Quell’estate che mi ha cambiato la vita
Era il 27 agosto del 2012. Esattamente quel giorno d’estate che mi ha cambiato la vita.
Era il 27 agosto del 2012. Esattamente quel giorno d’estate che mi ha cambiato la vita.
Ci sono voluti 200 mila anni per l’uomo a passare dall’età della pietra a quella per così dire moderna e poco meno di dodici mesi per la sottoscritta ad abbandonare le belle usanze di quando si viveposto nel mondo da soli.
C’è una cosa che da mamma salvo più di tutte di Roma: i suoi sampietrini. Anche se irregolari e dissestati, se percorsi su e giù con un passeggino sono la giusta dose di smottamento per la ninna nanna perfetta.
Questa cosa degli occhi e’ un tratto mio distintivo. Come quando confidai a mio padre: ho una cosa da dirti. Lui mi guardo’ dritta negli occhi – pochi attimi- e disse: sono bellissimi. Ero incinta di un mese.
Una mia amica mi ha ricordato che la condizione migliore per combattere il caldo e’ quella dei single. Non passare ore davanti ai fornelli, ad esempio, o tornare a casa e sdraiarsi come una sfinge in divano senza muovere un dito fino al mattino seguente.
Chiunque volesse assaporare la sensazione (a volte stupenda) di vivere in un mondo popolato solamente da donne dovrebbe andare in vacanza al mare in un giorno feriale del mese di giugno.
L’ultimo fotogramma da single. Era una gelida sera di inverno, ad una cena di amici: uno scambio di sguardi e fu subito amore.
Se provi a digitare su google la parola “marito” google ti fornisce tutti gli aggettivi correlati più cercati su internet. Dunque: tutti uguali, pigri, non cambiano, non capiscono, mammoni, disordinati, immaturi, inesistenti, stanchi, quasi sempre nervosi.
Lo sapranno capire come lo capisco io? E se non mangia chi e’ che insisterà come me per convincerlo a mandar giù le verdure? Si accorgeranno se gli viene la febbre?
Manuale di bon ton per le mamme: la lista delle dieci cose che non farò mai più.
Io mamma dalla lacrima facile, ho provato di tutto per bloccare le lacrime. Ho battuto le palpebre ripetutamente. Ho cercato di stringere insieme tutte e due le narici del naso, mi sono morsa la lingua e persino strappata i peletti dal braccio.
L’altro pomeriggio mi sono trovata in mezzo ad una rissa fino all’ultimo colpo, i nostri figli si rincorrevano in gioco e noi mamme intorno come gli allenatori di un ring.