Sogni, promesse volano... Ma poi cosa accadrà?

Gianni Rodari

Strada facendo, quando l’Haute Couture viene dal marciapiede

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“La classe degli asini”, cantata alla fine degli anni Quaranta da Natalino Otto, è una divertente filastrocca in musica piena di alunni poco attenti: «Professore per favore, mi vuol dir se è nato prima l’uovo oppure la gallina?”». Adesso vi chiederete: «ma che cosa c’entra con la moda?». Così a bruciapelo, nulla. Ma attenzione, diffidate dell’apparenza, perché proprio la Moda, che sembra fatta di eterea esteriorità, in realtà nasconde mille e una verità, tutte assolutamente reali e tutte in “contrasto” fra loro. E se nell’ultimo mese gli stilisti vi hanno fatto credere che tutto è già stato deciso per le prossime stagioni, forse anche questo potrebbe non essere vero. Non del tutto, almeno. Sfilate a Londra, Roma, New York, Milano, Parigi. Decisi i colori, i materiali, le tendenze, gli outfit. Stop. I giochi fino al 2016 sono chiusi. Oppure no.

Trend e nuovi look

Sam Lambert e Shaka Maidon - ACF

Sam Lambert e Shaka Maidon – ACF

Il magico mondo degli atelier, dei laboratori creativi, degli uffici-stile sforna ogni anno trend e nuovi look; cercano e ricercano novità, tessuti, tecnologie; ma da dove proviene tutta questa ispirazione? Come le grandi maison compiono poi i loro cosiddetto “esercizio di stile” in passerella? Chi e cosa c’è dietro? Ci sono forse 007 al servizio di Sua Maestà? Agenti del Fashion System senza scrupoli e pieni di buone idee? E soprattutto: stiamo volutamente scadendo nel Superquarkismo più banale?Le risposte sono molte. E quella di 007, mi dispiace, è sbagliata: non c’è nessuna teoria del complotto. Una per tutte, però, fa da comune denominatore ed è lo Street Style. Stiamo parlando della comune vestibilità, dell’uso quotidiano dell’abbigliamento, dell’adattarsi della gente e dell’interpretazione che ciascuno fa della moda. In molti la confondono con la “moda giovanile”, con gli stili dei ragazzi nelle metropoli, mentre invece altro non è che lo stile urbano, lo stile di tutti. E, in quanto tale, affonda le sue radici in tempi molto antichi – o dovremmo dire “vintage”? – segnando movimenti culturali, rivoluzioni, guerre.

Convenzioni e “non-convenzioni”

Si ricorre a un capo o a un altro assecondando non solo il proprio gusto, ma anche le convenzioni – o le “non-convenzioni” – l’ambiente che vive, le persone che frequenta e il loro livello culturale e sociale. È inutile che storcete il naso, tanto lo so che lo fate anche voi. Se andate in un quartiere “alternativo” mettete forse delle scarpe con il tacco? Attenzione a come rispondete, vi ho viste tutte con le sneakers e i pantaloni comodi. È una questione di sopravvivenza e, udite udite, riguarda proprio la Moda. Quell’insulso argomento da rivista patinata in sala d’attesa, infatti, ha un legame strettissimo con la nostra vita quotidiana. Ne fa parte e la condiziona inequivocabilmente, tanto che i diktat cui crediamo di dover sottostare per sentirci in linea con la società, in realtà potremmo averli dettati noi. Dunque chi è che arriva prima: lo stile di ciascuno di noi o la sensibilità dei designer al nostro gusto? Nessuno. Il dialogo è così antico che si è perduto nella notte dei tempi. Cosa fece il Creatore il settimo giorno? Probabilmente inventò la moda, o lo stilista. Non lo sapremo mai. La Moda è un dogma e questa è una questione di fede, perciò non ci resta che credere. Anche perché stiamo discutendo proprio se è nato prima l’uovo o la gallina, e con tutto il rispetto per l’uovo, anche la gallina fa la sua parte…

Samantha Catini

L'Autore

1 commento

  1. Buongiorno Samantha ho letto con attenzione l’articolo concordo su quasi tutto ma tra nne che la moda sia un dogma; la moda secondo me è interpretazione di uno stile, forse al limite, ma proprio al limite è l’eleganza ad essere un concetto un po’ dogmatico. La moda si interpreta con lo stile di vita, si interpreta con il proprio corpo e, perchè no, si interpreta con il luogo che si frequenta. Probabilmente una donna che ama il tacco 12 non andrebbe mai in un quartiere alternativo e per lei non sarebbe una rinuncia. Il concetto di eleganza è diverso: non andremmo mai ad un ricevimento in campagna con un abito scuro – sarebbe poco elegante – ma con una giacca di tweed ed un pantalone sportivo e calzeremmo delle polacchine in camoscio…….il cosiddetto “dress code”……quello si che potrebbe essere dogma. Buona giornata.

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