Non preoccuparti di cosa sta per fare qualcun altro.
Il miglior modo per predire il futuro è inventarlo.

Alan Kay

IL PATTO TRA SCIENZA E AGRICOLTURA PER SALVARE IL PIANETA

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Serve un patto fra scienza e agricoltura, per salvare il pianeta. E’ questo lo sguardo interessante di Laboratorio Expo, realizzato in collaborazione con la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e curato da Salvatore Vaca. Perché per parlare di cibo e futuro non bastano gli antropologi, gli economisti, i sociologi, gli scienziati della comunicazione, e nemmeno i filosofi, serve un approccio di insieme, che il Laboratorio Expo ha. Anche perché si parte da una premessa, che deriva dal “Rapporto sullo sviluppo dell’umanità” del 2011 e che era parte integrante degli Obiettivi del Millennio: “Salvaguardare il futuro del pianeta e il diritto delle generazioni future del mondo intero a vivere esistenze prospere e appaganti è la grande sfida per lo sviluppo del 21° secolo. Comprendere i legami fra sostenibilità ambientale ed equità è essenziale se vogliamo espandere le libertà umane per le generazioni attuali e future”.

Il comune denominatore: la parola futuro

scienza e agricolturaLa parola futuro torna molto spesso, non solo nella premessa, ma anche nelle letture e nei dibattiti che già in questi giorni si stanno svolgendo. Proprio dalla necessità di un futuro migliore per tutti è nata l’idea di sviluppare quattro filoni di ricerca, con incontri, dialoghi, letture, appunto, e lezioni alle quali sono invitati i dirigenti del futuro, cioè i giovani. Salvatore Vaca stesso spiega che: “Laboratorio Expo è dedicato alla riflessione scientifica sui temi della sostenibilità ambientale ed etica, sulla cultura del cibo, lo sviluppo sostenibile, sul rapporto città e cittadini e si propone di mettere in dialogo aspetti culturali, antropologici, economici e sociali legati alle tematiche di Expo Milano 2015”.

Per questo è stato creato un collegamento stretto fra le Università e il mondo della scuola. Perché Laboratorio Expo vuole prima di tutto essere un momento di formazione e di raccolta delle opinioni più autorevoli della ricerca a beneficio dei giovani ricercatori, delle istituzioni e del pubblico e culminerà con una carta di raccomandazioni. Viene dedicata una specifica attenzione al coinvolgimento di aree territoriali e relative comunità di ricerca, in modo che siano rappresentati tutti i continenti. A Milano dal primo maggio al 31 dicembre prossimi sono attese infatti delegazioni da 130 paesi, tanti sono quelli aderenti all’esposizione universale.

I percorsi del cibo

scienza e agricolturaI quattro gruppi di ricerca vertono il “fare il cibo”, cioè il cibo come atto materiale di produzione e come filiera. C’è poi il secondo percorso sul “cibo e la società”, che sfocia inevitabilmente nel terzo, ovvero l’accesso al cibo e l’uguaglianza, che porterà a soffermarsi anche sul suo contrario, la diseguaglianza e, magari, perfino a riflettere sulle soluzioni da mettere in campo. Infine si parlerà della trasformazione delle città, perché sviluppo e cibo conducono a dialogare anche di vita e sostenibilità, quindi di casa, di case, di quartieri e di città. I bandi sono ancora aperti e sono rintracciabili a questo indirizzo.  La Fondazione Feltrinelli mette a disposizione borse di studio per ognuno dei percorsi, destinate ai giovani, agli studenti universitari, ma anche a i ricercatori. Le borse coprono in genere i costi per stare a Milano e seguire i lavori del laboratorio (Expo School), che sono già programmati, ma anche per gli spostamenti. Il laboratorio vorrebbe però anche essere un concorso internazionale di idee per applicazioni innovative nel campo della sostenibilità e della sicurezza alimentare. L’obiettivo è quello di arrivare ad una serie di risultati di ricerca di diverso formato, che possano diventare patrimonio collettivo. Un patto, quindi, per il futuro.

Letizia Magnani

L'Autore

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