Non preoccuparti di cosa sta per fare qualcun altro.
Il miglior modo per predire il futuro è inventarlo.

Alan Kay

Una super imprenditrice quindicenne

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E’ una storia tipicamente americana: quante volte avete sentito dire di quel capitano d’industria entrato giovanissimo come ‘lift boy’ – ragazzo che manovra l’ascensore – il quale l’ascensore sociale l’ha preso davvero ed è diventato Presidente di quella stessa Società? Il caso che vi raccontiamo è del tutto differente: la quindicenne Noa Mintz ha creato a New York e Hamptons un’impresa di baby-sitteraggio forte di un manipolo di amiche, mettendo in piedi un vero e proprio business basato sulla propria predisposizione all’accudimento dei bambini.

Il business delle babysitter

Noa MintzNoa fa incontrare la domanda di babysitter, che neanche la crisi ha colpito, con l’offerta di ragazze animate quanto lei di amore per i piccolini. Insomma, babysitter certificate e garantite, ben diverse da quelle sataniche che, ogni tanto, appaiono sulle cronache dei giornali, specialmente americani, adolescenti capaci di ogni malvagità sui ragazzini affidati alle loro cure. E Noa, che con queste creature mostruose ha in comune solo l’età, ma che ha fiuto per gli affari e, nel contempo, una precoce professionalità, ha costruito una rete ricca di 25 bambinaie a tempo pieno e di 50 baby sitter che è giunta a generarle un reddito annuo da 480 mila dollari (sempre in ascesa).

Il fiuto per gli affari

Il successo le viene da un cocktail fra i prezzi modici e la capacità di far fronte anche a richieste spot, in brevissimo tempo. Non è la prima impresa di successo avviata dalla giovanissima Mintz: lo afferma la madre, ex giornalista, Meredith Berkam, secondo la quale sin dalle scuole elementari la figlia aveva il pallino di avviare mini-imprese. Il fatto che sia qualificata come un’ex giornalista fa sorgere il legittimo sospetto che, vista la crisi del giornalismo anche negli Usa, abbia preferito diventare una collaboratrice della geniale figlioletta.

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