Che ognuno avrà il futuro che si conquisterà.

Gianni Rodari

Nuore VS suocere: il segreto delle Termopili.

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C’è stato un momento preciso in cui ho capito che la mia autonomia di donna stava andando a finire esattamente insieme agli scarti di quel che restava della mia placenta. E’ stato l’attimo in cui li ho visti arrivare. Nonni, zii, cognati e parenti, vicini o lontani. Niente vetrata, nessun reparto. Erano tutti li, intorno al mio letto, in attesa di lui. Come nel più famoso degli episodi bellici della storia in quel momento ero la Grecia invasa dall’esercito di Serse di Persia.

La nonna paterna

Si racconta che di fronte ad un attacco così poderoso le città greche decisero di mettere da parte le loro rivalità e costituirono un’alleanza alla quale parteciparono quasi tutte le Polis. Pare succeda così anche alle donne. Spesso quando si fidanzano, molto più di frequente con il matrimonio, con assoluta certezza quando diventano mamme. Forum, richieste di aiuto, community, sfoghi, blog, chat e passaparola: l’universo delle mamme si sostiene a vicenda quando si tratta di condividere lo stesso destino. Molto spesso il minimo comune denominatore di questa solidarietà femminile ha un volto preciso: la nonna paterna.
Così come la forza della tattica militare a falange stava nella difesa del proprio vicino con la motivazione necessaria ad affrontare la terribile esperienza, un esercito di donne vecchie e giovani, più o meno ricche, una unità di parenti, sodali, amiche, quando non di amanti, tutte insieme di fronte ad un tale avversario si sostengono a ranghi serrati partendo dalla regola numero uno: niente mezze misure. Le nonne paterne vanno prese di petto, fin dal primo giorno del parto.

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Fin da quando anche per ragioni igieniche è meglio che il piccolo venga tenuto in braccio solo da mamma e papà. Il piano d’attacco inizia con una riflessione precisa: si raccoglie quello che si semina.Il vademecum di guerra mette assieme le più disparate esperienze a livello mondiale. La nonna paterna continua a levarTi il bambino di braccio? La guida non ammette indugi: Tu mamma fa un passo indietro e arretra. Per un po’ niente più visite, nessuna sorpresa o fuori programma. Meno che mai una video chiamata. La nonna paterna insiste con un “vorrei prenotare un appuntamento con il mio bambino”? Tu mettila in lista d’attesa. A quel punto lei cambierà strategia. Al suo: “Ho fatto la spesa, venite voi a cena?”, arretra ancora, fino a condurla nel cunicolo poco alla volta, proprio così come fecero i greci nello strettisismo passo delle Termopili. La nonna paterna rivede nel nipote il proprio figliolo, quindi è difficile che molli per ben due volte la preda senza colpo ferire: adesso lei vuole fare a tutti i costi la mamma. Se la guerra e’ guerra, il vademecum e’ chiaro: armaTi fino ai denti, usa l’astuzia perché d’ora in avanti nulla sarà più scontato. Anche chiamare in soccorso Tua madre. Quindi se è il caso procedi pure da clandestina. Perché ogni minuto passato con la Tua maggiore alleata sarà utilizzato dalla nonna paterna per ricevere un bonus almeno doppio di ore.

