Sogni, promesse volano... Ma poi cosa accadrà?

Gianni Rodari

La paranoia non ha senso. Ma le spunte su WhatsApp sì

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“Nino è in ritardo. Per Amélie ci sono due spiegazioni possibili. La prima: non ha trovato la foto. La seconda: non ha ancora avuto il tempo di ricomporla perché tre banditi multi recidivi che assaltavano una banca, l’hanno preso in ostaggio. Seguiti da tutti i poliziotti della zona, sono riusciti a seminarli, ma lui ha provocato un incidente. Quando ha ripreso conoscenza non ricordava nulla. Un camionista ex detenuto lo ha raccolto e credendolo in fuga l’ha messo in un container in partenza per Istanbul. Là è finito tra avventurieri afgani che gli hanno proposto di andare a rubare testate missilistiche sovietiche. Ma il camion è saltato su una mina alla frontiera col Tagikistan. Unico superstite, è stato accolto in un villaggio di montagna ed è diventato militante mujaheddin. Perciò Amélie non vede perché deve stare in quello stato per uno scemo che mangerà minestra di cavolo per tutta la vita con uno stupido portavasi in testa”.

Ilfavolosomondodiamelie su WhatsApp“Il Meraviglioso mondo della Paranoia”

Ricorderete in molti questa geniale scena (rido sempre come una pazza) dell’eccezionale film “Il favoloso mondo di Amélie”, diretto da Jean-Pierre Jeunet ed interpretato da Audrey Tautou. E’ tutto vero. Anzi, verissimo. Con questo necessario preambolo voglio introdurvi al vero “film” di oggi, “Il Meraviglioso – si fa per dire – mondo della Paranoia”. Nessuno può dirsene esente. Ed è, davvero, terribile ed invalidante. Nel definire il significato del termine paranoia è opportuno innanzitutto distinguerne l’uso che se ne fa quotidianamente dal suo significato nel gergo medico-psichiatrico. Nel linguaggio quotidiano il termine è spesso usato per definire condizioni non prettamente patologiche in cui una persona si ritiene vittima di persecuzioni o, ancora, per connotare soggetti più semplicemente caratterizzati da ansia e apprensione, intendendo quindi “paranoia” come una forma rafforzata di paura o angoscia. Nel linguaggio psichiatrico il termine paranoia, ormai desueto e sostituito dal concetto di disturbo delirante (nel suo sottotipo persecutorio), può indicare una condizione psicotica in cui la persona elabora in modo lucido e sistematico un sistema di ideazioni e credenze incentrate sulla convinzione patologica di essere perseguitati o essere sottoposti a una minaccia concreta.

La paranoia amorosa di WhatsApp

Ovviamente non entro nel merito psichiatrico, ma cercherò di “sporcarmi le mani”, anzi “la penna”, con quella sensazione raccapricciante che spesso ci prende in situazioni che non riusciamo a controllare appieno (e alle quali teniamo) o di cui non siamo certi dell’esito. In base a stime del Times, secondo le quali 1/4 della popolazione londinese ha regolari pensieri paranoici, il XXI secolo può essere definito come la “nuova età della paranoia”. Ed è così. Tale è l’aspettativa di perfezione in ogni campo che prima o poi, chiunque, ci casca. I disastri veri arrivano in amore o in amicizia. Ma quella al vertice, di paranoia, rimane, sin dalla notte dei tempi, la fatidica “menata paranoide amorosa”. E il tutto, oggi, è aggravato dagli innumerevoli mezzi di comunicazione a disposizione, croce e delizia dei “piccioncini 2.0”. Conosco troppa gente che si strugge perché non ottiene una risposta immediata ad un messaggio su WhatsApp (sistema bastardo che notifica l’avvenuta lettura, come la chat di Facebook), o perché l’amato/a non apprezza, con un numero sufficiente di “like”, i post su Facebook del paranoico. Siamo alla follia. O forse alla schiavitù. Stesso vale per gli amici che spesso si sentono “virtualmente trascurati” da poche visite sulle bacheche.

La morale vera, purtroppo o per fortuna, risiede in un concetto assoluto, magistralmente espresso in un sottovalutato film “La verità è che non gli piaci abbastanza” (He’s Just Not That into You) del 2009, diretto da Ken Kwapis, dove un inaspettato saggio personaggio, Alex, pronuncia la fatidica sentenza: “Se ti vuole ti cerca, e se non ti cerca, beh, allora vuol dire che non ti vuole!”.
Insomma, la paranoia non ha senso. Fatevene una ragione. Se una persona ci tiene davvero non ci saranno mai mujaheddin che tengano! Ieri, il cavaliere non interessato sarebbe svanito con la scusa delle Crociate, oggi lasciando dietro di sè un mare imbarazzante di spunte di Wathsapp!

Carla Cace

L'Autore

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