogliano avere a che fare con i volti corrucciati”, ci dice Ludwig Huber. “Possiamo immaginare che i cani nel corso di questo esercizio di riconoscimento delle espressioni facciano ricorso alla loro memoria, riconoscendo abbastanza velocemente quelle espressioni che avevano già visto. Mentre gli animali che si trovano di fronte espressioni mai viste prima hanno maggiore difficoltà nel portare a termine l’esercizio”. I risultati sono stati comunque significativi. È noto che i cani hanno capacità uditive ed olfattive migliori rispetto a quelle degli uomini. La vista è invece un senso meno sviluppato in loro, la risoluzione a loro disposizione è circa sette volte inferiore a quella degli uomini. Vedere però che questi animali sono in grado di riconoscere le espressioni del volto umano è stato abbastanza sorprendente. Adesso l’esperimento verrà riproposto sui lupi per verificare eventuali correlazioni rispetto alle capacità di riconoscimento facciale mostrate dai migliori amici dell’uomo.

Marco Bennici

L'Autore

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