Sogni, promesse volano... Ma poi cosa accadrà?

Gianni Rodari

Sociologia della borsa da donna: a noi Mary Poppins ci fa un baffo

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Chi non se la ricorda la straordinaria bambinaia piovuta dal cielo? Sì, proprio lei, Mary Poppins. Protagonista della serie di romanzi scritti da Pamela Lyndon Travers, resa ancora più celebre da un film del 1964 diretto da Robert Stevenson. Tra le tante virtù della celebre tata, una in particolare l’ha resa famosa: la borsa magica che poteva contenere di tutto, persino un appendiabiti. la borsa di mary poppins

L’antefatto

Qualche sera fa, guidando sotto l’ennesimo diluvio capitolino di questo periodo “monsonico”, chiedo alla mia amica Ilaria di prendermi qualcosa dalla borsa, scusandomi per le inevitabili traversie della ricerca, essendo la mia – come per molte donne – “la borsa di Mary Poppins”. Dopo minuti interminabili di ricerche e risate scomposte, nel corso dei quali sono stati recuperati “reperti” improbabili – e inutili – di ogni consistenza e natura (compresa una riproduzione in miniatura di Santa Rosalia, protettrice degli invidiati), inizia una disquisizione sul perché tutte noi ci trasciniamo dietro, ogni giorno, una seconda casa. Ilaria conferma subito di far parte dell’allegra brigata. E per quale ragione, quando cerchi qualcosa, non lo trovi Mai, anche se pochi secondi prima era in superficie e perfettamente a portata di mano! Murphy ti odio.

Il dilemma esistenziale

Vista la quantità di oggetti che contengono le borse delle donne, qualcuno potrebbe farsi molto, ma molto, male. Basterebbero le spalle anchilosate e le ore passate dal fisioterapista per dimostrare che stiamo parlando di roba grossa. L’ardimentoso che osi frugarci dentro può trovare, in proporzioniche variano in base all’età, la condizione psicofisica, lo stato civile e la stagione, la seguente oggettistica: mazzi di chiavi varie, montagne di fogliettini, peluche, gomme da masticare sparse e appiccicate, spazzole di diverse dimensioni, una serie variopinta di nécessaire per contenere carte di credito, pillole, monetine, cianfrusaglie, i caricabatteria multipli dello smartphone, il pupazzetto portafortuna, la Moleskine o simili per appuntare le proprie sensazioni, profumini, trousse zeppe di trucchi, bottigliette d’acqua (sempre attente all’idratazione) calze e, ovviamente, lingerie di ricambio se si va ad un appuntamento galante.

Dimmi cosa tieni nella borsa e ti dirò chi sei

Ognuna potrebbe stilare la propria lista e inviarla da uno psicanalista. E sì che ne avrebbe di lavoro, lo sfortunato. Perché ogni borsa parla di noi. Perché dentro ad essa c’è un microcosmo segreto. Un uomo coraggiosoe alla conquista (quanto sono romantica), per conoscere davvero la sua amata dovrebbe addentrarsi nei meandri dell’oscuro scrigno “che tutto custodisce e rivela”.

È, come sempre, una questione di “misure”

Dopo questa prima indagine è necessario passare al secondo assunto: quello delle dimensioni (dell’accessorio, malpensanti!). Le riviste di moda propongono le cosiddette mini-bag, deliziose e civettuole pochette che si adattano graziosamente all’abito. Possono contenere un fazzoletto, una matita occhi o labbra (tutte e due no!), una banconota e due spicci. A chi non è capitato di sfoggiarla (principalmente in cerimonie e serate eleganti). Risultato? La malcapitata si ritrova con una busta di plastica del supermercato, buttata sul sedile posteriore della macchina, nella quale ha scaraventato dentro tutto l’indispensabile, fondamentale e sacro armamentario che non entrava nel bellissimo quanto inutile accessorio. In più, metà della serata la si è trascorsa sentendosi nude e derubate di qualcosa.

tumblr_ng4advTlQf1qm7imdo1_400Perciò per coerenza e onestà intellettuale, dico: evviva il borsone di 10 chili, capace di “foraggiare” ogni sacrosanta velleità. Perché a noi Mary Poppins ci fa un baffo. Al massimo possiamo invidiarle l’ombrello volante!

Carla Cace

L'Autore

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