Non preoccuparti di cosa sta per fare qualcun altro.
Il miglior modo per predire il futuro è inventarlo.

Alan Kay

Vicarious traccia il futuro dell’intelligenza artificiale (con molta apprensione)

0

La tecnologia fa bene, la tecnologia fa male. Nonostante questa sua intrinseca ambivalenza, raramente si affronta il tema della tecnologia nella sua componente di minaccia per l’umanità. Le sollecitazioni commerciali di cui siamo oggetto ogni giorno non possono che farla apparire bella, utile e sana. Ed è così, in un certo senso, almeno in parte. Perché la tecnologia ha un suo ‘dark side’ che dobbiamo ancora comprendere a fondo. Sta provando a farlo, con intenti filantropici, Elon Musk, uno degli imprenditori tecnologici più importanti al mondo. Ha inventato Pay-Pal e la Space Exploration Technology Corporation (Space-X) di cui è anche Ceo. Musk è anche Ceo della Tesla Motors e presidente di SolarCity. Alla lista dobbiamo aggiungere anche Vicarious, una start-up fondata con lo scopo di capire meglio fino a dove può arrivare l’intelligenza artificiale ed il suo lato oscuro.

La principale minaccia del futuro, l’intelligenza artificiale

L’occasione per esternare tutta la sua apprensione, per quanto pericolosa possa essere l’intelligenza artificiale, è il simposio per i 100 anni del Dipartimento del Massachusetts Institute of Technology (Mit) presso cui si formano aeronauti ed astronauti. “Credo che dovremmo prestare molta attenzione all’intelligenza artificiale (Ia). Se dovessi elencare quali sono le minacce peggiori per la nostra esistenza, metterei l’intelligenza artificiale al primo posto”, ha esordito Musk, auspicando che venga presto creato a livello nazionale ed internazionale qualche forma di organo di regolamentazione del fenomeno. Quindi, sostiene, abbiamo bisogno di regole ed argini per impedire alla Ia di diventare pericolosa. Le parole che usa per esprimere tutto il suo timore sono indubbiamente forti, arrivando a dire che con l’Ia è come se stessimo “invocando il demonio”. Perché per ‘intelligenza artificiale’ comunemente si intende la capacità di un computer di svolgere funzioni e ragionamenti tipici della mente umana.

Intelligenza artificialeVicarious

Elon Musk, è preoccupato. La sua preoccupazione l’ha riversata all’interno di una nuova start-up, Vicarious, investendo parte dei suoi guadagni in essa. Ma, al contrario delle start-up miliardarie di Jeff Bezos (Amazon) o di Mark Zuckerburg (Facebook), Musk sta impiegando queste risorse non tanto per ricavarne profitto, ma semplicemente per monitorate “i risultati potenzialmente dannosi” dell’intelligenza artificiale. Vicarious conta ad oggi circa quindici ricercatori ed un patrimonio di circa 70 milioni di dollari. Il suo scopo è quello di creare un computer che possa pareggiare in intelligenza l’uomo. Gli esperti di settore scommettono che in buona parte questo risultato potrà concretizzarsi entro il 2050. Altri, parlano del 2040. Da quel punto in poi esisteranno macchine con una elevata capacità creativa in grado di costruire autonomamente altre macchine superiori per prestazioni. È quella che Musk definisce una ‘valanga’ tecnologica, da lì in poi l’evoluzione dei computer potrà procedere solo con drammatica rapidità.

Ia, ‘peggio delle armi atomiche’

Peggio delle armi atomiche. È questo il giudizio definitivo pronunciato da Elon Musk rispetto alla Ia. E ci sono film che ci possono aiutare a capire come saremo. Cita Terminator e la saga dei cyborg che ne consegue. Perché il procedere oltre dell’intelligenza artificiale aprirà le porte a quella che viene definita ‘singolarità tecnologica’. Per i futurologi la ‘singolarità tecnologica’ è un punto, previsto nello sviluppo di una civilizzazione, dove il progresso tecnologico accelera oltre la capacità di comprendere e prevedere degli esseri umani moderni. Allora la ‘singolarità’ può riferirsi all’avvento di una intelligenza superiore rispetto a quella umana e ai progressi tecnologici che si possono presumere seguire. In questo scenario gli uomini si troverebbero a vivere insieme a macchine ultra-intelligenti che sarebbero praticamente autonome rispetto all’uomo stesso. Stephen Hawking aveva le idee abbastanza chiare in materia quando disse: “L’avvento dell’intelligenza artificiale potrebbe essere uno dei risultati più importanti dell’intera storia umana, ma potrebbe anche essere uno degli ultimi se non cerchiamo di capire come evitarne i rischi”.

