«Lei sogna di ..far tredici? » Ma lo farà sicuro!

Gianni Rodari

Scoperta delle Neuroscienze: il nome influenza la percezione dell’odore

0

“Cosa c’è in un nome? Ciò che chiamiamo rosa anche con un altro nome conserva sempre il suo profumo.” Alla Giulietta di Shakespeare fa eco Judith Stein: “Una rosa è una rosa, è una rosa”.

Le neuroscienze

essenze

Il senso del messaggio dei poeti è che, anche se la chiamiamo con un altro nome… ad esempio ‘cipolla’, sempre il suo dolce effluvio si riconnette a qualcosa di piacevole, pur con un nome olfattivamente urticante.
E invece no: le Neuroscienze dimostrano che la percezione è soggettiva e collegata alle sinapsi evocate dal nominalismo invece che dall’oggetto in sé. Una ricerca in tal senso è stata recentemente condotta negli Usa ed ha dimostrato praticamente ciò che si teorizzava: i ricercatori hanno presentato ai soggetti-cavia sempre gli stessi odori, denominandoli con nomi diversi: talvolta positivi (ad esempio, parmigiano, villetta di campagna, cannella); talaltra negativi (letame, puzzola, studio dentistico); altre volte ancora attribuendo all’odore un’indicazione ‘neutra’ (una sequenza alfabetica).

L’esperimento

L’esperimento ha dimostrato che la gente assumeva atteggiamenti diversi rispetto ad un odore che era stato descritto negativamente, annusandolo a malapena; mentre gli odori venivano percepiti assai più piacevolmente di quanto meritassero nella realtà, se la descrizione era positiva (o neutra). Dalla ricerca è risultato pure che non si tratta di una semplice reazione emotiva collegata soltanto alla descrizione che veniva data: infatti, se agli ‘annusatori’ veniva sottoposta dell’acqua inodore, qualunque fosse la descrizione che fosse stata data loro, la reazione è sempre stata uguale.  Una fragrante rosa bollata dai ricercatori come Amorphophallus Titanum – detto anche fiore-cadavere, e con ciò è intuitivo il suo olezzo – avrebbe comunque generato un moto di disgusto nei nasi-cavia.

L'Autore

Lascia un commento