Ecco qual è il problema del futuro:
quando lo guardi cambia perché lo hai guardato.

Lee Tamahori

I “segni” dell’aldilà nel Museo delle Anime del Purgatorio romano

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Ci ho preso gusto, lo ammetto. La Lara Croft che è in me vuole continuare ad accompagnarvi nei luoghi “segreti” e misteriosi di Roma. In questo caso, vi racconto di un piccolo-grande scoop che ho fatto! Dopo oltre cento anni di ipotesi e interpretazioni contraddittorie è finalmente possibile mettere il punto su una vicenda che appassionò le cronache romane – e non solo – di fine Ottocento, dando vita ad uno dei più singolari musei d’Italia e del mondo, quello delle “Anime del Purgatorio”.

La storia del luogo

PurgatorioTutto ebbe origine con un incendio, verificatosi il 2 luglio 1897, all’interno di una suggestiva chiesa allora in costruzione e comunemente conosciuta dai romani come il “piccolo Duomo” per lo stile neogotico: la Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio di Lungotevere Prati 18, progetto dell’architetto Giuseppe Gualandi. In quella circostanza si assistette al verificarsi di due eventi straordinari: non solo il quadro dell’altare in fiamme venne miracolosamente risparmiato, ma numerosi fedeli presenti concordarono circa l’apparizione di un volto sofferente che, domato l’incendio, rimase impressa come un’ombra sulla parete. Finora si era a conoscenza del fenomeno grazie a documentazioni fotografiche dell’epoca e un datato dipinto ispirato alla visione.

L’eco degli accadimenti

I giornali ne parlarono parecchio e coloro i quali furono chiamati ad esprimersi sul caso nei mesi successivi, tra cui fotografi, pittori ed incisori, non solo riconobbero nell’immagine un volto maschile dolente, ma dissero che essa con il passare del tempo andava assumendo un’espressione più serena grazie all’intensificarsi dell’azione di suffragio, attraverso messe e preghiere. La Santa sede mantenne un atteggiamento prudente, tuttavia nell’enciclica “Pascendi” dell’8 settembre 1907 Pio X non vietò di credere a queste manifestazioni straordinarie, specialmente quando esse non contrastavano con l’insegnamento dottrinale della Chiesa.

La creazione del Museo

purgatorio2Proprio l’evento misterioso del 1897 portò l’allora parroco Vittorio Jouet a fondare il “Museo delle Anime del Purgatorio”, tutt’ora visitabile. Raccolse, attraverso un serie di viaggi in tutta Italia e in Europa, parecchi reperti, a partire dal 1637. Si tratta di singolari testimonianze di “impronte” lasciate dalle anime del Purgatorio su diversi supporti (libri, stoffe, abiti ecc.) a seguito di apparizioni per chiedere messe di suffragio. Si possono vedere le tracce del fuoco lasciato dagli spiriti sui libri di preghiera, come quello di Margherita Dammerle d’Erlingen, su messali, sui tessuti, come la camicia di Giuseppe Leleux de Mons, che porta l’impronta di fuoco delle dita della defunta moglie, datata 21 gennaio 1789, solo per citarne alcuni. O ancora, si può osservare la singolarità di una croce perfettamente tracciata su una tavoletta dall’estremità di un indice infuocato. Le garanzie di veridicità di tali “cimeli” sono state raccolte in vari numeri della rivista “Il Purgatorio visitato dai fedeli”, bollettino dell’Arciconfraternita del Sacro Cuore del Suffragio. Il percorso museale si svolge in un’unica sala presso la sagrestia.

Lo scoop

Eppure, sino ad oggi, questa vicenda è stata trattata alla stregua di una leggenda. Ma la questione è ben diversa e tale da meritare approfondimenti seri: chi scrive è riuscita, grazie alla generosa collaborazione del parroco della Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio, Padre Domenico Santangini, a verificare di persona qualcosa di straordinario, documentandolo fotograficamente. La sagoma apparsa all’epoca è tutt’ora presente, seppur nascosta dietro un trittico. Talvolta la commovente evidenza della realtà supera di gran lunga la fantasia. E a prescindere dall’interpretazione che di tale immagine ognuno di noi vuole dare, essa assurge a simbolo concreto della tendenza dell’Uomo verso l’Infinito.

Carla Cace

L'Autore

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