Nick Bostrom

Musk con queste sue paure è arrivato anche a bussare alla porta del professor Nick Bostrom che insegna al Future of Humanty Institute di Oxford ed è stato indicato recentemente come uno dei pensatori più influenti al mondo. Bostrom ritiene che l’umanità finirà per estinzione o per ‘successione cosmica’. Lui ritiene che l’intelligenza artificiale sarà capace di sviluppare una forma di ‘super-intelligenza’ non appena sarà in grado di emulare i modelli dell’intelligenza umana, ma a quel punto, secondo Bostrom, per tutti noi potrebbe essere troppo tardi. La fantascienza, insomma, non sarebbe poi così lontana ed i rischi di estinzione della razza umana per una rapida escalation di forme di intelligenza artificiale non sarebbero così remoti. Il primo computer che riuscisse a sviluppare una qualche forma di super-intelligenza non potrebbe poi che svilupparsi velocemente, senza alcune possibilità per l’uomo di entrare in competizione con esso. E se dovesse sviluppare una qualche forma di misantropia ci sarebbe davvero poco da fare per tutti noi.

L’alternativa all’estinzione della nostra razza umana è quella che è stata definita ‘successione cosmica’. Una prospettiva sicuramente migliore dal nostro punto di vista. Infatti, in questo caso l’IA dovrebbe portare l’umanità nella direzione completamente opposta, verso lo sviluppo di capacità intellettuali e fisiche sempre più forti per la razza umana stessa, tanto da poterci evitare l’estinzione, altrimenti sicura. E tanto da poterci consentire di arrivare velocemente a colonizzare l’universo con l’utilizzo delle tecnologie sempre più sofisticate che saranno a nostra disposizione. A questo corno del problema stanno lavorando alacremente alcuni dei tecnologici e futurologi più importanti a livello internazionale. Uno dei tanti è Ray Kurzweil (http://www.kurzweilai.net/), direttore dell’engineering di Google. Secondo lui il momento in cui la mente umana potrà fondersi con i computer non è poi così lontano. Kurzweil è dell’idea che “la tecnologia possa costituire metaforicamente il ‘pollice opponibile’ che ci consentirà di fare a livello evolutivo il prossimo salto in avanti”.

Intanto i ricercatori di Vicarious sono al lavoro. Stanno cercando di sviluppare un algoritmo unificato che sia in grado di raggiungere i livelli dell’intelligenza umana sia a livello di visione, apprendimento, linguaggio e controllo motorio. In questi mesi si stanno concentrando molto sulle questioni legate ai problemi della percezione visiva, quindi al riconoscimento di soggetti e cose, alla segmentazione e all’analisi di scene in moto. Il loro obiettivo è quello di sviluppare soluzioni che possano lavorare su differenti domini e compiti. Rivendicano orgogliosamente la loro completa indipendenza, dichiarando di non essere vincolati a pubblicare articoli scientifici su riviste o a candidarsi a forme di finanziamento pubblico. Tra i finanziatori ci sono alcuni dei più importanti imprenditori del web, a cominciare da Mark Zuckerburg di Facebook e Jeff Bezos di Amazon, per proseguire poi con Marc Benioff di Salesforce e molti altri. Fosse vera la teoria delle stringhe, vivremmo tutti in un universo a undici dimensioni e saremmo tutti prigionieri di un corpo che è in grado di sperimentarne solo alcune. Fosse vera, dovremmo sviluppare nuove forme di percezione per poter dominare tutte queste dimensioni, una sorta di super-intelligenza superiore. Forse è vera quella teoria. Ma nel frattempo, magari, un algoritmo ci salverà.

Marco Bennici

L'Autore

Lascia un commento