La mutilazione per cui la vita perdette quello che non ebbe mai,
il futuro, rende la vita più semplice,
ma anche tanto priva di senso.

Italo Svevo

“We.women”. Specchiarsi e amare il proprio corpo

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specchiarsi per dire no

“WE.WOMEN”

Dodici donne si mettono a nudo davanti a uno specchio e decidono di amare l’immagine che vedono riflessa. Dodici corpi diversi che, nello specchiarsi, raccontano storie differenti per dire basta ai diktat estetici imposti dalla società moderna. Questo è il progetto fotografico “We.women” del fotografo lituano Neringa Rekasiutè, dell’esperto di comunicazione Modesta Kairytè e della giornalista Beata Tiskevic.

Specchiarsi come messaggio

quello che i tre ideatori hanno voluto lanciare: dire basta a quel modello di bellezza irreale imposto dai mass media e dalla realtà odierna. Occorre accettarsi e amarsi infatti per come si è, con la consapevolezza delle proprie potenzialità, senza andare alla ricerca di canoni estetici che non potranno mai appartenerci.

Da questa idea sono scaturite 12 foto, di donne con fisici differenti, che hanno deciso di posare in biancheria intima davanti all’obiettivo del fotografo lituano; donne che hanno messo a nudo non solo lapropria immagine ma anche la loro storia, un vissuto fatto di esperienze diverse, dall’anoressia, alla bulimia, dall’eccessiva grassezza al problema opposto. Malattie o condizioni che riguardano il rapporto con il proprio corpo. Un modo per esorcizzare le paure che affliggono spesso il mondo femminile e incoraggiare molte donne a non nascondere più la propria identità ma anzi a mostrarla con fierezza.

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