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Pietro Barilla

Il seme dell’uomo, tra sacro e profano

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semePer alcune donne potrebbe essere piacevole, per altre orripilante, per altre ancora inutilmente calorico, resta comunque un mito il valore dato allo sperma maschile. È bastato cliccare su Google ‘effetti benefici dello sperma’ per trovare davanti allo schermo un innumerevole materiale a riguardo, tra il serio e il faceto, tra il sacro e il profano. In questa analisi sono emersi, comunque, diversi tipi di studi scientifici a riguardo. Quello che ha più valore è, a mio avviso, quello riguardante lo studio della Columbia University che ha una base assolutamente scientifica. Da questo studio specifico emerge che lo sperma dell’uomo garantirebbe un contributo notevole in termini nutritivi grazie alla presenza di proteine, fruttosio e vitamina C. In realtà questa notizia non fa altro che confermare antiche tradizioni poiché fin dall’antichità il liquido seminale ha avuto importanti valenze simboliche e il suo utilizzo è stato considerato efficace per usi terapeutici, alimentari e rituali. Aristotele riteneva che vi fosse un diretto legame tra sangue e sperma, i Pitagorici che lo sperma rappresentasse una sorta di distillato del cervello. In Oriente si riteneva che le pietre preziose fossero gocce di sperma divino; nella tradizione buddista e taoista la rugiada era considerata una forma di sperma in grado di fecondare la terra. In Giappone tradizioni come il “bukkake”, rappresentavano antichi riti della fertilità; questa cerimonia era praticata sulle giovani spose, le quali ricevevano sul viso lo sperma eiaculato dai maschi presenti come rito di iniziazione all’età adulta.

Secondo il ricercatore australiano Gustaaf Dekker, dell’università di Adelaide, l’ingestione di sperma influirebbe positivamente sul concepimento, condizionando il sistema immunitario femminile e contribuendo a evitare il rischio di rigetto del feto. Secondo gli esiti dello studio pubblicato sull’ ‘Australian Health and Medical Research Congress’, le donne che hanno un’esposizione allo sperma frequente nei mesi che precedono il concepimento mostrano anche una possibilità inferiore di complicazioni durante la gravidanza. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che lo sperma agirebbe così sia perchè indurrebbe il sistema immunitario della donna a riconoscere l’impronta immunologica paterna, sia perché incoraggerebbe una tolleranza maggiore dell’ambiente immunitario, svolgendo un ruolo simile a quello di un vaccino. Ciò che è maggiormente conosciuto, ma non ancora confermato, è invece l’efficacia cosmetica del liquido seminale maschile. Si ritiene, infatti, che abbia una funzione lenitiva, ammorbidente e nutriente e che, una volta applicato sulla pelle, dopo l’evaporazione all’aria aperta, la lasci liscia e piacevole al tatto. Gli effetti positivi non si limitano però solo all’ambito cosmetico, ma dilagano in diversi ambiti, al punto di poter parlare di ‘semeterapia’ indicando con questo termine una terapia alternativa consistente nell’utilizzo, a fini terapeutici, dello sperma e basata sull’ipotesi che esso abbia effetti benefici sulla salute.

Nonostante la semeterapia non sia riconosciuta dalla medicina officiale, ci sono diversi studi scientifici che provano a dimostrare l’efficacia che lo sperma potrebbe avere sulla specie umana. In semeparticolare è interessante notare come i benefici possano essere non solo fisiologici, ma anche psicologici. A questo proposito, un recente studio ha suggerito che lo sperma potrebbe agire addirittura come antidepressivo nelle donne. Si pensa che tali effetti dello sperma possano derivare dalla sua complessa composizione chimica comprendente anche sostanze ad azione ormonale in grado di agire sul tono dell’umore (testosterone, estrogeni, FSH, LH, prolattina e prostaglandine). Inoltre, un beneficio psicologico potrebbe banalmente derivare dal soddisfacimento di pulsioni sessuali innate e dal miglioramento dell’intesa sessuale tra i partner attraverso una pratica sessuale condivisa. Uno studio pubblicato sulla rivista ‘Oncology’ indica che una ridotta esposizione allo sperma aumenterebbe statisticamente il rischio di tumore della mammella. In aggiunta, potrebbe avere un’azione anti-aging, migliorare le funzioni immunitarie e ridurre il rischio di endometrite. Insomma, chi più ne ha più ne metta. I risultati scientifici sono ancora da convalidare, ma indubbiamente resta il potenziale di una grande risorsa ad appannaggio maschile. Perché non ‘approfittare’ delle risorse del proprio uomo e perché no, beneficiarne in due?!

Valentina De Maio

 

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