Io sono la mamma

Il passo delle Termopili era una stretta lingua di sabbia, tra il mare e i monti. Erodoto scrisse che nel punto più angusto era possibile far transitare soltanto un carro per volta. Ed è esattamente in quel varco che incontrerai la nonna paterna. Invitala a casa per un caffè. Fatti trovare così come fecero i greci quando Serse mandò un cavaliere a spiarli: intenta a compiere esercizi fisici e a pettinarti le chiome. Quindi consentile di giocare col bimbo. Lascerai che lo abbracci, che lo baci proprio vicino la bocca, che lo stringa forte al suo al petto come solo Tu hai fatto finora. Non muoverti e aspetta. Attendi il momento in cui lei seduta in divano si gode il caffè con ancora in braccio il nipote. Aspetta che porti il cucchiaino alla bocca. E’ matematico che a quel punto tuo figlio dirà il solito: <<e’ mio>>. E’ questione di attimi. Tutto si gioca in quel lasso di tempo che va dal passaggio del cucchiaino dalla lingua di lei alle labbra del piccolo. E’ li che con tutta la forza possibile affonderai la Tua spada : <<Mia cara, non posso farlo che io: tu sei soltanto la nonna>>. Fortunatamente non è il mio caso perché ho una suocera fin troppo adorabile (e suo marito mio complice). Tuttavia in quel lungo giorno del parto, tra le aspettative, i pensieri, il sonno e la veglia, questo vademecum ancora mi ronzava in testa con prepotenza. Così quando me l’ero vista seduta ai piedi del mio stesso letto, in attesa come tutti gli altri del bimbo, anche lei giustamente provata dal mio lungo travaglio, con indosso una vestaglia da camera, l’occhio stanco ma vigile, pronta a scattare come quegli atleti poco prima dello sparo d’inizio -così che chiacchierava un tantino agitata un po’ con me e un po’ con mia madre- ecco in quel preciso momento quando mio figlio e’ finalmente riapparso insieme all’infermiera di turno, io ancora distesa sul letto ho urlato d’un tratto, allargando in tutta fretta le braccia :<< Dottoressa sono io la mamma, e se non mi crede controlli: sanguino ancora>>.

Fiorella Corrado

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1 commento

  1. Adriana Nolè il

    Grazie alle società nazionali o multinazionali, quasi ogni grado di parentela ha il suo giorno di “festa” a scadenza annuale contribuendo a incrementare le soluzioni di continuità che scandiscono lo scorrere del tempo generando quel sottile e subdolo senso di angoscia e di ansia per gli anni che si rincorrono troppo in fretta. ..La festa della mamma.. la festa del papà. la festa del bambino, la festa del nonno .e così di seguito fino a una non lontana inclusione di zii, zie cugini, fratelli, sorelle che da tempo stanno rivendicando il diritto al festeggiamento e al riconoscimento del rispettivi ruoli nella società delle ricorrenze, dei doni e dei festeggiamenti “ad personam”.. tanto per usare un’espressione ricorrente.. In questo ordine di fatti la suocera merita , o meglio necessita, un discorso a parte. Vi è mai capitato di riflettere sul perchè le nazionali e multinazionali soprattutto dolciarie non hanno ancora pensato di dedicare alla suocera un giorno da festeggiare con il regalo riconoscente, magari preceduto da omaggio floreale, da parte della nuora? ( sarebbe il minimo rispetto al dono che ella ha fatto del proprio figlio !). Io mi sono data questa risposta: “sarebbe stato un fallimento dal punto di vista commerciale , perchè poche nuore si sarebbero sottoposte alla falsità di un regalo non sentito” Oggi le nuore, non considerando più il figlio della suocera come un regalo per il quale essere debitrici a vita o stabiliscono con le rispettive suocere rapporti basati, se non sulla condivisione , sul rispetto reciproco e, laddove ciò non si instaurasse, sulla necessaria e decisa negazione di interferenze reciproche di qualsiasi tipo . Ma , incredibilmente per i più, esiste anche la “suocera ideale”. Mi è capitata la felice occasione di conoscerla durante un mio viaggio al nord, in visita a una mia cugina emigrata dal profondo sud: assisteva il suo nipotino durante la pappa mentre la nuora era al lavoro e mi capitò di suggerirle un comportamento da tenere nei confronti del bimbo, ma lei mi rispose, con un sorriso per alleggerire il suo no alla mia indicazione, : “io faccio con lui come vuole la sua mamma “. Pensai allora a quella mamma fortunata che poteva avere la certezza e la piena affidabilità di una persona che la sostituiva, seguendo fedelmente le sue indicazioni anche in sua assenza, nel rispetto dei rispettivi ruoli di mamma e nonna, di nuora e suocera

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