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Gianni Rodari

Inchiesta Leaks. Per chi lavorava David Haines?

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Dio ci perdoni l’humor noir, David Haines era una bella testa. L’ostaggio britannico – per dirla tutta: scozzese – decapitato nella tarda serata di sabato 13 da Isis era un attivista per i diritti umani sui generis, visto che vantava una intraprendenza commerciale e una versatilità non da poco. Impegnato da anni in teatri difficilissimi del mondo, soprattutto sul fronte del diritto all’alimentazione, si era distinto negli ultimi due anni in Sud Sudan e quindi in Libia. Sempre con la stessa organizzazione, la francesissima Acted, sede di Parigi. L’Associazione per la cooperazione tecnica e lo sviluppo – appunto Acted, in francese – è una ong privata che ha strette relazioni con il governo francese. L’Agenzia Francese per lo Sviluppo, Afd, ente pubblico che opera a cavallo tra politica, strutture dello Stato e ong, è indicata da Acted quale partner strategico.

Ed era Acted ad aver selezionato il 44enne scozzese già da tempo e ad averlo impiegato una prima volta con soddisfazione nei Balcani. Nella ex Yugoslavia si apre un piccolo mistero: su LinkedIn, David Haines – originali le foto, rispondenti le job descriptions – si rappresenta come un membro nonviolento delle forze di pace impegnato però in operazioni di import-export internazionale, e dichiara di avere un ufficio in Croazia. David Haines Croatia

Da nostre verifiche, si tratterebbe di questa ditta di fornitura macchinari per la conservazione alimentare: http://www.astraea-hr.com. Non ci sarebbe nulla di male, nel curare anche questa consulenza; strano che però sul suo curriculum non fosse citata Acted, visto che era indubitabilmente il suo principale datore di lavoro. Ragioni di sicurezza?

Sul sito dell’organizzazione (www.acted.org) a qualche ora dalla notizia della morte di Haines, ancora tutto tace. Ma già il giorno prima Acted si diceva “scioccata” dalle minacce verso il suo operatore, che peraltro era nelle mani di Isis da tempo, dal marzo 2013. L’organizzazione umanitaria, fondata nel 1993 con lo statuto francese della legge 1901 – che unisce associazioni culturali e onlus, semplificando e defiscalizzando gli adempimenti – è oggi presente con mini missioni in molti paesi africani ed asiatici.

Marie-Pierre Caley è la donna che ha fondato Acted 17 anni fa, e da allora ne è alla guida. Studi storici e master in geopolitica, la troviamo in Afghanistan nel 1993. E di lì a poco Acted arriva ovunque, a macchia d’olio: tutta l’Asia centrale, poi il Medio Oriente, l’Africa. Ventotto Paesi coperti da esperi di Acted, “conquistati” in breve tempo, per di più. Certamente la concretezza degli aiuti e l’approccio mediatorio hanno contribuito al rapido successo della sigla francese, che quest’anno ha inglobato tutte le attività di Farmacisti Senza Frontiere. Sono centosettanta in tutto le azioni in corso, da parte di Acted, nel mondo.

Quasi del tutto sconosciuta in Italia, Acted vanta autorevoli frequentazioni internazionali, se è vero che dopo il Quartier Generale di Parigi ha aperto una seconda sede di rappresentanza a Washington, sulla sedicesima strada. E con Washington i rapporti non sono proprio casuali, dato che l’attuale Direttore della comunicazione di Acted, proviene dalla sede diplomatica della Francia presso gli Stati Uniti; era addetto stampa dell’Ambasciata, è diventato quello di Acted. Wikileaks ha citato numerose volte Acted, che appare nei cablogrammi riservati della diplomazia americana come un punto di riferimento, soprattutto in Afghanistan.

Wikileaks-ActedIn una corrispondenza intercettata il 28 agosto 2008, gli agenti americani di stanza a Kabul inviano a Washington le loro note sulle attività di Acted. Vi si dà conto di come, il 17 agosto di quell’anno, un cittadino afgano con doppia nazionalità francese fosse stato sequestrato nel distretto di Kunduz, e trovato morto nella stessa località il 19, due giorni dopo.

Risultava impiegato da Acted, e la sua guardia del corpo – si informa nella missiva riservata – è stata accompagnata in questura per accertamenti. Come  e perché sia stato ucciso, rimarrà un mistero.

Gli americani sono più interessati a  registrare il posizionamento di Acted, nei giorni successivi: Ms. Garewal, la donna che guida come Country Manager Acted-Afghanistan, sostiene apertamente di essere diventata uno degli obiettivi principali per i terroristi. Si dà conto delle diverse posizioni delle ong presenti in Afghanistan e del dibattito tra loro, per concludere: Acted believe that they can no longer continue to move about unarmed, in marked unarmored cars.  Non si può continuare a muoversi disarmati e senza macchine blindate, in un teatro come questo. E’ possibile presumere che abbiano poi dato seguito alle intenzioni, e dotato i loro rappresentanti in quei teatri di strumenti di autodifesa adeguati, anche se qui il leaks si interrompe.

Una riflessione, quella di Acted del 2008, che l’omicidio di un altro volontario della stessa sigla riapre. Si può operare, disarmati e sorridenti, con le ong in Siria, Iraq, Afghanistan?

 

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