Non preoccuparti di cosa sta per fare qualcun altro.
Il miglior modo per predire il futuro è inventarlo.

Alan Kay

Turismo sessuale sempre più il futuro

0

“Sono appena rientrato dalla Thailandia”…ecco le parole del mio amico Francesco, 39 enne imprenditore napoletano, alto, simpatico, celibe, l’uomo che tutte le donne vorrebbero conoscere. Ci incontriamo per quest’intervista e con un sorriso stampato sul volto continua sullo stesso versante esclamando: “in questa città non si può proprio vivere, menomale che tra qualche mese ritorno li”. Ma cosa spinge una persona del genere, alla quale non manca nulla, a recarsi in un paese d’oltreoceano?

Sesso “pret a porter”

Perché ridere, frequentare, uscire, andare a cena fuori o semplicemente fare una passeggiata diventa una cosa complicatissima in città? Purtroppo è dura da ammettere ma per lui così come per molti italiani e non solo, diventa più facile essere sé stessi in un paese straniero che nella propria terra di origine. E cosi quanti, nell’intimità dei propri pensieri, hanno immaginato di essere travolti e avvolti dal corpo statuario di un ragazzo giamaicano o dalla sinuosità di una donna brasiliana, magari lontano da occhi indiscreti, dalla routine della vita quotidiana, dai giudizi immancabili delle persone pronte a puntare il dito sulla fine di una relazione d’amore e sul tempo specifico che deve o dovrebbe intercorrere prima di poterne incominciare una nuova. Ed ecco che per quanti si accontentano di sognarlo, magari su una spiaggia tropicale, coccolati dal vento e dai raggi del sole ce ne sono altri che, senza finti moralismi e falso pudore, con un semplice volo low cost approdano facilmente sui paradisi del sesso “pret a porter”.

turismo

Il mercato del sesso

A differenza di quello che si potrebbe immaginare, il turismo sessuale ha dato vita ad un vero e proprio mercato del sesso e soprattutto negli ultimi anni, sembra un connubio sempre più spesso caratterizzante le scelte turistiche non solo di molti uomini, ma anche di moltissime donne. Infatti mentre prima tale fenomeno storicamente caratterizzava le scelte maschili: uomini soli, annoiati, stanchi della routine, curiosi o repressi sceglievano mete sessuali, per vacanze ludiche, rigeneranti e sessualmente appaganti ma, senza alcuna implicazione emozionale e relazionale; oggi, dopo la rivoluzione sessuale del sessantotto e i repentini cambiamenti dei ruoli sessuali, anche le donne, lontane da casa, dai luoghi comuni sulla sessualità femminile, da occhi indiscreti e familiari, si concedono viaggi “paradisiaci”alla ricerca di mete erotiche, più che esotiche. La “sessualità mercenaria”quindi sembra non avere sesso: dalla datata prostituta siamo passati ai gigolò e ai toy boy pronti a simulare amore e coinvolgimento, dietro qualche compenso; molte donne, recandosi in luoghi come la Giamaica o il Brasile si concedono la trasgressione di divertirsi con ragazzi del luogo giovani, aitanti e pronti a dedicare singolari “attenzioni” in cambio di pochi soldi o qualche vestito nuovo.

Le motivazioni

Che ci sia, dietro queste avventure oltreoceano, la volontà di ritrovare la gratificazione narcisistica, lo slancio vitale ed emozionale probabilmente persi? Intraprendere un viaggio all’insegna dell’esperienza sessuale significa concedersi il lusso di trasgredire, darsi la possibilità di vivere un Sé diverso, quello soffocato dalla quotidianità e vivere uno spazio nuovo, ricco di stimoli ed esperienze rilassanti, piacevoli, paradisiache. Certamente, richiedendo prestazioni fisiche in cambio di esigue quantità di denaro si ha la possibilità di ricevere sesso in cambio di alcun coinvolgimento emotivo/sentimentale. Si usa un corpo per i propri benefici, servendosi dei soldi come unico ‘intermediario’ tra il sé e l’altro, ciò crea i presupposti per un’assenza totale di problemi derivanti dal dover rendere conto dell’esser entrati nell’intimità di quella persona. D’altra parte, “acquistando” un corpo, lo si può gestire, utilizzare, personalizzare secondo i più perversi e creativi desideri, dando libero sfogo alle fantasie. Ma, cosa accade quando si rientra a casa? Spesso non si ha il coraggio di raccontare agli amici /amiche ciò che si è fatto o altre volte si finge di aver provato delle esperienze che si sono solo immaginate. In conclusione, essere sé stessi è sempre più complicato, ma a mio avviso, se proprio si sceglie di vivere la propria vita oltreoceano, forse avrebbe più senso farlo per liberarsi da tasse, smog, falsi perbenismi, ed altro. La sessualità, in qualsiasi luogo sia vissuta, avrà sempre un piacere soggettivo che nessuna meta esotica potrà donare.

Valentina De Maio

L'Autore

Lascia un commento