La mutilazione per cui la vita perdette quello che non ebbe mai,
il futuro, rende la vita più semplice,
ma anche tanto priva di senso.

Italo Svevo

Odio il Natale, ma Babbo Natale esiste e io c’ho le prove!

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L’arrivo del Natale coincide sempre con alcune delle cose che io più odio al mondo: il traffico, le doppie file, gli schifosi panettoni coi canditi, i bambini che sparano i trac (che credevo esistessero solo a Napoli ma che invece sono arrivati anche a Tor Pignattara, cafoni!), gli indigenti (perché mi fanno sentire male e potrei elargire loro tutto ciò che ho, e detto tra noi non so quanto interessi uno stock di scarpe col tacco), la tombola (perché non riesco a seguire i numeri e devo sempre spiare dalle cartelle di quello affianco a me, che evidentemente non potrà avere i miei stessi numeri), i Babbo Natale rachitici fuori al Carrefour, il puntale, che se ne cade sempre dall’albero, il condominio che inizia a costare troppo perché i riscaldamenti sono centralizzati, il cotechino, il capitone e gli zampognari che, a Mugnano, luogo dove io sono cresciuta, alle sette e mezza del mattino stanno già a zampognare sotto la mia finestra ed è come se me li fossi portati a letto tutti insieme. Detto questo, amo il Natale, mi piace imprecare contro tutte le cose che odio mentre fa freddo, c’è puzza di castagne, ci sono le lucine, la gente ti saluta solo perché è Natale e mi piace trascinarmi in giro per la città con la mia borsa dell’acqua calda elettrica cinese ricaricandola in giro per i bar. Anche se sono povera e devo costantemente indebitarmi per comprare quattro regali scemi e riceverne altrettanti ancor più scemi tipo i fagioli magici che mi ha regalato Mattia qualche Natale fa e che rimangono comunque uno dei regali più utili che mi abbia mai fatto nella sua vita.

babbo nataleTutto questo preambolo, in netto anticipo, diciamolo pure, è per poter esprimere un pensiero che mi tormenta: io non sopporto una suora, non come normalmente mi capita con tutti i comuni mortali (sono un’iraconda, non me ne vogliate). Il motivo è che ha detto ai miei nani che Babbo Natale non esiste. Chiariamoci subito quando dico “miei nani” parlo dei due piccoli insopportabili marmocchi a cui faccio doposcuola ogni giorno della mia vita, di solito li chiamo mostri, ma non era appropriato presentarveli così. Giovanni e Matteo, rispettivamente 8 e 5 anni, sono il mio piccolo incubo quotidiano, sono pazzi, sfaticati, urlano, si picchiano, lanciano cose, saltano da una parte all’altra e, spesso e volentieri, uccidono il mio naturale istinto materno provocandomi vere e proprie crisi nervose, ma li adoro. Sono belli, sono piccoli e sono scemi. Oggi sono arrivata da loro ed erano avvolti da un’enorme nube di angoscia e depressione, Giovanni non stava davanti ai videogiochi fingendo di non essersi accorto del mio arrivo e Matteo, che anche se ha 5 anni è l’essere più burbero e iracondo che abbia mai conosciuto, non ha detto niente di crudele né contro di me, che comunque non sono il suo bersaglio preferito, né contro il fratello. Quando gli ho detto di andare in camera a studiare non hanno battuto ciglio e non hanno nemmeno azzardato la loro corsa a ostacoli quotidiana i cui ostacoli siamo io, i loro cani e la madre (credetemi, io rischio la vita ogni giorno).

Dopo la prima mezz’ora di compiti nel più totale silenzio sono andata in crisi d’astinenza da gridolini di rabbia, sofferenza, insofferenza, stizza e molestia. A quel punto ho iniziato una delle mie attività preferite quando sono in loro compagnia, li ho torturati chiedendogli cose sulle loro fidanzate, cosa che di solito fa impazzire loro e divertire me, facendomi guadagnare un lancio di penne, matite e quaderni e non ha funzionato. Allora ho proposto di scrivere con un po’ di anticipo una lettera a Babbo Natale, così l’avremmo potuta spedire con largo anticipo in modo che i regali più belli non fossero già stati prenotati. E lì l’orribile scoperta. Ecco cosa si celava dietro al fatto che i mostri si fossero improvvisamente trasformati in due normali bambini. La suora, la maledetta, aveva ben pensato di comunicare a due bambini, per quanto a tratti malvagi e affatto innocenti, che Babbo Natale non esiste e che a Natale festeggiamo solo la nascita di Gesù, che semmai nella loro vita avessero visto Babbo Natale era solo un adulto travestito.

Bene, mia cara suora, Babbo Natale esiste. Esiste nonostante lei e i suoi baffi ci abbiate messo il vostro lurido zampino, lei non può farci nulla. Perché io da grande affabulatrice ho convinto nuovamente i mostri della sua esistenza e li ho convinti talmente bene che a vent’anni staranno ancora come due deficienti a scrivere letterine. Questo potrà costargli un po’ di difficoltà a trovarsi una donna forse, ma cosa importa, in fondo vivranno sicuramente meglio senza una tra i piedi che gli ripete in maniera petulante che i giocatori di FIFA15 sono finti. I giocatori di FIFA15 esistono così come Babbo Natale. E se si sta chiedendo come ho fatto sappia che io, nella mia vita,  sono stata così fortunata da essere riuscita a fotografare Babbo Natale durante una mia pausa pranzo quando facevo la promoter in un centro commerciale e sono riuscita a dimostrare ai nani la sua esistenza, ma ci ho messo un po’ e a causa sua ho perso un’ora del mio prezioso pomeriggio, ora che avrei potuto trascorrere fissando il mio ragù, che come da tradizione cuoce da tempo immemore, e mi creda, guardarlo è una catarsi. Comunque, non per fare troppo la spavalda, ma sappia che anche quest’anno ho salvato il Natale e che, anche se sono una cinica con pochi sentimenti, nessuno può essere crudele coi mostri più di me. Quindi le dico due cose: appena la vedo sappia che le tirerò i baffi!

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